Il gruppo Retelit vive una fase di forti evoluzioni. I nuovi azionisti, vale a dire gli spagnoli di Marbles controllati dal fondo Asterion (azionisti anche di Sorgenia), hanno infatti lanciato un’Opa. Al timone della società è stato confermato Federico Protto anche a garanzia della continuità operativa. Il piano industriale prevede investimenti da circa 30 milioni all’anno sulla posa della fibra nel nostro Paese. Lo riporta L’Economia, supplemento del Corriere della Sera, in un articolo a firma di Fabio Savelli pubblicato lo scorso 31 gennaio,: …Protto è fiducioso sulla capacità di tenere fede alle aspettative europee per realizzare la transizione digitale. «Il bando Italia a 1 giga, costruito da MISE e MITD, è molto ben congegnato ed è stato emesso con grande tempestività. La sfida sulla capacità di portare la fibra nelle case degli italiani è semmai legata al riuso dell’infrastruttura esistente. C’è una legge del 2016 che consente di avere un accesso rapido alla rete di tubi, minitubi, cavidotti, per esempio usati per l’illuminazione di strade ed edifici o per il passaggio del metano. Molti sono sotto-utilizzati. Sono di proprietà di operatori pubblici, come le municipalizzate, o privati, che non sempre concedono volontariamente l’accesso all’infrastruttura. Invece sarebbe utile non duplicare, non ricominciare daccapo scavando ogni volta per installare nuovi cavi».

Come si ricorda nell’articolo, importante è l’attenzione al monitoraggio dei cavi sottomarini a fibra ottica, un segmento di mercato su cui Retelit investe da sempre tanto da lavorare a due progetti di connessione con punti di approdo tra Genova e Savona, operativi entro l’anno prossimo, che dovrebbero abbassare nel Nord Italia il tempo di latenza delle ricerche Internet di diversi millisecondi. La connettività diventerà sempre più un elemento strategico:«Stiamo lavorando alla realizzazione di un ecosistema per lo scambio di traffico Internet che da questi punti di approdo arrivifino agli hub di Milano e Torino e poi verso i principali hub Europei- dice Protto -. La Francia l’ha fatto con Marsiglia, noi potremmo replicarlo intercettando una parte del nuovo traffico verso l’Italia, che significa servizi e posti di lavoro». I data-center di prossimità diventano un altro asset rilevante. E la loro tutela, decisiva. Il progetto con la holding governativa libica di telecomunicazioni è l’altro tassello della strategia di Retelit, su cui anche Palazzo Chigi ha messo un occhio.

Si continua a parlare di Intelligenza artificiale e del suo forte sviluppo anche sul mercato italiano. Lo spunto al dibattito è stato offerto dall’apposita ricerca recentemente condotta dall‘Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano. Riprende l’analisi del tema anche Cor.Com – Il corriere delle comunicazioni, con un articolo pubblicato lo scorso 3 febbraio:Un terzo del mercato italiano dell’Intelligenza artificiale (35%) riguarda progetti di algoritmi per analizzare ed estrarre informazioni dai dati (Intelligent Data Processing), ambito che segna anche una delle crescite maggiori, con un +32% rispetto al 2020. Seguono le soluzioni per l’interpretazione del linguaggio naturale (Natural Language Processing) con il 17,5% del mercato (+24%) e gli algoritmi per suggerire ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze (Recommendation System) con un’incidenza del 16% (+20%). In forte crescita rispetto all’anno scorso + 34%, i Chatbot e Virtual Assistant che si aggiudicano l’10,5% degli investimenti e le iniziative di Computer Vision, che analizzano il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblicio il monitoraggio di una linea di produzione (11% degli investimenti, ma in crescita del 41%). Infine, il 10% del mercato va alle soluzioni con cui l’AI automatizza alcune attività di un progetto e ne governa le varie fasi (Intelligent Robotic Process Automation).

Sempre nell’articolo di Cor.Com si sottolinea come spiccano due linee di evoluzione tecnologica per l’AI: innanzitutto, la crescita di interesse con la pandemia per la Data Analysis, che consente di integrare ed elaborare in tempo reale dati di tipo eterogeneo, E poi l’attenzione alla sostenibilità, alla luce di alcune ricerche che hanno messo in luce come l’1% del consumo mondiale di energia riguardi i Data Center su cui sono eseguiti molti algoritmi di Intelligenza Artificiale e, soprattutto, come il training di una rete neurale profonda possa portare alla stessa generazione di CO2 di 5 automobili durante tutta la loro vita. La sostenibilità energetica entra a far parte del design delle soluzioni di Intelligenza Artificiale e nel futuro giocherà un ruolo sempre più rilevante dal punto di vista algoritmico, soprattutto nel mondo del deep learning.

Enel ha chiuso l’esercizio di bilancio 2021 con ricavi a 88,3 miliardi di euro, in aumento di 22,3 miliardi di euro (+33,8%) rispetto ai 66 miliardi del 2020.La variazione è prevalentemente riconducibile all’aumento dei ricavi da Infrastrutture e Reti per effetto delle maggiori quantità trasportate, conseguenti all’incremento della domanda di energia elettrica. Partecipano a generare risultati così importanti anche altri fattori, come sottolinea un articolo pubblicato lo scorso 3 gennaio su Il Sole 24 Ore: … all’aumento dei ricavi di Enel Green Power, ai maggiori ricavi dei mercati Finali, dovuti all’incremento della vendita di energia elettrica in Italia e in America Latina, all’aumento dei ricavi di Enel X, ai maggiori ricavi da Generazione Termoelettrica e Trading. L’incremento dei ricavi include inoltre il provento realizzato dalla cessione della partecipazione detenuta in Open Fiber. Tale aumento dei ricavi ha più che compensato l’effetto cambi negativo, prevalentemente in America Latina. L’Ebitda ordinario ammonta a 19,2 miliardi, in aumento di 1,2 miliardi (+6,7%) rispetto ai 18 miliardi del 2020. L’indebitamento finanziario netto a fine 2021 è pari a 52 miliardi rispetto 45,4 miliardi rilevati nel 2020 (+14,5%) per gli investimenti, il pagamento dei dividendi e all’acquisto di un’ulteriore quota di partecipazione nel capitale di Enel Americas.

A fronte delle variazioni positive sottolineate nell’articolo, si registrano effetti negativi derivanti dall’andamento dei tassi di cambio, prevalentemente in America Latina. Da ricordare inoltre come l’Ebitda, include gli effetti delle componenti non ordinarie relative agli oneri derivanti dai piani di ristrutturazione aziendali avviati dal Gruppo nell’ambito del processo di transizione energetica e digitalizzazione, all’adeguamento di valore di magazzini e parti di ricambio relativi ad alcuni impianti a carbone in Italia, Spagna e Cile, nonché ai costi sostenuti per effetto della pandemia da Covid-19, I dipendenti a fine 2021 sono 66.279 (66.717 a fine 2020).

Il 2021 è stato certamente un anno complesso per il settore delle telecomunicazioni, tra crescita delle opportunità legate anche al PNRR e difficoltà di mercato. In questo scenario Fastweb chiude conti in crescita e guadagna quote di mercato. Attualmente detiene il 16% nei servizi fissi ai consumatori, il 34% di quelli per le aziende e il 46% di quelli per la Pubblica amministrazione. Dedica attenzione al tema La Repubblica, con un articolo a firma di Sara Bennewitz pubblicato lo scorso 4 febbraio:
Forte di questi risultati, l’ad del gruppo Alberto Calcagno non pensa a grandi operazioni di consolidamento e non si dà per vinto neppure nella gara del Psn, il Piano per il Cloud nazionale dedicato alla Pa, dove la cordata composta da Tim, Leonardo, Sogei e Cdp pare favorita. «Le gare le vince chi fa l’offerta tecnica ed economica più competitiva – dice Calcagno – e noi siamo fiduciosi che i contenuti della nostra offerta per il cloud nazionale siano molto competitivi».Il gruppo controllato da Swisscom ha chiuso il 2021 con ricavi in aumento a 2.392 milioni (+ 4% sul 2020), un mol a 826 milioni (+5%) e flussi di cassa – nonostante più investimenti per 601 milioni (+2,4%) – a 171 milioni (+18%). «La nostra ricetta di crescita si basa su cinque ingredienti – spiega Calcagno – crediamo che investire nella rete sia indispensabile per garantire determinate performance, diamo al cliente un’offerta semplice e trasparente, alle aziende servizi a valore aggiunto come cloud e cyber security e puntiamo con forza sul wholesale. Operatori come Sky, Tiscali e Wind3, nostri rivali sul retail, sono nostri clienti per i servizi di connettività all’ingrosso dove abbiamo il 12% del mercato».

L’articolo sottolinea come in un mercato delle TLC dove si guarda alle fusioni tra società, Fastweb procede sulla sua strada: «Se ci saranno piccole acquisizioni strategiche le valuteremo», ammette l’ad di Fastweb, che però esclude un interesse per la reteFwa di Linkem. Infine, in vista della rete unica – l’unione tra Open Fiber e la rete primaria e secondaria di Tim Fibercop (di cui Fastweb ha il 4,5%) – Calcagno sostiene la ricetta del coinvestimento. «Se ne parla da anni e ancora non è successo nulla. Nell’attesa di un progetto concreto che dovrà essere vagliato a fondo dalla Ue – conclude – crediamo che il coinvestimento sia la strada maestra: Fastweb coinveste da sempre, lo ha fatto con A2a ed E.Biscom agli inizi, poi con Tim in FlashFiber e ora in Fibercop».

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