Bruxelles ha presentato lo scorso 18 ottobre un pacchetto di misure per rendere più intelligenti le reti e mettere gli utenti e le aziende nelle condizioni di monitorare e contenere i costi. Dedica attenzione al tema il magazine Affari&Finanza, con un articolo a firma di Vito De Ceglia, pubblicato lo scorso 31 ottobre: Puntare sulle nuove tecnologie per migliorare l’efficienza energetica, facilitare l’integrazione delle rinnovabili nella rete e abbassare i costi in bolletta sia per i consumatori che per le aziende europee energetiche, in particolare quelle del settore distribuzione. Sono questi gli obiettivi del Piano d’azione proposto il 18 ottobre dalla Commissione Ue per potenziare i servizi energetici digitali alla luce degli interventi previsti dal Green Deal europeo e dal piano REPowerEU, che richiedono una profonda trasformazione del nostro sistema energetico. Sistema che deve diventare più interattivo e più intelligente per aiutare i consumatori a cogliere i benefici della transizione verde.

Sempre nell’articolo viene ricordato come per accelerare il percorso di digitalizzazione delle reti energetiche europee, serviranno 584 miliardi di euro di investimenti da qui al 2030. Queste risorse, secondo la Commissione UE, dovrebbero arrivare dai programmi Europa digitale, Life, fondi di coesione e finanziamenti previsti per l’energia nell’ambito di Horizon Europe. Così nell’articolo: Le misure chiave, contenute nel documento, saranno sviluppate nei prossimi mesi e anni, tra cui: dare supporto ai cittadini per aumentare il controllo sui loro consumi energetici e sulle bollette attraverso nuovi strumenti e servizi digitali; controllare il consumo energetico del settore Ict anche tramite un sistema di etichettatura ambientale per i data center, un’etichetta energetica per i computer, misure per aumentare la trasparenza sul consumo energetico dei servizi di telecomunicazione e un’etichetta di efficienza energetica per le blockchain; rafforzare la cybersecurity delle reti energetiche grazie a una nuova legislazione, come un codice di rete per gli aspetti dei flussi elettrici transfrontalieri ai sensi del regolamento Ue sull’energia e della raccomandazione del Consiglio per migliorare la resilienza delle infrastrutture critiche.

Dalla metà di ottobre Il titolo di Telecom Italia TIM sta risalendo progressivamente, e dal quel momento è cresciuto quasi del 30%. Affronta l’argomento Giovanni Pons, giornalista de La Repubblica, in un articolo pubblicato lo scorso 3 novembre: un rimbalzo del titolo dell’ex monopolista sarebbe attribuibile alle “voci di una nuova operazione sul capitale che hanno cominciato a diffondersi con l’insediamento del governo Meloni”. Nel corso dell’estate si era parlato di un “piano Minerva”: Cdp avrebbe dovuto prendere in mano la partita e lanciare un’Opa su Tim, per toglierla dal mercato e procedere a fondere la rete con Open Fiber.

In pratica il piano Minerva raggiungerebbe lo stesso obbiettivo che stanno cercando di ottenere Cdp e Vivendi ma senza passare da una vendita della rete. Così nell’articolo: L’unica cosa certa è che c’è molto attivismo dietro le quinte e l’ad di Tim Pietro Labriola sta vagliando tutte le opzioni possibili. Ieri ha varcato il portone di Palazzo Chigi per incontrare lo staff di Meloni e forse Butti, che nel frattempo è diventato sottosegretario all’Innovazione. Labriola si sta appoggiando a Marco Patuano, ex ad di Telecom e oggi senior advisor di Nomura, per cercare di mettere insieme i pezzi. L’idea che stanno accarezzando è quella di promuovere un’Opa tutti insieme, cioè Cdp, Vivendi, il fondo Kkr che l’aveva già annunciata quasi un anno fa ma senza successo, il fondo Macquarie già presente in Open Fiber.

Sempre nell’articolo si parla anche dei possibili cambiamenti in alcuni ruoli di vertice di TIM. Si tratta di ipotesi, ma il 9 novembre il Cda di TIM dovrà recepire i conti del terzo trimestre e decidere come sostituire il consigliere Luca De Meo. Ma come ricorda Giovanni Pons nel suo articolo: La cooptazione di Massimo Sarmi, spinto dal ministro Giancarlo Giorgetti e da Vivendi, per andare a sostituire il presidente Salvatore Rossi, non è per nulla sicura.

Tramite un’apposita operazione finanziaria, le realtà che controllano Retelit e Irideos danno un forte impulso al loro impegno nella fibra e nei data center, puntando a creare il più grande provider alternativo di accesso e connettività B2B in Italia con una rete di 42.000 km in fibra e 34 data center. Rivolge attenzione al tema Cor.Com, – Il Corriere delle comunicazioni, con un articolo a firma di Patrizia Licata pubblicato lo scorso 3 novembre: Il fondo infrastrutturale pan-europeo Marguerite e Asterion industrial partners, private equity firm indipendente, hanno siglato un accordo che prevede la vendita a Marbles (società controllata da Asterion) da parte di Marguerite della quota del 19,6% del capitale di Irideos (operatore italiano di infrastrutture digitali) e il contestuale reinvestimento dei proventi in Marbles, che a questo punto detiene il 100% diRetelit e il 98% di Irideos.

Sempre nell’articolo vengono ricordati i posizionamenti di mercato e i tratti identitari fondamentali delle due società, sottolineando come Retelit è uno dei principali fornitori indipendenti all’ingrosso di servizi in fibra in Italia, con una piattaforma di circa 15.000 km di fibra, comprese reti metropolitane nelle 14 maggiori città, oltre a 19 data center. Mentre Irideos è uno dei maggiori operatori italiani di infrastrutture digitali che offre connettività, data center e soluzioni cloud attraverso una rete di 27.000 km in fibra ottica lungo le autostrade, la costa adriatica, le aree metropolitane e 15 data center.

Ancora nell’articolo di Patrizia Licata vengono riportate dichiarazioni significative dei protagonisti dell’accordo, fra cui quella di Guido Mitrani, socio fondatore di Asterion Industrial Partners: “Siamo lieti che Marguerite si unisca a noi in questa opportunità per creare il più grande fornitore alternativo di accesso all’ingrosso e connettività B2B in Italia, sfruttando le nostre conoscenze industriali. Questa piattaforma integra ulteriormente la nostra esposizione all’Italia e al settore delle telecomunicazioni e ci allinea ulteriormente con il nostro obiettivo di aiutare a colmare il divario digitale nelle nostre aree geografiche principali, fornendo al contempo una base critica per lo sviluppo della società Gigabit”. L’articolo si conclude ricordando il fatto che La transazione, il cui valore non è stato divulgato, è soggetta a liquidazione da parte delle autorità competenti. Il completamento è previsto nel quarto trimestre del 2022.

Tra i primi atti del neo ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, c’è stato l’incontro con gli assessori regionali a Istruzione e formazione finalizzato a riaprire ufficialmente la partita per lo sblocco dei primi 500 milioni di fondi PNRR per sostenere i nuovi «Its Academy». Lo ricorda il quotidiano Il Sole 24 Ore, con un articolo a firma di Claudio Tucci pubblicato lo scorso 3 novembre: In tutto il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha stanziato un’una tantum di 1,5 miliardi di euro proprio per far decollare questo segmento strategico di formazione terziaria subito professionalizzante parallelo all’università, dopo che lo scorso luglio è stata approvata la legge di rilancio (l’obiettivo concordato con l’Ue è quello almeno di raddoppiare il numero di ragazzi iscritti entro il 2026).

Come sottolineato nell’articolo de Il Sole 24 Ore, Il tema era stato affrontato dal ministro uscente, Patrizio Bianchi, che tra i suoi ultimi atti ha provveduto a ripartire tra le Regioni le risorse ordinarie pari a 48,3 milioni; poi però ci si era fermati sui 500 milioni targati PNRR soprattutto per i contrasti sui criteri di riparto con gli enti territoriali. Così nell’articolo: Il dossier è passato ora nelle mani del ministro Valditara; le Regioni nel frattempo hanno continuato a lavorare e avanzato una serie di correzioni. La proposta di mediazione, a quanto si apprende, ferma restando la clausola legislativa del 40% delle risorse allocabili al Sud, sarebbe quella di attribuire un peso maggiore al numero di studenti frequentanti nella distribuzione dei fondi (si sta ragionando tra il 60 e il 70% dei soldi da ripartire), e a ridurre da 100 a 50 milioni le somme destinate ai nuovi Its (valorizzando, anche qui, quelli già programmati e che hanno studenti rispetto a quelli nati in fretta e furia solo “per prendere in corsa” i fondi Pnrr).

Sempre nell’articolo si ricorda che secondo gli ultimi dati Indire, gli Its Academy sono 128, gli studenti frequentanti 20.890; e nell’ultimo monitoraggio hanno confermato un tasso d’occupazione a 12 mesi dal titolo dell’80%, con picchi tra il 90 e il 100% in diversi territori. Così nell’articolo: Una volta trovato l’accordo Governo-Regioni, i primi 500 milioni Pnrr arriveranno direttamente alle Fondazioni (non più alle scuole capofila, come ipotizzato in un primo momento) e serviranno per migliorare i laboratori. Si tratta però solo del primo passo; va poi ripartito il restante miliardo Pnrr e varati i 19 provvedimenti attuativi della legge 99 per completare il rilancio degli Its Academy.

© 2021 Valtellina S.p.A.
Via Buonarroti, 34 – 24020 Gorle (BG) – Italy
valtellina@valtellina.com


C.F. e P.IVA 00222840167 – Cap. Soc. € 18.000.000 i.v.
Reg. Imp. BG n° 00222840167 | R.E.A. n° 39405
Direzione e coordinamento di Finval SpA
  • Privacy
  • Cookie Policy
  • Credits

Rimani aggiornato sul mondo Valtellina

Lascia il tuo indirizzo email per ricevere comunicazioni e aggiornamenti dal mondo Valtellina. Compila il modulo e controlla la tua inbox per confermare l’iscrizione.