Per fare chiarezza sull’impatto della tecnologia 5G nei confronti dei territori interessati da infrastrutture di rete, è stato realizzato un documento dedicato alle realtà locali, che illustra i vantaggi della nuova tecnologia mobile con casi d’uso concreti: dalle applicazioni per il turismo alla logistica anti-CO2 fino agli ospedali smart. La guida è stata realizzata a cura dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Dedica attenzione al tema Cor.Com – Il Corriere delle Comunicazioni, in un articolo a firma di Patrizia Licata pubblicato lo scorso 21 settembre: La Gsma e l’Etno – ovvero l’ecosistema dell’industria delle telecomunicazioni – cercano di dare una risposta ai timori di tanti piccoli comuni nei confronti del 5G e della sua sicurezza per la salute pubblica. Contro la disinformazione sulla tecnologia mobile di quinta generazione arriva così la Guida per le realtà locali intitolata “Capire il 5G”. Il documento, pubblicato anche in italiano, raccoglie le evidenze scientifiche accreditate sulle emissioni di radiofrequenze e sfata i “miti” che si sono diffusi sugli impatti per la salute e l’ambiente. Ma, soprattutto, la guida mira a illustrare alle comunità locali di tutta Europa i vantaggi economici e sociali che saranno portati dal 5G e le potenzialità di generare crescita e lavoro. Le fake news diffusesi tra i consumatori e l’ostruzionismo di alcune amministrazioni locali nei confronti del 5G hanno provocato quasi 300 attacchi incendiari contro le antenne e numerosi episodi di violenza contro operai delle reti di telecomunicazione fra l’anno scorso e l’inizio di quest’anno in 13 Paesi europei, Italia compresa.

L’Anci ha quindi deciso di definire una questione che l’ha vista recentemente in contrapposizione con l’Anpci (l’associazione che rappresenta i piccoli Comuni), quest’ultima aveva espresso perplessità sugli impatti della rete 5G in merito ai rischi per la salute umana. Sussisteva quindi la necessità di sgombrare il campo da fake news del tutto prive di evidenze scientifiche, mettendo a punto una guida informativa dettagliata e rivolta proprio alle amministrazioni comunali.

È stata presentata ufficialmente la scorsa settimana la nuova società Gridspertise, creata da Enel per crescere nella consulenza e vendita di servizi per la digitalizzazione delle reti ad altri distributori in Italia e a livello globale, anche nei paesi nei quali non è presente. Ha come obiettivo sviluppare 1,5 miliardi di fatturato e conquistare il 10% del mercato globale nelle infrastrutture delle reti smart. A questo tema dedica un articolo Il Sole 24 Ore, a firma Laura Serafin, pubblicato lo scorso 23 settembre. L’iniziativa passa attraverso lo spin off delle attività che vanno dalla vendita dei nuovi contatori digitali, ai servizi per la gestione intelligente delle reti anche a livello decentralizzato per consentire un’ottimizzazione dei flussi di energia sino alla digitalizzazione delle operazioni in campo. La nuova società, che si chiama Gridspertise, è già stata costituita e punta a raggiungere ricavi per più di 1,5 miliardi annui al 2030 e una quota di mercato di almeno il 10% a livello mondiale in un settore che oggi vale 13 miliardi (un altro importante operatore oltre Enel oggi è la Svizzera Landis and Gyr), ma è in forte crescita ed è destinato a raggiungere i 20 miliardi entro il 2030. Al momento Gridspertise conta un centinaio di dipendenti, ma è previsto un piano di assunzioni a livello globale visto che la nuova realtà sarà disposta su quattro poli di sviluppo in Italia, Spagna, Stati Uniti e India. L’amministratore delegato è Robert Ronald Denda, responsabile innovazione e industrializzazione delle reti del gruppo Enel. Il prossimo step, forse già a partire dal prossimo anno, potrebbe essere l’apertura del capitale, per una quota di minoranza, a un fondo di investimento o infrastrutturale in linea con il modello di stewardship annunciato nel piano industriale del novembre scorso.

Durante la presentazione dell’iniziativa il responsabile globale infrastrutture e reti del gruppo Enel, Antonio Cammisecra, ha dichiarato la volontà da parte della newco di arrivare al contatore digitale di quarta generazione che sarà globale: un unico contatore che si potrà adattare in funzione degli schemi regolatori o delle esigenze della evoluzione del mercato dei singoli paesi. Nel suo articolo Laura Serafin sottolinea: Il gruppo sta implementando l’installazione di contatori di nuova generazione in Italia, in Spagna ha completato con quelli di seconda generazione e sta avviando l’installazione di 8 milioni di pezzi in una sola città, a San Paolo del Brasile (…). Enel fa già da consulente per le reti di distribuzione di altri paesi europei nei quali non è presente, come Germania e Francia. Vende già prodotti e servizi a molti distributori italiani, che installano contatori Enel. Con Acea ha un contratto quinquennale del valore di alcune decine di milioni di euro. «Stiamo sviluppando un dispositivo che sarà montato in tutte le cabine secondarie che fornisce l’edge computing, cioè la possibilità della rete di avere capacità di calcolo non centralizzata ma distribuita – aggiunge il manager – Questo permette di avere un’intelligenza computazionale in grado di svolgere a livello locale il calcolo e il bilanciamento dei flussi elettrici o il governo dei flussi tra partecipanti sulla rete stessa. Non esisteva un dispositivo del genere, lo abbiamo sviluppato noi, lo stiamo brevettando. Partiremo dalle nostre reti e poi lo offriremo alle reti più evolute nei prossimi due anni».

Sono in pieno fermento le dinamiche governative riguardanti lo sviluppo delle reti In Italia, sul base anche delle risorse previste dal PNRR. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha più volte dichiarato che la transizione digitale è determinante per il Paese e che considera essenziale il contributo dei privati. In tal senso Agcom ha avviato la consultazione pubblica sul piano Italia a 1 Giga propedeutica alla gara per le aree grigie in cui si profila la modalità del co-investimento attraverso consorzi di operatori. Un quadro che potrebbe vedere i concorrenti storici Tim e Open Fiber allearsi in determinate condizioni e circostanze. Dedica al tema uno specifico articolo Cor.Com – Il Corriere delle Comunicazioni, con un editoriale a firma del suo Direttore Mila Fiordalisi, pubblicato lo scorso 24 settembre: Intendiamo migliorare la vita di cittadini e imprese e dotare soprattutto i giovani delle capacità necessarie per essere pronti per i lavori di domani. Sul fronte delle infrastrutture, abbiamo concluso la consultazione pubblica sulla banda larga, che darà avvio al processo di cablatura del paese. Attendiamo di ricevere le prime proposte di partnership per la creazione del Polo Strategico Nazionale, il cloud sicuro per la pubblica amministrazione. In entrambe le iniziative il contributo dei privati sarà importante. Questi gli aggiornamenti annunciati ieri dal Presidente del Consiglio Mario Draghi all’assemblea di Confindustria.

Nel suo articolo Mila Fiordalisi ricorda poi come il Consiglio di Agcom, all’unanimità, ha avviato la consultazione pubblica per definire le linee guida per le modalità di accesso alle infrastrutture di rete realizzate con gli aiuti di Stato nell’ambito del Piano Italia a 1 Giga svelato nelle scorse settimane dal ministro per l’Innovazione Vittorio Colao. Ed inoltre sottolinea: Si va avanti anche sul progetto Cloud Italia. Cdp e Tim hanno già tenuto i cda in cui si è discusso dell’offerta per il polo strategico nazionale che vede la Cassa e la Telco unite nella cordata con Sogei e Leonardo, i cui cda si terranno nei prossimi giorni per arrivare alla stesura del progetto da presentare a Colao entro fine mese, al massimo i primi di ottobre, come da desiderata del Governo. Durante il Consiglio dei ministri di ieri, intanto, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e il Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco hanno svolto la prima informativa in merito al monitoraggio e allo stato di attuazione delle misure previste dal PNRR. I target da raggiungere per l’anno in corso sono 51, divisi in 24 investimenti e 27 riforme da adottare. Delle 51 misure sono stati già raggiunti 13 obiettivi. Più nel dettaglio, relativamente agli investimenti, alla data di ieri, ne risultano già definiti 5. Per tutti i restanti sono state già avviate le procedure di realizzazione. Per quel che riguarda le riforme, ne sono state definite 8, pari al 30% del totale; per le altre 19 è già in corso il procedimento di approvazione.

Lo scorso 23 settembre il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato le linee guida in materia di accesso alle unità immobiliari ai condomini per la realizzazione di reti in fibra ottica. A livello di infrastrutture, spicca la decisione di evitare duplicazioni di cavi. In pratica ogni condominio in futuro avrà un solo collegamento in fibra ottica. L’argomento è particolarmente significativo per lo sviluppo delle reti in Italia, ecco perché dedica un apposito focus all’argomento Il Sole 24 Ore con un articolo a firma Andrea Biondi, pubblicato lo scorso 24 settembre: Fra le nuove indicazioni l’Autorità «raccomanda di evitare» «l’inutile duplicazione della rete in fibra ottica dell’immobile». Ovviamente per realizzare questo obiettivo, il garante invita «gli operatori a utilizzare l’infrastruttura già realizzata» e li obbliga a «mettere a disposizione l’infrastruttura – acquisita dal condominio o realizzata in proprio – agli altri operatori che ne facciano richiesta». Insomma, una sorta di rete unica condominiale con accesso ai servizi dei vari operatori. Gli operatori attendono di poter analizzare la versione finale delle Linee guida per come sono uscite dal Consiglio Agcom, anche se serpeggia il timore di misure un po’ troppo blande per affrontare un problema, quello dell’accesso della fibra nei condomini, tutt’altro che banale. In questo quadro le indicazioni dell’Agcom dettagliano «le condotte da tenere in fase di richiesta di accesso alla proprietà e alle infrastrutture fisiche esistenti per facilitare l’interazione tra operatore e condominio, dettando tempi certi». Indicazioni adottate dal garante guardando agli «obiettivi strategici di connettività e trasformazione digitale indicati dalla Commissione europea» che mirano a semplificare tempi e interventi e costi per la collettività. La nuova banda dovrà infatti essere collegata dopo «la formulazione di proposte, alternative e ragionevoli, per la posa dei cavi, compreso l’uso delle infrastrutture di posa esistenti, laddove utili a ridurre gli interventi sull’immobile ed evitare inutili duplicazioni».

Puntando ad una fibra in comune, le linee guida – come ricorda lo stesso Biondi nel suo articolo – danno anche indicazioni sulle modalità e i livelli di prezzo per l’accesso all’impianto multiservizio. In particolare, spiega l’Autorità, «salvo diverso accordo tra le parti, l’accesso alla fibra ottica dell’impianto multiservizio avviene attraverso cessione, da parte del condominio, di diritti d’uso pluriennali con gestione della medesima infrastruttura, ai fini della fornitura e della manutenzione dei servizi di comunicazione elettronica, in capo all’Operatore richiedente».

© 2021 Valtellina S.p.A.
Via Buonarroti, 34 – 24020 Gorle (BG) – Italy
valtellina@valtellina.com


C.F. e P.IVA 00222840167 – Cap. Soc. € 18.000.000 i.v.
Reg. Imp. BG n° 00222840167 | R.E.A. n° 39405
Direzione e coordinamento di Finval SpA
  • Privacy
  • Cookie Policy
  • Credits

Rimani aggiornato sul mondo Valtellina

Lascia il tuo indirizzo email per ricevere comunicazioni e aggiornamenti dal mondo Valtellina. Compila il modulo e controlla la tua inbox per confermare l’iscrizione.