Alessio Butti, sottosegretario all’innovazione, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano La Repubblica l’esistenza di un piano governativo in quattro punti finalizzato a dare una svolta alle potenzialità di rete e quindi alla copertura Internet in tutta Italia. L’articolo, a cura di Alessandra Longo, è stata pubblicata lo scorso 12 settembre. Butti ritiene che l’intero sistema abbia accumulato dei ritardi, sottolineando la delicatezza e importanza del tema: E dato che in ballo ci sono anche i fondi del PNRR, il problema è ancora più serio. Sono tanti gli italiani che vorrebbero abbonarsi, ma non possono perché non sono ancora coperti. Il governo però ha una ricetta, con quattro ingredienti, per dare una svolta».
Durante l’intervista indica quindi i quattro punti sui quali il Governo vorrebbe puntare per riattivare in modo rapido e intensivo lo scenario di interventi infrastrutturali: Il primo obiettivo è quello della copertura della rete fissa, che prevede anche tecnologie Fwa (fisso wireless) dove le condizioni ambientali lo richiedano. Il secondo obiettivo è la copertura del Paese con la rete mobile 5G, non solo completando la copertura con 5G NSA di tutte le zone abitate, ma puntando a una copertura estesa in 5G SA (Stand Alone), le cui caratteristiche di elevata velocità (anche oltre i 10 giga bit per secondo), bassissima latenza (5 ms o meno) e capacità di gestire un numero elevato di apparati connessi lo rendono indispensabile per abilitare la trasformazione digitale del Paese. Il terzo obiettivo è l’adozione da parte dell’utenza, che appare spesso non motivata nella richiesta del servizio, ma che in realtà non trova disponibilità reale di una rete moderna e avanzata sul territorio. Quando la rete c’è, l’utenza in genere adotta immediatamente la nuova opportunità. Il quarto obiettivo è la spinta ai sistemi di edge computing (risorse informatiche vicine all’utente finale, (ndr),per garantire una elevata qualità dei nuovi servizi (come la Sanità digitale), assicurando allo stesso tempo significativi risparmi di gestione, fino al 60%, agli operatori di Tlc. L’articolista chiede poi a Butti delle previsioni su quando il piano diventerà attuativo: «Intanto dobbiamo liberarci di tutte quelle ragioni che hanno rallentato la costruzione delle reti, accumulando ingiustificati ritardi. E aggiunge: Deve esserci una accelerazione nella esecuzione dei lavori senza un aggravio di costi a carico della collettività. La politica sembra prendere in mano una situazione per toppo tempo in stallo, ma molti appaiono ancora i nodi da sciogliere.
L’anticipazione giornalistica proviene direttamente dalle fonti del quotidiano il Sole 24 ore, che lo scorso 14 settembre ha dedicato un articolo alla notizia: ci sarebbe il via libera del Cda di Open Fiber all’accordo con Tim sulle aree grigie. Secondo quanto scrive Andrea Biondi nell’articolo: Si tratta di un accordo di condivisione di infrastrutture secondo uno schema che, a quanto risulta al sole 24 Ore, vedrebbe Tim mettere a disposizione i cavidotti e le proprie infrastrutture nelle aree grigie a fronte di un esborso di Open Fiber di qualche decina di milioni di euro ma che in qualche modo avrebbe come contropartita la fornitura da parte di Of di collegamenti in fibra per stazioni radio base e infrastrutture nelle aree nere del Paese dove la controllata di Cdp e Macquarie è presente anche come eredità della passata Metroweb.
Come ricordato nell’articolo di Biondi, l’intesa segue quella di maggio 2022 sulle aree bianche (quelle a “fallimento di mercato” in cui Open Fiber ha vinto tre bandi per la cablatura del Paese). L’accordo si colloca in un momento in cui Tim e Open Fiber si sono trovati a luglio a vedersi contestate da Infratel penali per i ritardi nella realizzazione del Piano Italia 1 Giga (con fondi del Pnrr). Per il meccanismo esistente le penali sono recuperabili – e quindi completamente azzerabili – nelle due milestone successive e quindi entro giugno 2024. Andando avanti con i lavori diventerebbero dunque penali “virtuali”. In questo quadro, sottolinea Biondi, l’intesa potrebbe però evidentemente essere funzionale all’accelerazione del rollout grazie alla condivisione delle infrastrutture. L’articolo de Il Sole 24 ore non manca poi di evidenziare come nella riunione del Cda di Open Fiber fra i temi trattati ci sarebbe stato anche quello del rifinanziamento nell’ambito del project financing del gruppo. Nelle trattative è coinvolto un pool di 32 istituti di credito e sul punto sta lavorando l’advisor Lazard. Tutto questo avviene inoltre nell’attesa per la scadenza del 30 settembre: data entro cui il fondo Usa Kkr è chiamato a presentare una proposta vincolante per Netco (rete Tim e Sparkle). Altrettanto dinamico appare il versante politico dello scenario Tlc, nel quale il sotto segretario Butti ha anticipato una strategia governativa in quattro punti per dinamicizzare i lavori infrastrutturali della rete (ved. quanto riportato in questo numero di Connessioni).
WindTre ha annunciato di aver rinnovato la sua collaborazione con IBM, attraverso la progettazione di una soluzione basata su tecnologie di intelligenza artificiale (AI) ed automazione, per ottimizzare la gestione delle segnalazioni aperte dai clienti, riducendo le attività ripetitive del Service Desk dell’operatore. Secondo quanto affermato da WindTre, la soluzione in questione, definita di “Intelligent Automation“, è già stata in grado di gestire, in maniera automatizzata, oltre duecentomila richieste dell’utenza al Service Desk a seguito di necessità di vario genere. Dedicano attenzione alla notizia diverse testate, fra cui il Corriere della Sera che riporta anche una dichiarazione di Stefano Rebattoni, AD di IBM Italia: Solo il 20% delle Pmi adotta soluzioni AI, ma l’AI generativa basata su modelli foundation è una grande opportunità per questo tipo di aziende.
Per WindTre questo sviluppo di collaborazione, avviata nel 2018, fa parte del proprio percorso di trasformazione digitale, incentrato sulle soluzioni cloud e AI di IBM. Sempre a detta di WindTre, il prossimo traguardo dell’accordo con IBM è quello di creare un team multi disciplinare che lavori congiuntamente su tecnologie di intelligenza artificiale e automazione, allargando l’ambito di intervento attraverso l’elaborazione degli incidenti infrastrutturali, con l’obiettivo di individuare le cause dei problemi più ricorrenti e anticiparne le risoluzioni. Tiziana Tornaghi, IBM Consulting Managing Partner per l’Italia, ha commentato il nuovo accordo evidenziando come “Il futuro è ancor più promettente grazie alla flessibilità offerta dagli ambienti Cloud e alle enormi potenzialità di tecnologie di frontiera come Generative AI e Automazione Intelligente”. La nuova soluzione di “Intelligent Automation”, progettata e sviluppata dagli esperti di IBM Consulting, si basa sulla combinazione di servizi di intelligenza artificiale disponibili su IBM Cloud e sistemi di automazione, ovvero watsonx Assistant, watsonx Knowledge Studio (WKS) e Natural Language Understanding (NLU). Secondo WINDTRE la soluzione di “Intelligent Automation” progettata con IBM ha consentito un aumento della velocità di risposta alle segnalazioni pari a 10 volte, nonché la riduzione degli errori umanie la possibilità di attivare più robot in parallelo, in grado di gestire contemporaneamente i reclami.
L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha posto in essere una crescita significativa delle sue infrastrutture digitali, allo scopo di supportare l’intera rete nazionale dei centri IIT, che comprende 4 sedi a Genova e 11 nei principali centri urbani del Paese. Le potenzialità sono state quadruplicate.
Obiettivo principale dello sviluppo, accelerare e ottimizzare le attività di ricerca in tutti i campi di interesse dell’Istituto, facilitando una transizione digitale efficace nel settore della ricerca. In particolare l’IIT si è dotato di un sistema avanzato per l’archiviazione dei dati, in quanto le attività sperimentali generate producono enormi volumi di dati che devono essere resi accessibili anche alla comunità scientifica e riutilizzabili in ogni momento secondo requisiti di trasparenza e sicurezza rigorosi. Rivolge attenzione all’argomento Cor.Com – Il Corriere delle Telecomunicazioni, con un articolo pubblicato lo scorso 15 settembre: L’IIT sta sviluppando internamente software che consentiranno ai suoi ricercatori, ma anche a team di ricerca di altre istituzioni – nell’ottica dell’Open Science – un accesso facile, rapido, sicuro ed efficace ai dati necessari per le sperimentazioni che poi possono essere analizzati grazie a machine learning e algoritmi di intelligenza artificiale. In questo senso l’IIT ha potenziato anche l’infrastruttura di calcolo principale, il supercomputer Franklin, che ha una velocità superiore ai 2 Petaflops, ovvero è in grado di eseguire più di 2 milioni di miliardi di operazioni al secondo, grazie ai suoi 83 nodi e alle 288 GPU (Graphic Processing Unit – unità di elaborazione grafica).
Come sottolineato nell’articolo, tra gli obiettivi è prevista una spinta nella gestione del dato Fair (Findable, Accessible, Interoperable, Resuable) secondo i principi dell’Open Science richiesti dalla Comunità Europea e dalle comunità internazionali di riferimento, e un uso più ampio di algoritmi di AI nell’analisi dei dati che porterà evoluzioni nel modo in cui alcune ricerche vengono condotte.
Questi ulteriori investimenti e sviluppi, si connettono direttamente anche all’apertura, avvenuta nel maggio scorso, del Center for Robotics and Intelligent Systems – Centro per la Robotica e i Sistemi Intelligenti (CRIS) a Genova, che ospita laboratori e strutture di test all’avanguardia per lo studio della robotica nel quale le diverse linee di ricerca – da quella chirurgica a quella industriale, dagli esoscheletri riabilitativi all’esplorazione spaziale.