I Data Center, elementi tecnologici fondamentali dell’imprenditorialità moderna, sono in costante evoluzione: potenzialità di gestione dei dati si uniscono a salvaguardia dell’ambiente, anche per attivare risparmi energetici. Essere un’infrastruttura digitale resiliente, sicura e performante non basta più: è necessario essere molto efficienti dal punto di vista energetico, fattore indispensabile per non perdere il vantaggio competitivo. Rivolge attenzione al tema il quotidiano Il Sole 24 ore con un articolo pubblicato lo scorso 29 maggio: «La richiesta di data center è in aumento di circa il 20% anno su anno», esordisce Alessandro Mancini, Head of Industrial & Logistics Italy di Cushman & Wakefield, società che in Italia assiste la quasi totalità delle consulenze nel settore. «Dei circa 1,5 milioni di mq passati di mano negli ultimi anni, 400mila mq di transazioni sono avvenute nel 2022, fra cui spicca quella di Compass-Hines a Noviglio, per circa 200mila mq e 100 Mva (Megavoltampere) di potenza», spiega Mancini. (…) Fra le tendenze emergenti, è crescente l’attenzione ai criteri Esg, uno dei focus di Ida (associazione italiana dei costruttori e operatori di data center), nata a gennaio 2023 dal sodalizio dei principali operatori del settore fra cui Microsoft, Equinix, Rai Way, Cbre Data Centers, e presieduta da Emmanuel Becker, managing director di Equinix Italia.

Nell’articolo si sottolinea, anche grazie ad alcuni autorevoli interventi, che tutti i data center costruiti dopo il 2020, quando c’è stata una presa di coscienza delle problematiche legate al costo dell’energia, sono più efficienti by design. Inoltre, sempre più aziende si affidano a professionisti del settore, passando da on-premise a off-premise, confluendo in edifici ottimizzati. E a riqualificare strutture difficili da spostare, migliorandone le performance. Così nell’articolo: Ida ha da poco firmato il Climate neutral data center pact, un’iniziativa Ue che coinvolge i principali attori del settore dei data center. I punti sono molto ambiziosi. Il primo è l’efficientamento energetico certificato da un revisore esterno, puntando a un Pue (l’indicatore usato per misurare l’efficienza energetica di un data center) di 1,3 entro il 2025 o 2030 (la media globale 2022 è 1,5, dati Statista, ndr). Seguono l’acquisto del 100% di energia green, le iniziative per il risparmio idrico e per convogliare il calore prodotto verso altre aree, per esempio edifici pubblici (Equinix lo fa da oltre dieci anni nei suoi data center di Helsinki e ha in atto piani di teleriscaldamento per i suoi edifici di Ginevra e Milano). Infine, l’impegno a riparare, riutilizzare e riciclare i server nel corso del ciclo di vita. Tutto questo avviene in uno scenario italiano che negli ultimi anni è cambiato drasticamente, a seguito di grandi impulsi che hanno impresso una forte accelerazione a una metamorfosi già in atto, dove i volumi di dati scambiati sono aumentati vertiginosamente. In particolare è successo qualcosa che non si era mai verificato prima: i grandi player internazionali – in passato spesso restii a operare in una regione contraddistinta da una certa lentezza nel percorrere la strada dell’innovazione, soprattutto a causa di carenze infrastrutturali – riconoscono che l’Italia oggi offre più opportunità di altri.

I dati generati dall’umanità sono un patrimonio ricco e rinnovabile, un capitale nuovo che si può adoperare per creare un welfare digitale: lo ha recentemente affermato Maurizio Ferraris, professore di filosofia teoretica all’Università di Torino, nel corso dell’audizione al Comitato di Vigilanza sull’attività di Documentazione sul tema dell’intelligenza artificiale della Camera dei Deputati. Lo stesso Ferraris è autore, insieme a Guido Saracco (professore ordinario di Fondamenti chimici delle tecnologie al Politecnico di Torino, dove è rettore dal marzo 2018) del saggio Tecnosofia – Tecnologia e umanesimo per una scienza nuova, pubblicato lo scorso mese. Secondo gli autori del volume, l’alleanza tra tecnologia e umanesimo può potenziare questo capitale a beneficio di tutti, trasformandolo in un patrimonio dell’umanità.

La pubblicazione è stata accompagnata da recensioni su diversi organi di stampa, fra cui un intervento degli stessi autori Ferraris e Saracco su Il corriere della Sera nella giornata del 31 maggio. In base alle loro riflessioni, quanto più la tecnologia e l’umanesimo sapranno interagire, tanto più l’umanità solcherà positivamente la strada del progresso. È questa l’idea che ispira il libro, frutto appunto della collaborazione tra un filosofo e un tecnologo. Entrambi, infatti, promuovono un giudizio positivo sulla tecnologia perché è innegabile che la capacità tecnologica appartiene all’umanità sin dalle sue origini. E risiede in essa la capacità di conservare e moltiplicare il valore dei suoi beni materiali e culturali a beneficio delle generazioni future.

Il saggio sembra essere una risposta concreta ai molti allarmi che nelle scorse settimane sono stati lanciati sullo strapotere dell’intelligenza artificiale. Gli stessi inventori dell’AI hanno dichiarato che potrebbe portare all’estinzione umana, e la riduzione dei rischi associati a questa tecnologia dovrebbe essere una priorità globale. Mitigare il rischio rappresenta quindi una priorità globale, insieme a prevenire pandemie e guerra nucleare, si legge nella dichiarazione. Ferraris e Saracco però precisano nel loro lavoro che l’AI è attualmente un patrimonio sottoutilizzato e al momento polarizzato da due forze, Stati Uniti e Cina. Esistono gli strumenti per cambiare almeno in parte questa condizione e l’Europa potrebbe trasformare il negativo in positivo. Come? Creando un welfare digitale. Riguardo a ChatGpt, Ferraris ha osservato che “solo un gruppo umano può seriamente desiderare il potere, le macchine non hanno niente di questo”; mentre sui pericoli che l’AI può portare al mondo del lavoro e della creatività, il filosofo ha affermato che sarebbe utile creare sempre di più “forme di intermediari umani tra macchine e utente” e passare “dall’homo faber all’homo valens”, produttore non più di beni ma di valori, “cosa che decidono solo gli umani”. “La creatività è un bene raro – ha poi concluso Ferraris – Se l’uomo è veramente creativo non deve avere paura dell’Intelligenza artificiale”. (fonte ANSA).

Il Consiglio Agcom ha approvato lo scorso 31 maggio le nuove tariffe wholesale per la rete Tim in rame e fibra, alzando i prezzi per la rete in rame e fibra-rame (Fttc), mentre sono stati ridotti quelli per la fibra (Ftth). Il provvedimento fa seguito al via libera della Commissione europea. Scendono i prezzi per l’Ftth grazie al risk premium. Come è stato sottolineato da più parti, si tratta di un passaggio per certi versi storico. Una spinta decisiva verso il provvedimento è stata data dai rincari “strutturali” frutto dell’inflazione: erano dieci anni infatti le tariffe non registravano aumenti.

Dedica attenzione al tema Cor.Com – Il Corriere delle telecomunicazioni con un articolo a firma di Federica Meta pubblicato lo scorso 1 giugno: “È una notizia più che positiva considerando che negli ultimi 10 anni le tariffe di Tlc si sono ridotte del 35%. È arrivato il momento di una svolta per dare il reale valore alle reti di telecomunicazioni, fondamentali per lo sviluppo del Paese”, commenta a CorCom Maurizio Dècina, professore emerito del Politecnico di Milano. Gli aumenti previsti per il 2023 saranno più contenuti rispetto a quanto preventivato in consultazione. Riguardo al 2022 saliranno solo le tariffe di accesso al Vulah con un impatto marginale considerata la quantità di linee attive sul totale. A pesare l’inflazione e il parametro che incide di più è il Wacc (costo medio ponderato del capitale). L’aumento delle tariffe per l’accesso in rame fa il paio con l’abbattimento di quelle per la fibra: in questo caso l’obiettivo è favorire la realizzazione e la migrazione alle infrastrutture di nuova generazione e accelerare sulla dismissione del rame attraverso il meccanismo del risk premium.

Come ricordato nell’articolo di Cor.Com, l’iter per la modifica delle tariffe wholesale era partito lo scorso autunno e, pur prevedendo un aumento delle tariffe rispetto al passato, è frutto delle consultazioni con tutti gli operatori. L’evoluzione si colloca in uno scenario nel quale la fibra ha sempre maggiore rilevanza di mercato. A dirlo, ad esempio, sono i dati elaborati dall’osservatorio di SOStariffe.it che ha analizzato in che modo si è evoluto il mercato di telefonia fissa a partire dal 2021. Il cambiamento più evidente è la rapida ascesa delle connessioni FTTH (con velocità di navigazione teorica fino a 2,5 Gbps) e Ultra FTTH (con velocità di navigazione teorica che arriva fino a 10 Gbps). Questa piccola rivoluzione è andata a discapito delle connessioni FTTC (fibra misto rame) e ADSL. Ma l’aumento medio della velocità di navigazione non è l’unica modifica in atto nel settore della telefonia: gli italiani sembrano infatti preferire i contratti che offrono solo una connessione a internet, senza linea voce, e le offerte convergenti che permettono di riunire in un solo contratto la connessione di rete fissa e quella di rete mobile o un abbonamento a una piattaforma di streaming video.

L’economia italiana è di nuovo in marcia e nel primo trimestre continua la ripresa dopo la battuta d’arresto del 2022. A inizio anno la crescita del Pil è stata dello 0,6% in termini congiunturali e dell’1,9% in termini tendenziali: due risultati in ulteriore miglioramento – ha riportato l’Istat – dello 0,1% rispetto alle previsioni di aprile. Lo scenario italiano ha fatto registrare la performance migliore rispetto agli altri Paesi dell’area Euro, tanto è vero che la crescita acquisita per l’intero 2023 è stata rivista a +0,9%. Rivolgono attenzione al tema tutti i principali organi di stampa, fra cui Il corriere della Sera con un articolo a firma di Andrea Rinaldi pubblicato lo scorso 1 giugno, che compara il dato italiano con il panorama europeo: Nel primo trimestre del 2023, il Pil destagionalizzato è aumentato dello 0,1% nell’Eurozona e dello 0,3% nell’Unione Europea rispetto al trimestre precedente. Nel quarto trimestre del 2022, il Pil era rimasto stabile nell’Eurozona e diminuito dello 0,1% nell’Ue. Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili i dati relativi al primo trimestre del 2023, il Portogallo (+1,6%) ha registrato l’aumento maggiore rispetto al trimestre precedente, seguito da Spagna, Italia e Lettonia (tutti +0,5%). Sono stati registrati cali in Irlanda (-2,7%) e in Austria (-0,3%). Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, il Pil destagionalizzato è aumentato dell’1,3% sia nell’Eurozona che nell’Unione Europea nel primo trimestre del 2023. I tassi di crescita su base annua sono stati positivi per tutti i Paesi, ad eccezione della Germania.

Il buon dato italiano è stato rimarcato anche dal governatore della Banca d’Italia nella sua relazione presentata lo scorso 31 maggio. Visco ha sottolineato che “La ripresa è stata più marcata nelle costruzioni, sostenute dagli incentivi fiscali per la qualificazione del patrimonio edilizio – ha illustrato Ignazio Visco – nonostante le difficoltà in corso d’anno, anche la produzione manufatturiera si è mantenuta ai livelli del 2019”. “La rinnovata vitalità del sistema economico – ha poi aggiunto – si è manifestata nella robusta espansione delle esportazioni e nella forte ripresa dell’accumulazione di capitale”. Partecipa in misura significativa a questo clima positivo l’attenuazione della crisi energetica, sia per riduzione dei prezzi che per accelerazione della transizioni green. Secondo un’analisi di BloombergNEF, questa accelerazione del processo di transizione energetica continuerà per tutto il 2023, grazie anche a un approccio più concreto e pragmatico al raggiungimento degli obiettivi green adottato da molti dei governi europei.

© 2021 Valtellina S.p.A.
Via Buonarroti, 34 – 24020 Gorle (BG) – Italy
valtellina@valtellina.com


C.F. e P.IVA 00222840167 – Cap. Soc. € 18.000.000 i.v.
Reg. Imp. BG n° 00222840167 | R.E.A. n° 39405
Direzione e coordinamento di Finval SpA
  • Privacy
  • Cookie Policy
  • Credits

Rimani aggiornato sul mondo Valtellina

Lascia il tuo indirizzo email per ricevere comunicazioni e aggiornamenti dal mondo Valtellina. Compila il modulo e controlla la tua inbox per confermare l’iscrizione.