Nel corso delle ultime settimane si sono intensificati gli interventi pubblici da parte del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha ribadito la necessità di portare maggiormente la cultura del lavoro nelle scuole e il ruolo dell’istruzione tecnica e professionale. In tal senso Valditara ha annunciato una riforma inerente proprio gli istituti tecnici e professionali, con un una proposta in via sperimentale che vada ad affiancare il percorso tradizionale.Un aspetto centrale del progetto sarà l’autonomia delle singole scuole, che potranno realizzare moduli integrativi per l’apprendimento.Per tale motivo, il progetto rilancia anche l’idea di attingere a professionisti provenienti direttamente dal mondo del lavoro, specie per quelle discipline dove nella scuola esiste un gap dal punto di vista delle attività partiche e laboratoriali. Rivolge attenzione all’argomento il quotidiano Il Sole 24 ore con un’articolo a firma di Claudio Tucci pubblicato lo scorso 24 maggio: Docenti provenienti dal mondo del lavoro per determinate e specifiche materie, in particolare quelle più legate alle tecnologie. La realizzazione di veri e propri “campus” per verticalizzare l’intera filiera dell’istruzione e formazione professionale con percorsi secondari di quattro anni da completare poi con il biennio negli Its Academy. Una sorta di modello 4+2 “sperimentale” da far partire in determinate filiere tecnico-professionali dove più alto è il mismatch tra domanda e offerta di profili tecnici. E ancora: una alternanza scuola-lavoro di maggiore qualità con una reale co-progettazione dei percorsi e un ruolo più attivo dei due tutor, quello scolastico e quello aziendale, per rendere non solo sicura ma anche più proficua per i ragazzi l’esperienza “on the job”. Più didattica “pratica” e “laboratoriale” durante l’intero percorso di studi e un rafforzamento dell’orientamento verso i percorsi tecnici e professionali, con una formazione specifica (anche in azienda) per i “nuovi” docenti tutor e orientatore, previsti con la riforma dell’orientamento e che entreranno in classe il prossimo settembre, in modo da fargli conoscere bene Its Academy e filiera tecnico-professionale affinché così possano dare migliori “indicazioni” a famiglie e studenti.

Come sottolineato nell’articolo di Tucci, l’obiettivo primario è quello di favorire il flusso in ingresso dei giovani tecnici nel mondo del lavoro, dove ormai sono più di 1 milione i posti disponibili non coperti. Sempre nell’articolo si ricorda che mentre gli istituti tecnici hanno ripreso un po’ di vigore con gli ultimi dati sulle iscrizioni (sono stati scelti dal 30,9% dei nuovi iscritti, in crescita rispetto al 30,7% dell’anno scolastico 2022/23), per i professionali la discesa di iscrizioni non accenna a fermarsi: siamo al 12,1%, ai minimi storici. Eppure, Its Academy, istituti tecnici e professionali, IeFp continuano sfornare numeri record sull’occupazione, tra il 70 e il 90% dei casi, considerando inoltre che l’impiego è coerente con il percorso formativo svolto. Ecco quindi la necessità di interventi strutturali: l’idea del ministro Valditara è quella di consentire agli istituti professionali statali, per determinate e specifiche materie, di assumere, con contratto a termine, un imprenditore, un professionista, un tecnico aziendale. Un’altra novità sarebbe quella di costruire, in una logica di campus, filiere di istruzione e formazione professionale legate a imprese e territori, valorizzando la sperimentazione quadriennale (già operativa) e facendo poi completare il percorso, a livello terziario, negli Its Academy (ma si sta ragionando anche se includere le università).

Da quando ha fatto il suo ingresso sul mercato italiano nel 2018, Iliad ha seguito un percorso di crescita costante. In questi cinque anni Iliad ha investito notevolmente nelle sue infrastrutture e nello sviluppo di soluzioni come l’espansione della rete 5g, che raggiunge oltre 3000 città italiane, e la scelta di offrire esclusivamente tecnologia Ftth per la rete fissa. Si occupa dello sviluppo di Iliad e più in generale delle evoluzioni del mercato delle telecomunicazioni il Corriere della sera, con un ampio articolo a firma di Federico De Rosa pubblicato lo scorso 24 maggio: Una nuova rivoluzione sta stravolgendo il mondo delle telecomunicazioni. Una sfida a tutto campo, i cui confini continuano a cambiare, mettendo a dura prova i protagonisti del mercato. Pochi settori sono «disruptive» come quello delle tlc, soggetto a cambiamenti continui legati ai cicli tecnologici, costringendo le compagnie telefoniche a rincorrere le trasformazioni a suon di investimenti non sempre sostenibili. Ma da qualche tempo è in corso uno stravolgimento dei tradizionali paradigmi che ha spostato la sfida tra compagnie telefoniche in un territorio in gran parte inesplorato dove sono le macchine, più degli uomini, a fare la differenza e a creare una nuova domanda di servizi. Le applicazioni «intelligenti» per le reti, fisse e mobili 5G, lo sviluppo del cloud e dell’hedge computing che stanno rivoluzionando il modo di fare impresa spostando e automatizzando i processi decisionali grazie all’enorme mole di dati raccolti ed elaborati. Dati che passano per le reti telefoniche, dove si gioca la vera sfida. Non parliamo di futuro ma del contesto competitivo attuale.


Specificatamente sullo sviluppo di Iliad, l’articolo di Federico De Rosa sottolinea come la compagnia ha condotto in cinque anni una competitiva politica tariffaria accompagnata da un livello qualitativo in continua crescita grazie agli oltre 4 miliardi di euro investiti nelle infrastrutture, confermando come le reti ultraveloci sono lo snodo chiave per conquistare posizioni e quote di mercato.

Sulla base dei dati AGCOM, Iliad stima una quota di mercato nel settore della telefonia mobile pari al 12%. L’azienda prevede per il 2023 un’ulteriore crescita in ambito sia mobile sia fibra, quest’ultimo grazie all’ulteriore estensione della rete di Open Fiber ed a nuove possibili collaborazioni con FiberCop e Fastweb. Secondo l’Università Luiss gli investimenti effettuati da Iliad sin da quando ha dato il via alle sue attività nel nostro Paese sono stati ampiamente ripagati generando un impatto sulla produzione nazionale fino a 10,3 miliardi di euro e 83.000 nuovi posti di lavoro tra diretto, indiretto e indotto.

Due realtà di primo piano come A2A e Iren sarebbero interessate ad acquistare Egea Energia, la multiutility di Alba di luce e gas. La cessione di questa società piemontese, considerata fra le più interessanti nel panorama della green energy nazionale, potrebbe essere la soluzione per sanare alcune difficoltà emerse con la crisi energetica degli scorsi anni e rilanciare la crescita di Egea sul mercato. Dedica attenzione al tema il quotidiano Il sole 24 ore con un articolo a firma di Cheo Condina pubblicato lo scorso 25 maggio: Il percorso per il riassetto di Egea si avvicina alla data clou. Entro il 12 giugno sono attese le offerte vincolanti per quella che la società e il suo advisor strategico e finanziario PwC ritengono sia la strada maestra: una partnership industriale con una grande multiutility, che salga in maggioranza, fornendo capitali e scala per uscire dalle attuali difficoltà finanziarie e supportare il rilancio. In lizza ci sono A2A e Iren, entrambe alle prese in questi giorni con una complessa due diligence sui bilanci (in particolare sui debiti) del gruppo di Alba. Al di là delle posizioni negoziali, ovviamente ancora distanti in questa fase, quello che si percepisce tra gli addetti ai lavori è un misto di attesa ma anche di estrema cautela per l’avvicinarsi della scadenza prevista. L’incertezza è elevata e nessun esito, ad oggi, può essere escluso: l’auspicata joint venture industriale così come, in alternativa, l’ingresso di un socio finanziario. In assenza di un investitore disposto a prendere il controllo della holding, non è da escludere uno “spezzatino” (Edison sarebbe interessata ai 200mila clienti elettricità e gas, ormai quasi tutti residenziali e con pochissime partite Iva); come scenario estremo e “residuale”, infine, c’è chi si spinge a ipotizzare un accordo di ristrutturazione del debito. Ciò fermo il fatto che la società, quanto meno nell’immediato, non avrebbe emergenze di liquidità: il nodo del rimborso previsto per giugno al prestito di Macquarie Bank sarebbe stato infatti temporaneamente risolto.

Come sottolineato nell’articolo si cercherà di arrivare al closing per settembre, anche per affrontare gli acquisti di gas previsti per l’inizio della stagione termica con le spalle solide e senza gli affanni di maxi anticipi di liquidità. Esattamente quelli che hanno gonfiato il capitale circolante nel 2022, innescando difficoltà negli acquisti. Sempre nell’articolo si ricorda come Egea ha stabilito linee guida al 2030 che prevedono investimenti su teleriscaldamento e idrico per circa 500 milioni complessivi, oltre che sul fotovoltaico. Sia A2A che Iren stanno operando con il massimo riserbo sul dossier Egea, ma anche con celerità, considerando che il tempo a disposizione per la due diligence è poco. Sul fronte “valore” da ricordare che A2A, nella proposta non vincolante, aveva valutato Egea tra 560 e 605 milioni, debiti compresi.

Il consiglio generale di Asstel-Assotelecomunicazioni, associazione di rappresentanza industriale della filiera delle telecomunicazioni in Italia, ha nominato, su proposta del presidente Massimo Sarmi i 9 vicepresidenti che formano il team destinato a dare le linee strategiche dell’Associazione per il prossimo biennio. Rivolge attenzione alla notizia Cor.Com – Il Corriere delle telecomunicazioni, con un articolo a firma di Federica Meta, pubblicato lo scorso 26 maggio: Il Presidente designato e la sua squadra saranno sottoposti al voto dell’Assemblea dell’Associazione che è stata convocata per il 15 giugno 2023. A fianco del Presidente Sarmi lavoreranno i Vice Presidenti Aldo Bisio, Ad di Vodafone Italia, Massimo Canturi, presidente Comdata, Gianluca Corti, Ad di Wind Tre, Luigi De Vecchis, presidente Huawei Italia, Pietro Labriola, Ad e direttore generale Tim, Andrea Missori, Ad di Ericsson Telecomunicazioni, Walter Renna, Chief product officer Fastweb che assumerà la carica di Ad dal 1° ottobre, Mario Rossetti, Ad di Open Fiber, Salvatore Turrisi, presidente e Ad Sielte.

Come sottolinea Federica Meta nel suo articolo, il Presidente Sarmi ha inoltre comunicato che successivamente al voto in Assemblea ordinaria del 15 giugno 2023 intende conferire gli incarichi in relazione ai Progetti Speciali. Al Presidente Massimo Canturi, presidente di Comdata, e al Consigliere Andrea Antonelli, presidente Almaviva Contact, verranno affidate le iniziative relative all’evoluzione del Crm/Bpo (normativa, servizi, certificazione). Lo studio sul contributo delle Tlc alla trasformazione digitale delle filiere industriali andrà in capo ai Consiglieri Andrea Bono ad di BT Italia, Andrea Duilio Ad di Sky Italia e Benedetto Levi Ad di Iliad Italia.

Ricordiamo che Massimo Sarmi era stato confermato alla presidenza di Asstel nell’aprile scorso. È alla guida dell’associazione dal 2021. Oltre che presidente di Asstel Sarmi è Presidente di FiberCop, Consigliere di Amministrazione di Tim e Presidente di Confindustria Digitale.

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