Il Cda di Cassa depositi e prestiti ha approvato lo scorso 31 marzo le liste per il rinnovo del Consiglio di amministrazione e del Collegio sindacale delle controllate Snam Spa e Italgas Spa, con l’attuale AD di Hera Stefano Venier avviato a succedere a Marco Alverà alla guida della società dei gasdotti nazionali. Dedica attenzione all’argomento Affari&Finanza, magazine de La Repubblica, con un articolo a firma di Luca Pagani pubblicato lo scorso 11 aprile: L’ultimo decennio ha cambiato il volto del Gruppo Snam, come non era successo in tutta la sua vita precedente: dopo essersi staccata da una costola della grande Eni – e acquisito ancora maggiore autonomia nel 2001 con la quotazione in borsa – la società che ha sede a San Donato, nella prima cintura di Milano, ha assunto un ruolo che va ben oltre la gestione dei tubi e flussi di materia prima. Negli ultimi dieci anni ha prima avviato una strategia di acquisizioni, dalla Francia alla Gran Bretagna, dal Centro Europa al Medio Oriente, poi si è avviata verso la transizione energetica, aprendosi a nuovi business, dal biogas alla tecnologia dell’idrogeno. E non è un caso che nel momento in cui Mario Draghi ha dovuto scegliere un profilo per guidare Snam nel prossimo triennio si sia rivolto ad un manager tra i più in vista nel settore dell’economia circolare e della sostenibilità.

Come ricordato nell’articolo, a guidare il gestore della rete del gas sarà il tandem composto da Stefano Venier, indicato come amministratore delegato in sostituzione di Marco Alverà, e Monica De Virgiliis indicata da Cdp come presidente al posto di Nicola Bedin. O almeno queste sono le indicazioni della lista presentata da Cassa depositi e prestiti, che attraverso Cdp Reti ha in pancia il 31,35%  dell’operatore di trasporto e stoccaggio di gas.

Stefano Venier è nato a Udine nel 1963. È laureato in Scienze dell’informazione, con Master in Energy Management presso la Scuola superiore E. Mattei (Milano). Ha iniziato la propria esperienza lavorativa nel maggio del 1987 in Electrolux occupandosi di automazione industriale. Da aprile 2014 è diventato Amministratore Delegato del Gruppo Hera (capitalizzazione di 5,8 miliardi di euro e un fatturato di 7,4 miliardi di euro, oltre 9.000 i dipendenti). Da luglio 2008 è stato Direttore Generale Sviluppo e Mercato del Gruppo Hera e, dal 2004 al 2008, ne è stato il Direttore Business Development e Pianificazione Strategica. Dal 1996 al 2004 ha lavorato nella società di consulenza manageriale A.T. Kearney, occupandosi in particolare dei settori Energy, Utilities e Telecomunicazioni. Nel 2002, ha assunto la carica di Vice President Energy & Utilities. Dal 1989 al 1996, è stato in Eni – EniChem, con incarichi di crescente responsabilità: Assistente Pianificazione Strategica, Responsabile Analisi di Mercato e, successivamente, di Progetti Strategici.

Lo scorso 14 aprile Tim e il fondo di investimento infrastrutturale Ardian hanno comunicato di aver raggiunto un accordo «per l’acquisizione da parte di un consorzio guidato da Ardian di una quota detenuta da Tim pari al 41% della holding Daphne 3 (“holding”) che attualmente detiene a sua volta una quota del 30,2% in Inwit». La notizia, ripresa da tutti i principali organi di stampa, è stata commentata anche dal Quotidiano Il Sole 24 Ore, con un articolo a firma di Andrea Biondi pubblicato il 15 aprile: Autorizzazione Antitrust e autorizzazione ai sensi della disciplina Golden Power sono ora le condizioni per arrivare al completamento dell’operazione che prevederà lo «scioglimento del patto parasociale con Vodafone Europe e Central Tower Holding Company». Un patto necessario in una realtà come Inwit: società delle torri in cui sono confluiti gli asset di Tim e Vodafone, con quasi 23mila siti gestiti in Italia, dal punto di vista societario fa capo per il 30,2% a Daphne 3 (con Tim ha il 51% e Ardian a guidare un consorzio con il 49%), con il 33,2% in mano a Vantage Tower (Vodafone Group). Al termine dell’operazione Tim resterà con una quota in trasparenza del 3%, con un 27% circa in mano ad Ardian e un 33,2% posseduto da Vantage Towers, la società delle torri di Vodafone, distribuite nel Vecchio Continente e quotata alla Borsa di Francoforte. Tim ha avuto come advisor finanziario Mediobanca e, per la parte legale, lo studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici, con Santander advisor finanziario di Ardian.

Come sottolinea lo stesso Biondi nell’articolo, Tim rimane dunque nella società delle torri con un 3% mantenendosi legato con la società guidata dal Ceo Giovanni Ferigo anche da contratti pluriennali. A questo proposito l’articolista puntualizza: A questo punto occorrerà invece capire se e quali saranno le mosse, sul suo 33,2%, di una Vodafone Group che ha creato la sua società delle torri che contiene gli asset nei vari mercati europei. Vantage Towers, peraltro, sarebbe ora fra i soggetti interessati a entrare nel consolidamento che vede protagonista Deutsche Telekom con le sue torri messe in vendita. A ogni modo, è evidente che un nuovo patto parasociale fra Ardian e gruppo Vodafone si renderà necessario alla fine di questa operazione che «si basa su una valorizzazione dell’azione Inwit pari a 10,75 euro (cum dividend)».

Secondo quanto è stato comunicato da Infratel, la società “in house” che ha in gestione le gare del cosiddetto “piano Colao”, la scadenza per la presentazione delle offerte nell’ambito di entrambi i bandi è stata posticipata al 9 maggio dalla precedente scadenza del 27 aprile. Dedica attenzione alla notizia, e più in generale agli sviluppi della Strategia Digitale 2026, Cor.Com – Il Corriere delle Comunicazioni, con un articolo del suo Direttore Mila Fiordalisi pubblicato lo scorso 15 aprile: ancora proroghe per i bandi della Strategia Italia Digitale 2026. Questa volta tocca ai due bandi per il 5G, quello per la realizzazione della nuova rete e quello dedicato al rilegamento in fibra ottica dei siti radiomobili per un totale di 2 miliardi di euro disponibili. Di fatto tutti bandi nell’ambito della Strategia sono stati prorogati, addirittura quelli per le scuole e sanità connesse di ben due volte. Segno che il rispetto dei tempi imposti dall’Europa per l’erogazione dei fondi legati al Pnrr non sarà cosa facile e che i tempi dell’execution sono legati a tutta una serie di ostacoli.

Nello stesso articolo, si ricorda come però continuano ad essere dedicate nuove risorse economiche allo sviluppo delle reti TLC, fisse e mobili, cioè a sostenere l’infrastrutturazione a banda ultralarga fissa e mobile attraverso nuove risorse pubbliche. Si sottolinea come il Cipess ha assegnato 2 miliardi di euro per i contratti di sviluppo del Ministero dello sviluppo economico e ha approvato la modifica del piano finanziario del Piano Sviluppo e Coesione del Mise con il trasferimento delle risorse al Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale (Mitd) per investimenti nelle reti ultraveloci a banda ultralarga fissa e 5G. Questi investimenti sono stati annunciati dal Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio. Sempre nell’ambito del PNRR sono stati inoltre approvati interventi di potenziamento del Sistema nazionale protezione ambiente (Snpa) per garantire un presidio più adeguato nella relazione ambiente-salute. Così nell’articolo di Cor.Com: “Il Snpa – si legge in una nota – potenzia in questo modo la propria risposta alle esigenze di sviluppo sostenibile e l’attenzione alle politiche della salute e del benessere”. Tra gli interventi previsti la maggior parte riguarda il potenziamento delle reti di monitoraggio relativamente alla qualità dell’aria, alle acque e ai campi elettromagnetici con particolare attenzione alla tecnologia 5G, nonché il potenziamento delle attività di laboratorio attraverso l’acquisto di nuova strumentazione.

È stato posato in mare il primo tratto dei due nuovi “cavi internet” che collegheranno l’Europa, l’Asia e l’Africa. Con una lunghezza complessiva di circa 45.000km, “2Africa” (questo il suo nome) è uno dei più grandi progetti mai attivati in senso assoluto nel settore. Ne parla il Corriere della Sera in un articolo a firma di Fabio Savelli, pubblicato sul quotidiano lo scorso 16 aprile: Un cavo lungo 45 mila chilometri, che parte da Genova dove è appena stato posato sul fondale del porto il primo tratto di quello che ha l’ambizione di diventare: cioè il sentiero dove passerà la connettività Internet di tre miliardi di persone unendo tre Continenti come Europa, Africa e Asia. A realizzarlo, entro il 2024, un consorzio che metteinsieme un over the top come Meta (che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp e i dati di miliardi di utenti connessi a queste tre piattaforme), il colosso delle TLC Vodafone, due operatori altrettanto rilevanti come Orange e Telecom Egitto, l’indiana West Indian Ocean Cable, soprattutto il principale operatore mobile di Pechino China Mobile. Un cavo che unisce realtà molto diverse tra loro e che per ambisce a ridurre i tempi di latenza. L’installazione del cavo stata commissionata da Vodafone all’americana Equinix ma una parte rilevante di fibra (e le connessioni radio) le fornisce Retelit su cui il governo ha valutato l’esercizio della golden power perché ritenuta strategica.

L’articolo sottolinea come la nuova infrastruttura diventerà uno dei gangli del sistema nervoso centrale delle telecomunicazioni globali. Circumnavigherà l’Africa, sarà esteso a un totale di 46 località entro il 2024, data prevista di completamento, e una volta attivo consentirà connessioni sino a 180 Tbps. Vodafone, che è la capofila del consorzio per gli approdi europei, farà attraccare il sistema di cavi 2Africa a Genova e utilizzerà la struttura GN1 di Equinix come punto di interconnessione strategico per questo sistema di cavi sottomarini, creando una connettività più forte in Europa e contribuendo a rafforzare un network digitale globale. Il progetto porterà benefici anche per il capoluogo ligure, con investimenti per 21 milioni di euro.Durante la presentazione del progetto,Emmanuel Becker, Managing Director, Italy, Equinix, ha spiegato che “L’Italia è un importante mercato in crescita per Equinix in EMEA, in quanto è un punto di interconnessione strategico per la regione e non solo”.

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