Gli organi di stampa continuano a dare ampio spazio alle dinamiche evolutive di TIM. Ad esempio Sara Bennewitz sul quotidiano La Repubblica si occupa del piano allo studio del direttore generale Pietro Labriola che punterebbe a separare le attività della società, in modo da “far emergere il valore delle singole parti”. Secondo quanto scritto dalla Bennewitz, pubblicato lo scorso 4 gennaio sul quotidiano, il riferimento è naturalmente alle mosse del fondo Kkr. Nello specifico, il manager intenderebbe procedere alla separazione di alcune attività (come il cloud) e allo scorporo dell’infrastruttura di rete. In Telecom Italia quest’anno non ci sono state vacanze. Il direttore generale Pietro Labriola ha lavorato durante le festività sia per complimentarsi con la sua squadra, che si è aggiudicata la gara per il cloud nazionale e tutte e sette le gare Consip, sia per studiare le linee guida del nuovo piano industriale. Il progetto che sarà presentato il 2 marzo al mercato – e quanto prima al cda, che dovrà condividerlo passo passo – punta a separare Tim in più di un’azienda, per far emergere il valore delle singole parti, e renderla un boccone indigesto da scalare. Labriola ha scelto Mediobanca e la banca d’affari Vitale & Co per assisterlo nello studio delle varie opzioni strategiche per scorporare l’infrastruttura di rete e per separare le altre attività come il cloud, che dovrebbe essere associato al segmento di clientela top, in modo da avere una divisione coerente e razionale delle varie attività per far emergere il valore del gruppo.
Nell’articolo si ricorda come il consiglio straordinario per vagliare le linee guida del piano e nominare l’amministratore delegato del gruppo ancora non è stato convocato, ma l’idea è che si proceda in questa direzione entro il 16 gennaio. Dopo entrerà nel vivo la partita politica per la nomina del presidente della Repubblica, e sia in Telecom, sia tra le istituzioni, c’è la volontà di tracciare la linea prima della definizione del successore di Sergio Mattarella. Del resto lo stesso premier Draghi in conferenza stampa aveva precisato prima di Natale che su Tim non era ancora stata presa una decisione e che era necessario nominare un ad.
Ancora nell’articolo: Come già successo nel 2018, quando Gubitosi prese il posto di Amos Genish, e l’attuale presidente Salvatore Rossi quello del suo predecessore Fulvio Conti, a tendere dovrebbe essere sostituito anche l’attuale presidente di Tim. Il favorito sarebbe Massimo Sarmi, presidente di Asstel e di Fibercop (la società della rete di Tim, di cui nel 2020 Kkr ha rilevato il 37,5%), con un passato ai vertici di Nexi, Poste e della stessa Telecom, gradito al ministro Giancarlo Giorgetti. Il piano, che Labriola sta mettendo a punto insieme a Mediobanca e Vitale, dovrebbe articolarsi su più scenari, a secondo che l’azienda debba rispondere o meno a una o più Offerte pubbliche di acquisto rivali.
E precisa, concludendo: Anche se diverse fonti finanziarie ritengono improbabile che Kkr lanci un’Opa in tempi brevi, e prima che venga nominato il futuro presidente della Repubblica, i vari soggetti interessati sono in allerta: per questo motivo a cavallo delle feste hanno tutti scelto un advisor per studiare l’operazione.
Il Ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ritiene fondamentale ridisegnare le strategie di sviluppo per incentivare la ricerca e il trasferimento tecnologico. Obiettivo: sostenere la competitività delle filiere industriali strategiche del Paese, tra le quali giocano un ruolo di primo piano la microelettronica e i semiconduttori. Dedica all’argomento attenzione Cor.Com – Il Corriere delle comunicazioni, con un articolo a firma Antonello Salerno, pubblicato lo scorso 7 gennaio: In questo modo il Mise si propone di arrivare a realizzare almeno 40 nuovi progetti d’investimento su tutto il territorio nazionale attraverso lo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo. In questo quadro il ministro Giancarlo Giorgetti ha disposto che la dotazione finanziaria dei Contratti di sviluppo, 450 milioni di euro stanziati nella legge di bilancio 2022, venga ulteriormente integrata con le risorse previste dal Pnrr. “In particolare – si legge in una nota – sono disponibili 750 milioni di euro per progetti d’investimento legati alla digitalizzazione, innovazione e competitività delle filiere del made in Italy e 1 miliardo di euro per rafforzare gli investimenti, anche in ricerca e innovazione, sulle principali filiere della transizione ecologica, favorendo anche i processi di riconversione industriale con la costruzione di Gigafactory per realizzare batterie e pannelli fotovoltaici e per l’eolico”.
Nell’articolo si sottolinea come lo strumento dei Contratti di sviluppo, secondo Giorgetti, è stato ridisegnato proprio con l’obiettivo di agevolare la realizzazione di progetti d’investimento che favoriscono la reindustrializzazione e la valorizzazione del nostro patrimonio industriale, incentivando programmi di ricerca e di trasferimento tecnologico che sono la chiave per vincere la sfida della transizione digitale e green. Ancora nell’articolo: La strategia del ministero dello Sviluppo economico prevede che ogni progetto d’investimento finanziato dovrà essere funzionale alla nascita, allo sviluppo o al rafforzamento di imprese appartenenti a filiere strategiche, “che siano in grado di aumentare la produttività e la crescita economica del Paese oltre che generare un impatto positivo sull’occupazione”.
In un’intervista a Il Corriere della Sera, il Presidente del Gruppo Geox puntualizza quelle che a suo parere rappresentano le priorità dell’anno 2022. L’articolo intervista, a cura di Giuliana Ferraino, è stato pubblicato lo scorso 9 gennaio e costituisce un parere autorevole del mondo imprenditoriale italiano sulle necessità urgenti dell’intero scenario socio-economico. Così nell’articolo: Qual è la sfida più grande del 2022? «La lotta su scala planetaria all’epidemia del Covid. È impossibile sconfiggere la pandemia se non riusciamo a vaccinare il mondo intero. Serve un’azione immediata dei Paesi ricchi». A proposito di vaccinazione, come valuta l’obbligo del governo Draghi di vaccinare gli over 50? «È una decisione dolorosa ma necessaria. Non è possibile fare una politica preventiva quando una parte minoritaria decide di non vaccinarsi. Ecco perché la ritengo una scelta democratica: la maggioranza ha scelto la vaccinazione, perché la non vaccinazione compromette la libertà altrui». Tra le sfide del 2022 c’è il ritorno dell’inflazione. In Italia l’indice dei prezzi al consumo è salito al 3,9% a dicembre, in Germania è volato al 5,3%. «La corsa dell’inflazione, dicono gli esperti, dovrebbe rallentare in primavera, per attestarsi intorno al 3%. Ma in un momento così particolare è difficile fare previsioni di medio e lungo termine». (…)
Sempre nell’intervista Polegato sottolinea inoltre il problema della supremazia cinese nello scacchiere mondialecome prima potenza industriale. Polegato si augura che si trovi un equilibrio geopolitico per normalizzare i rapporti con gli Usa. Ribadisce inoltre le esigenze urgenti di sicurezza ciberneticae il fatto che servano regole mondiali per governare questo rischio. L’articolo si conclude su visone dedicata l’Italia. Come vede l’Italia nel 2022? «Fortunatamente con il governo di Mario Draghi si è creato un periodo di distensione, che fa bene alle imprese. Certo, ora c’è il problema di come spendere in modo efficace le risorse che ci ha dato in prestito la Ue. Gli investimenti devono essere indirizzati verso la nuova economia, cioè quella basata sul web che permette al produttore di parlare direttamente con il consumatore, eliminando gli intermediari, ad esempio il negozio. Anche nel nostro Paese si comincia a investire sulle piattaforme digitali. Noi abbiamo già fatto accordi, oltre che in Italia, in Russia e in Canada e riscontriamo una reazione positiva che ci aiuta a crescere. La nuova economia continuerà anche dopo la pandemia, un Paese come il nostro deve fare più investimenti sul 5G. Credo nel sistema Italia, speriamo di avere una classe politica che si adegui al nuovo mercato e alla nuova economia».
Pur decimata nel numero di espositori e visitatori, il più importante evento fieristico dedicato all’innovazione tecnologico-digitale ha confermato elementi di forte interesse e ha tracciato le tendenze prossime venture. Ne parla il quotidiano Il Sole 24 Ore in un articolo a firma Gianni Rusconi, pubblicato il 9 gennaio: In vetrina, in ogni caso, si sono ammirati prodotti e gadget con intelligenza artificiale di tutti i generi, dalla solita infornata di televisori e smart speaker alle automobili, e si può ragionevolmente affermare che con il Ces 2022 si è aperta di fatto ufficialmente l’era del metaverso. Samsung, per esempio, ha accolto i visitatori nella sua “My House” virtuale per mostrare i suoi nuovi elettrodomestici e Hyundai ha fatto lo stesso offrendo la possibilità di creare e testare nel cyberspazio le sue nuove concept car. Se il nuovo mondo online persistente e onnicomprensivo prefigurato da Mark Zuckerberg è ancora lontano, una nuova ondata di apparecchi in grado di assicurare un’esperienza di realtà virtuale molto più coinvolgente è in arrivo.
Come si sottolinea nell’articolo, un altro filone che si annuncia molto caldo nei prossimi mesi è anche quello dell’intelligenza delle cose, una sorta di Internet of Thing allo stadio successivo, in cui i sensori saranno incorporati anche in oggetti di uso comune (per esempio i letti o le vasche da bagno) e l’AI entrerà in gioco per estrarre dai dati comportamentali di una persona indicazioni utili per migliorare il suo benessere mentale e fisico. Così nell’articolo: Quello dell’healthcare, del resto, è un settore in cui la tecnologia ha trovato negli ultimi 18 mesi più spazi di crescita, dai tracker per il monitoraggio della salute alle macchine connesse per il fitness fino a servizi di assistenza sanitaria accessibili in modalità digitale e virtuale. Se l’altra new entry del Ces di quest’anno sono gli Nft e le sempre più disparate applicazioni dei token non fungibili basati su tecnologia blockchain (arte, sport, turismo), la qualità del lavoro e della didattica è un altro tema ampiamente discusso nella tre giorni di Las Vegas. Prepariamoci quindi a riunioni gestite da dispositivi intelligenti e a strumenti più coinvolgenti per la collaborazione da remoto nel segno della massima interoperabilità.