Per 5.500 giovani si apre la possibilità di lavorare per le imprese fornitrici di Enel dopo un periodo di formazione organizzato da ELIS, istituto con sede a Roma che prepara le figure che più servono alle imprese partendo da zero oppure aggiornandole o riqualificandole. I corsi, che si svolgeranno su tutto il territorio nazionale, riguardano varie competenze tecniche e operative. “La transizione energetica – ha dichiarato Nicola Lanzetta, Direttore Enel Italia – può generare opportunità di crescita per il Paese, ed è fondamentale coinvolgere le nuove generazioni. Insieme a un partner d’eccellenza come ELIS vogliamo favorire l’incontro tra la formazione e il mondo del lavoro, attraverso programmi specifici costruiti sulle esigenze delle imprese che operano con Enel in tutta Italia per gestire reti elettriche sempre più smart e digitali”. Dedica attenzione al tema il magazine Affari & Finanza, con un articolo a firma di Vito De Ceglia, pubblicato lo scorso 13 febbraio, che sottolinea un’altra dichiarazione di Lanzetta: Già oggi abbiamo la smart grid più avanzata al mondo, con un milione di prosumer collegati, cioè utenti che consumano e producono energia, e con la prospettiva di avere entro i prossimi 2 anni il 100% di clienti digitalizzati con lo smart meter. Questi investimenti ci renderanno ancora più competitivi. Ma servono tecnici specializzati.
Lo sviluppo di infrastrutture sempre più elettrificate e “carbon free” richiede nuove professionalità, dotate di competenze specifiche e disponibili su tutto il territorio nazionale. È il fattore umano da cui dipende il raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica e transizione ecologica che attendono il Paese nei prossimi anni. Ecco quindi l’importante investimento di Enel in formazione, uno dei più ampi a livello internazionale nel settore denominato “Energie per crescere”. Per partecipare i requisiti sono: diploma o attestato professionale, stato di disoccupazione o inoccupazione, attitudine all’impegno nei cantieri e all’aperto. Il programma di formazione coordinato da ELIS e ha l’obiettivo di rispondere al bisogno di operai elettrici specializzati per la transizione energetica e la digitalizzazione delle reti. Ad oggi, sono stati già formati 2.400 giovani di cui 1.000 già assunti. Pietro Cum, Amministratore Delegato di ELIS ha dichiarato: “registriamo una forte richiesta delle aziende di formare nuove figure operative. Gli obiettivi d’innovazione del Paese rilanciano la centralità della formazione professionale da cui il sistema formativo italiano si è un po’ distratto negli ultimi decenni. La collaborazione tra enti di formazione e aziende è in questo caso fondamentale e progettare percorsi con un operatore globale come Enel significa garantire ai giovani non solo qualità della didattica ma anche delle loro future condizioni di lavoro”.
Per ora il business ruota ancora intorno all’intrattenimento, ma il Metaverso è un sistema con potenzialità enormi in ambito scientifico e industriale. Lo sottolinea il Corriere della sera, con un articolo a firma di Michela Gabanelli che dedica al tema uno dei suoi seguiti “Data Room”, pubblicato lo scorso 13 febbraio: Queste piattaforme, come ci mostrano i dati del Metaverse Marketing Lab del Politecnico di Milano, sono frequentatissime: complessivamente la stima è che in un anno vengano visitate da oltre 350 milioni di individui dai 9 ai 50 anni. Solo su Roblox nel 2022 ci sono stati 61,5 milioni di giovani al giorno tra i 9 e i 15 anni, con una crescita di 6,5 milioni sul 2021. L’80% ha iniziato a comprare oggetti digitali pensati per il proprio avatar: spesi 52 miliardi di dollari nel 2021, acquistando con criptovaluta o con carta di credito.
Nel suo articolo Michela Gabanelli sottolinea come al fenomeno dell’intrattenimento si sta progressivamente affiancando un articolato scenario di business: Applicato alla medicina consente di fare interventi chirurgici per acquisire molta esperienza, che è poi necessaria nella sala operatoria vera: il digital twin, ossia il gemello digitale che contiene tutti i dati di un determinato paziente, permetterà al medico non solo di allenarsi a fare un trapianto di cuore e polmoni insieme ma anche a capire, come mai finora, quali sono i possibili effetti collaterali. È possibile utilizzare l’avatar per simulare un intervento a distanza su una centrale nucleare e vederne le conseguenze. Studiare il funzionamento di una turbina nella fase di progettazione.
E’ la stessa Gabanelli ha ricordare come dopo una forte crescita iniziale, il Metaverso ora evidenzia un rallentamento di investimenti e di utenti rispetto allo sviluppo impetuoso avvenuto tra 2020 e 2021, fra l’altro in piena pandemia Covid. Sempre nell’articolo sottolinea come per il momento Meta che ha investito 10 miliardi di dollari ne ha già persi 3,7. Decentraland e The Sandbox stanno perdendo utenti: il primo è passato dai 300 mila mensili del 2021 ai 57 mila del settembre 2022; il secondo ha 2 milioni di utenti registrati, ma 30 mila attivi. Però lei stessa Gabanelli afferma: siamo solo all’inizio. PricewaterhouseCoopers (PwC) prevede che fra 6 anni gli affari nel Metaverso raggiungeranno gli 828 miliardi di dollari. Secondo gli esperti entro i prossimi 10-15 anni si realizzerà il vero Metaverso, ossia una Rete fatta non più di siti, ma di mondi digitali in 3D in cui si potrà immergere in tempo reale un numero illimitato di utenti, che potranno saltare da un mondo all’altro con il proprio avatar. In assenza di regole si prefigurano almeno tre pessimi scenari.
Se il futuro del Metaverso è proprio quello di trasportate ogni senso umano nel digitale, come saranno regolate queste interazioni? Come spiega Maria Rosaria Taddeo, esperta di analisi etica dell’intelligenza artificiale all’Università di Oxford, il Metaverso apre la porta ad una potentissima raccolta dati, compresi quelli biometrici, come la conformazione fisica della mano, del volto, dell’iride o della retina, il timbro e la tonalità della voce e i movimenti.
Nel frattempo nel mondo virtuale si continuano a vendere spazi digitali in molteplici contesti, lo stesso articolo ricorda come JPMorgan è stata la prima banca al mondo ad aprire nel 2022 una propria sede virtual: Onyx Lounge. Carrefour ha acquistato uno spazio nel Metaverso nel quale costruirà un supermercato digitale dove fare la spesa con il proprio avatar. E poi la spesa sarà consegnata a casa. Samsung ha riprodotto in Metaverso il flagship store di Manhattan, dove si vende elettronica a prezzi scontati.
350 milioni per i centri di trasferimento tecnologico. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha firmato il decreto ministeriale. La misura, prevista dal PNRR, serve al potenziamento e all’estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria così da incoraggiare l’erogazione alle imprese, nonché alle pubbliche amministrazioni, di servizi tecnologici avanzati e innovativi focalizzati su tecnologie e specializzazioni produttive di eccellenza. I Centri sono una rete diffusa in tutta la Penisola con 50 poli che rendono le tecnologie avanzate strumenti fruibili per le aziende a cui offrono anche percorsi di riqualificazione delle competenze. Rivolge attenzione all’argomento Cor.Com – Il Corriere delle telecomunicazioni, con un articolo a firma di Federica Meta, pubblicato lo scorso 17 febbraio: Il provvedimento stanzia la somma complessiva di 350 milioni di euro. In particolare, 113,4 milioni di euro sono destinati al rifinanziamento degli 8 centri di competenza ad alta specializzazione; 33,6 milioni di euro sono per il cofinanziamento dei 13 Poli europei di innovazione digitale (Edih) selezionati a valle della gara europea Digital Europe; infine una quota pari a circa 114,5 milioni di euro è destinata a finanziare i 24 Poli europei di innovazione digitale che hanno ricevuto il “Seal of Excellence” dalla Commissione Europea. Con l’obiettivo di avviare un processo di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema del trasferimento tecnologico italiano, il decreto istituisce anche una Cabina di regia che avrà il compito di promuovere il coordinamento tra i diversi soggetti coinvolti.
Sempre l’articolo di Federica Meta riporta alcune reazioni del mondo dell’industria e della ricerca all’annuncio della firma del decreto: Soddisfazione per lo stanziamento è stata espressa da Marco Taisch, presidente del Made Competence Center. “La notizia del nuovo decreto firmato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy che finanzia con 350 milioni i centri di trasferimento tecnologico nel nostro Paese è un’ottima notizia, lo stavamo aspettando – dice Taisch – Il finanziamento dei Competence Center rappresenta non solo il riconoscimento del ruolo che essi svolgono, ma è anche la conferma dall’altissima qualità del lavoro che è stato erogato in questi quattro anni in cui si sono costituiti. I competence center sono i propulsori del Made in Italy nell’ambito dell’industria digitale: per essere competitivi abbiamo necessità di continuare su questa strada. Il finanziamento erogato dal ministero sottolinea l’importanza di investire nella trasformazione digitale non solo attraverso l’erogazione di finanziamenti fiscali ma anche sostenendo l’opportunità di fare cultura d’impresa 4.0. È nostro auspicio che in futuro ci sia un’ulteriore revisione di incentivi fiscali e della Formazione 4.0″.
Sul fronte delle risorse finanziarie a disposizione nell’ambito della Digital Transformation, nell’articolo si ricorda inoltre che nuovi fondi per l’innovazione arrivano dal programma InvestEu. La Commissione europea e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) hanno infatti sottoscritto un accordo di garanzia nell’ambito del programma InvestEU per un valore complessivo di 355 milioni di euro. Si tratta del terzo accordo che il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti sottoscrive con la Commissione europea nell’ambito di InvestEU, programma che prevede di mobilitare un totale di 372 miliardi di euro di nuovi investimenti nei prossimi cinque anni nell’intera Unione europea.
In uno scenario socio-economico complesso per il mondo delle Tlc, il Governo prova ad accelerare sul dossier rete unica. A Palazzo Chigi si sarebbero svolte diverse riunioni nelle ultime settimane, stando alle ricostruzioni del quotidiano Il Sole 24 Ore, per finalizzare un’offerta da parte di Cdp concorrente o complementare a quella avanzata dal fondo americano Kkr. Ricordiamo che il piano già presentato dal fondo il 1° febbraio scorso prevede di far evolvere la rete di telecomunicazioni sul modello Terna: dal controllo privato al pubblico, passando per il mercato azionario. Il fondo americano infatti entrerebbe inizialmente con il 51%, lasciando al MEF (Ministero Economia e Finanze) e TIM il restante 49% per completare il piano di ammodernamento della rete (le sole aree nere). Al termine del Piano, gli americani consegnerebbero l’infrastruttura al mercato tramite un’offerta pubblica iniziale (IPO) ed al MEF che manterrebbe quindi la rete in mano pubblica. Dedicano attenzione agli sviluppi del nuovo assetto proprietario della rete Tim tutti i principali organi di stampa, in un susseguirsi e rincorrersi di notizie che hanno caratterizzato l’intera settima dal 13 al 19 febbraio. Il 16 febbraio il quotidiano La Repubblica titolava: Cdp accelera sull’offerta per la rete Tim, aprendo un articolo a firma di Sara Bennewitz: Cassa Depositi Prestiti accelera verso l’offerta per la rete di Telecom Italia (Netco) e in proposito si appresta a convocare un consiglio di amministrazione straordinario per domenica, in cui discutere i dettagli dell’offerta non vincolante che intende presentare insieme al fondo australiano Macquarie. Il ministero del Tesoro, che con l’88 per cento del capitale è il primo azionista della Cassa depositi e prestiti resta in attesa, prima di dare il suo placet definitivo all’operazione vorrebbe, prima di tutto, conoscerne meglio l’architettura e i dettagli finanziari.
Dopo solo tre giorni lo stesso quotidiano, sempre con articolo a firma di Sara Bennewitz, titolava: Il governo Boccia la prima offerta Cdp sulla rete unica. Lapidario il commento di esordio dell’articolo: Cassa Depositi Prestiti cancella il consiglio di amministrazione straordinario programmato per oggi. E proverà a riformulare l’offerta per rilevare Netco, l’infrastruttura di Tim che comprende la rete primaria, la rete secondaria di Fibercop e i cavi sottomarini di Sparkle. D’intesa con Palazzo Chigi, il ministero del Tesoro non avrebbe infatti dato il via libera alla prima proposta, chiedendo nuovi approfondimenti sulla bozza di offerta che il cda di Cdp avrebbe dovuto approvare quest’oggi. Sempre nell’articolo si passa ad un approfondimento più concreto delle condizioni d’offerta: Stando a fonti finanziarie la bozza di offerta di Cdp (socia di Tim al 9,9% e della rivale Open Fiber al 60%) sarebbe leggermente superiore a quella ricevuta da Tim lo scorso febbraio da parte di Kkr (il fondo di investimenti socio al 37,5% della rete di Fibercop, controllata al 58% da Telecom). La bozza presentata da Cdp – che ora andrà rivista – parte da una valutazione di Netco di oltre 18 miliardi, ma con una maggior componente in contanti rispetto ai 10 miliardi messi sul piatto da Kkr. Detto questo sarebbe comunque stata un’offerta non vincolante e quindi ancora tutta da negoziare. Ma anche questa nuova bozza della Cassa non ha incontrato il favore dell’esecutivo di Giorgia Meloni.