Si fa sempre più stringente la partita delle nomine ai vertici delle partecipate, passaggio che richiede necessariamente un confronto politico all’interno della stessa maggioranza di governo. In ogni caso entro il 13 aprile dovranno essere presentati i candidati per 610 incarichi in 105 società controllate dal ministero dell’Economia, come si legge in un report del centro studi Comar. Centoquarantadue organi sociali, di cui 94 consigli d’amministrazione e 48 collegi sindacali, in 105 società del ministero dell’Economia Finanze, sono scaduti e andranno al rinnovo con le assemblee di bilancio previste nei prossimi mesi. Quest’anno l’aspetto delle nomine è particolarmente significativo, perché vanno a conclusione i mandati triennali (2020-2022) di molte società tra le maggiori in assoluto: Banca Mps, Consip, Enav, Enel, Eni, Ipzs, Leonardo, Poste Italiane, Terna; ma anche Ita-Italia Trasporto Aereo, alcune controllate Rai; o, nel settore energia, per Gse e Sogin; e nomine sono previste anche in Cinecittà, Consap, Sogesid, Sport e Salute.
Rivolge attenzione al tema il quotidiano Il Sole 24 Ore, con un articolo pubblicato lo scorso 23 marzo: Meloni l’8 marzo ha annunciato come obiettivo una donna alla guida di una grande partecipata. Vari profili sono in questi giorni al vaglio. Uno è quello di Roberta Neri, nome che viene accostato ad Enav – seconda casella da riempire dopo Mps -, dove è già stata amministratore delegato nel 2015-2020. Mentre gli assetti delle partecipate non quotate dovrebbero essere definiti dal 15 al 31 maggio, entro la prima settimana di aprile si cerca di chiudere sulle cinque grandi partecipate quotate, Eni, Enel, Terna, Leonardo e Poste italiane.
Come ricordato nell’articolo, al centro dell’attenzione in particolare Terna, dove da tempo circola il nome di Paolo Scaroni, accostato ora a Enel, ora a Leonardo. Per sostituire Alessandro Profumo nel ruolo di AD di Leonardo, sembrerebbe prendere forza una soluzione interna come quella di Lorenzo Mariani, AD della controllata Mbda Italia. Sempre nell’articolo si sottolinea come tra le caselle più importanti da collocare vi sono anche quelle di Consob e della nuova direzione del ministero dell’Economia che vigilerà sulle controllate del tesoro. Sul tavolo anche il rinnovo alla guida dell’Istat di Gian Carlo Blangiardo. Importante e ulteriore nodo da sciogliere la distribuzione delle presidenze delle commissioni bicamerali.
Da ricordare inoltre come tra i criteri che si dovranno seguire per le nomine vi è quello dell’equilibrio di genere. Attualmente, sui 610 componenti degli organi sociali uscenti nei prossimi mesi, le donne sono 232, pari al 38% complessivo; erano sempre il 38% nelle società andate al rinnovo nel 2022, ma il 31,3% in quelle del 2021 e meno del 28% in tutti gli anni precedenti. Percentualmente, le donne sono maggiormente presenti nelle società controllate direttamente dal Mef (63 donne amministratrici su 147 amministratori totali – 42,8%) rispetto alle indirette (169 amministratrici su 463 amministratori totali – 36,5%); così come sono percentualmente di più nei collegi sindacali (84 donne sindaco su 207 sindaci totali – 40,5%) rispetto ai cda (148 donne consigliere su 403 consiglieri totali – 36,7%)