Se non ci fosse stato internet cosa sarebbe avvenuto nelle economie e nella società con lockdown da emergenza pandemica? Immaginiamoci poi di vaccinare 60 milioni di persone in Italia senza avere a disposizione i sistemi di prenotazione digitali, i portali on line. Impensabile. Per fortuna il web c’è e le reti hanno sopportato bene anche i picchi del traffico dati. Ma non basta, perché se c’è una cosa che il coronavirus ha insegnato, è che molti di questi nuovi stili di comportamento sociale e professionale funzionano e in futuro saranno utilizzati sempre più. Purtroppo però il digital divide tra l’Italia e il resto d’Europa è ancora alto; in particolare sono troppe le zone e le famiglie italiane non raggiunte dalla Ftth , la tecnologia più avanzata che giunge direttamente all’interno degli edifici e delle case, in grado di esprimere una velocità di connessione fino a 1 Gigabit al secondo. Come modificare questa situazione?
Ne parla un ampio servizio pubblicato su il Corriere della Sera lo scorso 31 marzo, che traccia lo stato della connettività in Italia e indica dove si sta puntando con la sfida della fibra. Ricorda a questo proposito Alessia Cruciani: In base al report stilato da IDATE, che fotografa la situazione delle reti in fibra in Europa, l’Italia è ora al terzo posto (su 28 stati) nel ranking europeo di copertura Ftth. In particolare, con 3,8 milioni di unità immobiliari cablate nel corso del 2020 in Ftth, il nostro Paese è secondo come tasso di crescita dopo la Francia (+4,7 milioni) e davanti alla Germania (+1,9) e Regno Unito (+1,8).A questa crescita ha contribuito per circa l’80% Open fiber, la società nata con l’obiettivo di creare una un’infrastruttura di rete a banda ultralarga Ftth in tutto il Paese e che, con circa 1,5 milioni di unità immobiliari abilitate ai servizi Ultra Broad Band, si conferma di gran lunga il principale operatore italiano di reti in fibra ottica.
Sempre all’interno del servizio del Corriere della Sera, in uno specifico articolo a firma Massimiliano del Barba dal titolo “La vera svolta se si abbandonerà il rame”, viene intervistato il giurista Innocenzo Genna, esperto di regolamentazione europea di Internet, che afferma: L’emergenza sanitaria ha reso tutti consapevoli che basare la propria strategia digitale sul mobile o sulle reti miste fibra-rame non più sufficiente, mentre invece serve una buona rete fissa totalmente in fibra per essere realmente connessi.