Viaggiare veloci come una pallottola, anzi: a bordo di una pallottola. A levitazione magnetica e sparata a 1.200 chilometri all’ora all’interno di un tubo sotto vuoto. Con queste accattivanti prospettive si apre l’articolo a firma di Federico Cella pubblicato su Il Corriere della Sera dello scorso 11 febbraio. Il treno della fantascienza, ma concreto e già sperimentato, nasce ancora una volta dalla mente visionaria ed imprenditoriale di Elon Musk, che dopo essere diventato l’uomo più ricco del mondo grazie a Tesla (e non solo), in questo progetto ferroviario ha preso spunto dai treni avveniristici che già si muovono in Cina e Giappone.
L’articolo del Corriere della Sera continua ricordando che lo scorso novembre, a due passi da Las Vegas, è stato realizzato il primo test di una capsula Hyperloop con passeggeri a bordo: 500 metri percorsi a «soli» 400 km/h (a causa della brevità del tragitto). I tecnici hanno dichiarato: “Proseguiremo i test con passeggeri in una nuova area dedicata in West Virginia. Sarà un lavoro intenso, di anni, e ci fornirà i riscontri per essere operativi sul territorio americano entro la fine della decade”.
Nel suo articolo Federico Cella aggiunge: “Vagoni sospesi, ma i piedi sono per terra. Alcune tratte sono pronte, almeno sulla carta. Da Chicago a Pittsburgh, per esempio: 742 chilometri in 30 minuti contro le due ore in aereo. L’ottimismo è poi rafforzato dal documento del Dipartimento dei Trasporti della scorsa estate che include il progetto Hyperloop tra le tecnologie di trasporto su cui si muoverà l’America di domani. Gli Usa non sono poi l’unica prospettiva a medio termine. Il progetto ha raccolto centinaia di milioni di euro in tutto il mondo: si stanno progettando tratte Hyperloop in India, negli Emirati Arabi gli ingegneri sono al lavoro per collegare Abu Dhabi a Dubai in 12 minuti.
C’è anche un imprenditore italiano nella compagine del progetto Hyperloop. È Paolo Barletta, con la sua società Alchimia. L’articolo lo cita direttamente: «Il progetto è così complesso da necessitare dei migliori partner tecnologici», spiega l’imprenditore romano di 34 anni. Tra questi anche grandi gruppi italiani. «Leonardo sta lavorando sull’ingegnerizzazione delle capsule, e le prime tratte in Italia le vogliamo realizzare assieme a Ferrovie». Servono competenze d’eccellenza, ma anche tanti soldi: è stato calcolato che per costruire un chilometro di infrastruttura Hyperloop ci vogliono intorno ai 60 milioni di euro. Ma in Italia arriverà, e il nostro sarà tra i primi Paesi al mondo. «Da noi inizieremo, e parlo del 2030 o giù di lì, con tratte brevi: Milano-Malpensa e Roma-Fiumicino da percorrere in meno di 2 minuti. Poi il progetto è costruire una grande metropolitana del Nord, un sistema di tubi che vada da Torino a Venezia con fermate intermedie». Infine il collegamento italiano per eccellenza, Milano-Roma. Non parliamo certo di domani, ma la suggestione è forte. «A regime ci vorranno meno di 30 minuti», conclude Barletta. «Con costi per il passeggero a metà tra i 70 euro del treno e i 140 dell’aereo.