TIM: verso la definizione con Kkr

Lo sblocco del dossier dovrebbe andare direttamente al consiglio. Cdp ribadisce il suo sostegno ad una rete unica.

Sale l’attesa in attesa per il prossimo CdA di TIM, chiamato a pronunciarsi sulla manifestazione di interesse inviata, a fine novembre, da Kkr a 0,505 euro per azione. Un percorso al quale guarda anche il Ministero del Tesoro che, tramite Cassa depositi & prestiti, controlla il 9,81% di Tim e il 60% di Open Fiber. Dedica attenzione al tema il Corriere della Sera con un articolo a firma di Federico De Rosa, pubblicato lo scorso 9 marzo: Tim si prepara a sciogliere il nodo Kkr. Domenica 13 è in programma un consiglio straordinario, non ancora convocato ma preallertato dal presidente Salvatore Rossi, per decidere se aprire alle richieste del fondo Usa, che a novembre ha presentato una manifestazione di interesse per il 100% di Tim, subordinando ad una delle due diligence l’offerta a 0,50 euro per azione. In tre mesi ci sono stati diversi contatti tra il fondo Usa e gli advisor del gruppo telefonico Goldman Sachs e Lion Tree, ma non è mai arrivata una risposta. Lo sblocco del dossier non dovrebbe passare di nuovo per il comitato ad hoc istituito da Tim per coadiuvare il lavoro degli advisor, che si è riunito lunedì, ma andare direttamente al consiglio.

Come sottolinea lo stesso De Rosa nel suo articolo, l’orientamento non è ancora definito. I cinque consiglieri indipendenti in quota Assogestioni sarebbero favorevoli ad aprire il confronto con Kkr mentre Vivendi, che può contare a sua volta su altri cinque consiglieri, sostiene il piano appena varato dal Ceo Pietro Labriola. Così nell’articolo: La decisione su Kkr al momento è in bilico e non si può escludere che si arrivi alla conta in consiglio, dove i voti del presidente Rossi e del numero uno della Cdp, Giovanni Gorno Tempini, potrebbero rivelarsi decisivi. La Cdp non ha mai commentato la vicenda Kkr, in consiglio ha approvato il piano di Labriola e sta seguendo l’evoluzione della situazione. La Cassa, a cui fa capo il 10% di Tim e il 60% di Open Fiber, sostiene il progetto della rete unica, che potrebbe prendere forma a breve con la firma del memorandum tra gli azionisti per verificare le possibili combinazioni tra le due società. Labriola ha abbozzato il percorso per scorporare l’infrastruttura da Tim e conferirla in una NetCo ed entro il primo semestre chiarirà i dettagli. Potrebbe anche presentare domenica in consiglio il memorandum, accelerando così il percorso per la rete unica.

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