Il Corriere della Sera si occupa degli sviluppi riguardanti le offerte sul tappeto per quanto riguarda la rete TIM e scrive che si tratterebbe di interventi che dovrebbero collocare le offerte in un range compreso tra i 19 e i 21 miliardi. Cdp riunirà il consiglio a breve. Nel frattempo avrebbe chiarito con l’Antitrust Ue il percorso per definire gli eventuali rimedi in caso di fusione tra la rete Tim e Open Fiber. L’articolo del Corriere, a Firma di Federico De Rosa, è stato pubblicato lo scorso 13 aprile: Il redde rationem tra Vivendi e il board di Tim si avvicina. Non sarà probabilmente alla prossima assemblea in programma il 20 aprile, ma potrebbe arrivare dopo la decisione sulle offerte per la rete, che il primo azionista di Tim ritiene insufficienti, contestando la stessa scelta del consiglio di portare avanti le proposte di Cdp-Macquarie e Kkr, che entro martedì prossimo dovranno comunicare di quanto intendono rilanciare. Entrambi gli offerenti stanno lavorando per migliorare le offerte.
Nell’articolo del Corriere si sottolinea inoltre come l’’azionista di maggioranza, la francese Vivendi, starebbe facendo pressing sul Consiglio: … i francesi non hanno comunque intenzione di dare battaglia all’assemblea del 20 aprile, dove dovrebbero astenersi dal voto. Al di là di quanto sta emergendo, il vero motivo del pressing sul consiglio non riguarda il funzionamento della governance ma la vendita della rete. Vivendi ha indicato in 31 miliardi il valore dell’asset e ritiene che le offerte di Cdp-Macquarie (18,5 miliardi) e Kkr (20 miliardi) siano troppo basse per procedere con un’asta competitiva. Ora attende di vendere cosa deciderà martedì prossimo il consiglio per passare all’attacco e fermare la vendita, spostando la battaglia in assemblea con l’obiettivo di sfiduciare il board.
Sempre secondo le indiscrezioni riportare nell’articolo del Corriere, per i francesi se il valore della vendita fosse inferiore ai 26 miliardi l’operazione non sarebbe sostenibile. Da ricordare che l’offerta non vincolante (Nbo, Not binding offer) formulata dal consorzio formato da Cdp Equity e Macquarie per l’acquisto di una costituenda società cui farebbe capo il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusi gli asset e le attività di FiberCop, nonché la partecipazione in Sparkle (la cosiddetta ‘Netco’), segue quella presentata da Kkr per l’acquisto di una partecipazione in Netco. Sembra proprio arrivato il momento per verificare se i due pretendenti che si sono fatti avanti per rilevare NetCo siano intenzionati a rilanciare rispetto ad un’offerta che per entrambi non supera i 20 miliardi di euro, earn out compresi.