Tim e Cdp: continua il dialogo sulla rete

Secondo il Corriere della Sera, il cda di Tim dovrebbe rivolgersi a breve a Cdp per definire una proroga dei tempi rispetto al 31 ottobre previsto dalle intese.

Sulla riorganizzazione delle TLC italiane che dovrebbe portare alla creazione di una rete unica con gli asset infrastrutturali di Tim e Open Fiber, i tempi non sembrano brevissimi visto il cambio di governo in arrivo in Italia ma, secondo il Corriere della Sera,il cda di Tim dovrebbe rivolgersi a breve a Cdp (socio di controllo di Open Fiber oltre che azionista di Tim) per assicurarsi che il processo vada avanti e per definire una proroga dei tempi rispetto al 31 ottobre previsto dalle intese.

Così nell’articolo a firma di Federico De Rosa, pubblicato lo scorso 21 settembre: Tim stringe su Cdp per incardinare il negoziato per la rete unica. Il termine per la firma degli accordi vincolanti scade il 31 ottobre ma in questi giorni sarebbe dovuta arrivare la proposta non vincolante su cui avviare la discussione per integrare l’infrastruttura del gruppo telefonico con Open Fiber. Come è già noto i tempi slitteranno a dopo le elezioni, ma il gruppo telefonico vuole essere certo dell’avvio del percorso ed entro questa settimana dovrebbe inviare alla Cassa una lettera formale per chiedere conferma delle intenzioni e concordare una proroga della scadenza. Tra oggi e domani i consiglieri dovrebbero sciogliere la riserva. Gli advisor di Cdp stanno lavorando a pieno ritmo per fare in modo che entro la prima settimana di ottobre la proposta sia pronta.

Come sottolinea l’articolista del Corriere, il processo decisionale potrebbe tuttavia richiedere più tempo: Il gruppo telefonico ha in agenda un consiglio il 29 settembre e Cdp il 27, ma restano da incastrare ancora alcuni elementi, tra cui il prezzo. Vivendi, primo azionista di Tim, ha fissato l’asticella attorno ai 31 miliardi di euro. Un valore coerente per avviare un negoziato. In questo modola media company francese punta ad allineare gli interessi di tutti gli azionisti di Tim, massimizzando l’incasso per la cessione di un asset strategico per il gruppo. La stima di Vivendi tiene conto anche di questo, ovvero del rischio operativo legato alla cessione dell’infrastruttura, oltre che del rendimento a cui rinuncerebbe Tim trasferendolo la rete a Cdp, e delle sinergie con Open Fiber. Cdp, secondo le indiscrezioni, valuterebbe la rete tra i 15 e 18 miliardi di euro e punta ad avere il 51%, quindi la maggioranza assoluta. Ma la Cassa potrebbe controllare la nuova società anche con una quota minore attraverso la governance, sull’esempio di Terna, di cui Cdp ha il 29% ed esprime la maggioranza del board, tra cui presidente e amministratore delegato.

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