Il 5G si propone come un’evoluzione tecnologica capace di generare un contributo positivo sul PIL italiano di 393 miliardi di euro entro il 2040. È quanto stima il Centro Studi TIM applicando il modello econometrico della GSMA e di Frontiers Economics, che si basano su un criterio di determinazione dei benefici 5G elaborato dalla Commissione Europea.
Al tema dedica attenzione il Corriere della sera, con una specifico affondo nella rubrica Economia dello scorso 16 settembre: in particolare 160 miliardi saranno generati dai servizi per le persone (componente human) e i restanti 233 miliardi dai servizi realizzati con l’Internet of Things (IoT, oggetti connessi). Se si considera il decennio in corso 2020-2030, il contributo sarà di circa 76 miliardi, indica il documento. Le stime seguono il criterio di determinazione dei benefici 5G della Commissione Europea. L’impatto del 5G sul Pil produrrà vantaggi in tutti i settori in cui sarà applicato. Abilitando nuove classi di servizio nei più svariati ambiti industriali e verticali.
Lo studio del Centro Studi TIM analizza gli effetti del 5G sull’intera economia e sui principali settori, attraverso dei case study, che sono stati illustrati da Stefano Siragusa, Chief Revenue Officer di TIM. Secondo il rapporto l’economia italiana si trova ad un bivio di svolta. I periodi di lockdown che sono seguiti hanno accelerato l’adozione di servizi digitali da parte di una larga parte della popolazione e delle aziende che ne hanno fatto di necessità virtù. Le misure economiche varate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) vedono le tecnologie e le reti digitali a larghissima banda, come il 5G, al centro del progetto di ripresa economica.