L’iniziativa di TIM si basa su un modello del coinvestimento aperto previsto dal nuovo Codice e rappresenta il primo caso di questo tipo in Europa su scala nazionale.
Tramite l’applicazione delle previsioni del Codice, TIM potrà incentivare gli investimenti in fibra sostituendo l’infrastruttura in rame con l’aiuto di altri investitori. Inoltre, come richiesto dal nuovo Codice Europeo, il modello di partecipazione al coinvestimento è basato su una effettiva condivisione del rischio a lungo termine per la realizzazione della rete FTTH. Sarà l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) chiamata a valutare l’offerta di coinvestimento ai sensi del nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni elettroniche e ad assumere i conseguenti provvedimenti.
Lo ricorda anche uno specifico articolo a firma Federico De Rosa pubblicato su Il Corriere della Sera del 30 gennaio, nel quale si sottolinea come potranno investire nella fibra anche utility: …che potranno partecipare per esempio a livello locale per aggiungere la fibra ottica ai servizi già forniti. Sarà infatti possibile aderire al coinvestimento per porzioni di territorio (una città o anche un singolo quartiere). L’offerta prevede inoltre la possibilità di apportare asset o di investire direttamente nel capitale di FiberCop (l’opzione dura un anno, fino a gennaio 2022) affiancando TIM, KKR e Fastweb nella società a cui è stata conferita la rete telefonica secondaria (il tratto che dagli armadi in strada arriva fino alle case) per lo switch-off con la fibra.
L’offerta di coinvestimento inviata all’AGCOM riguarda circa il 75% delle unità immobiliari presenti nelle aree grigie e nere del Paese e prevede la fornitura di servizi di accesso all’ingrosso su rete FTTH, fruibili con diverse soluzioni tecniche. Grazie a questo progetto l’operatore prevede di offrire soluzioni FTTH in 1.610 Comuni del territorio nazionale entro il 2025. A tal proposito, TIM ha evidenziato che l’architettura di rete in fibra che verrà adottata permetterà di promuovere la competizione infrastrutturale tra gli operatori, semplificando i processi di migrazione dei clienti retail tra fornitori diversi.