Sviluppo post digitale per cittadini e imprese

A volte le tecnologie innovative vengono applicate senza una valutazione precisa delle loro reali potenzialità, così come il loro impatto su persone e aziende.

“La nuova consapevolezza per aziende e cittadini dell’era post digitale”: è questo il titolo di un interessante intervento del Direttore di DEVO Lab – Università Bocconi, Gianluigi Castelli, pubblicato lo scorso 12 marzo sulle pagine del quotidiano Il Sole 24 ore. La tesi di fondo dell’intervento si colloca nella considerazione che troppo spesso le tecnologie vengono applicate senza sapere bene perché: riconoscerne il valore (e conoscerle a fondo) è fondamentale per avviare una trasformazione efficace e positiva che si traduca in innovazione reale, di processo o di prodotto. Le potenzialità straordinarie della digitalizzazione dell’intelligenza artificiale si legano indissolubilmente anche a temi etici di grande rilevanza, sia all’interno delle aziende che nell’intera società: Il successo di ChatGPT sta riportando all’attenzione del grande pubblico e delle imprese le tecnologie digitali, con ampi dibattiti sui pro, i contro, le opportunità, i rischi e gli aspetti etici. Tutto questo è già successo in passato e continua a succedere: ogni volta che una nuova tecnologia appare sembra che il mondo intero debba improvvisamente cambiare. È successo con la stampa 3D, la blockchain, l’Internet delle cose, i Big Data. Anni fa Gartner tracciò una curva empirica che continua a mostrarsi valida ancor oggi: all’apparire di una nuova tecnologia si accende l’entusiasmo e rapidamente si raggiunge un picco di aspettative, quasi sempre immotivate per non dire irrealistiche. Dopo breve tempo, però, subentra una fase di disillusione, a sua volta seguita da una lenta fase di nuovo apprezzamento che culmina, finalmente, nell’adozione consapevole della tecnologia. Oggi accade la stessa cosa con ChatGPT, ma, in genere, per tutto ciò che attiene all’intelligenza artificiale generativa.

Come sottolinea lo stesso Castelli, è chiaro che negli ultimi decenni il contributo delle tecnologie digitali al cambiamento del modo di fare impresa, alla relazione con i clienti, fino al comportamento dei singoli e all’impatto sulla società, sia stato enorme. Così come appare evidente che oggi viviamo nell’era post-digitale, ormai pervasa dalle tecnologie digitali che influenzano sempre più le nostre vite e impattano sui prodotti e sul modo di lavorare quanto più si fondono con oggetti e servizi fisici. Vivere, lavorare, produrre, vendere: tutto richiede una diversa consapevolezza; da parte dei singoli, per non cadere nelle trappole delle fake news, delle manipolazioni e della perdita di controllo del nostro pensare, e delle imprese, per non seguire acriticamente le mode, buttando alle ortiche tempo, denaro e opportunità. Nella sua riflessione Castelli ricorda anche che non sempre “digitale è bello”. Sono molti i casi in cui l’adozione inconsapevole di una tecnologia digitale produce anche dei danni. Nel mondo post-digitale occorre quindi dotarsi di nuove capacità di valutazione e, nel caso delle aziende, anche di nuovi strumenti di valutazione, oltre al rispetto di un insieme di regole fondamentali. L’esperienza, unita allo studio di un gran numero di casi, indica i pochi elementi cruciali su cui porre l’attenzione. Il primo è che i fondamentali economici continuano a valere anche nel mondo post-digitale e quindi va posta la giusta attenzione tra aspettative e risultati, ignorando l’effetto moda: non è raro imbattersi in casi in cui si adotta una tecnologia senza aver ben chiaro quali problemi possa risolvere o quali opportunità possa creare; né tanto meno ci si interroga seriamente sul ritorno dell’investimento e sui costi operativi. Il secondo è riconoscere il valore delle tecnologie senza banalizzazioni: le tecnologie non sono mai banali, può invece esserne l’uso che se ne fa senza conoscerle a fondo.

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