Sviluppo connettività: ultimo miglio via radio

Per Davide Rota, AD di Linkem, le nuove reti Fwa di quinta generazione possono dare la svolta che ancora manca alla crescita della banda ultralarga e alla Gigabit Society in Italia.

L’AD di Linkem, Davide Rota, è convinto che privilegiare l’ultimo miglio via radio sia la strada giusta per dare una forte accelerata allo sviluppo della banda ultralarga in Italia. Ha motivato questo sua convinzione in un’intervista, a cura di Stefano Carli, pubblicata lo scorso 18 ottobre su Affari&Finanza, magazine settimanale del quotidiano La Repubblica dedicato ai temi economici: Le reti mobili stanno investendo nel 5G ma, per ora, soprattutto nelle maggiori città. Lo stesso accade con la fibra. Città di provincia, aree rurali, molti distretti industriali rischiano di restare fuori ancora a lungo. E questo spiega perché l’Italia sia attardata in Europa non tanto quanto a sviluppo della rete quando a adesione degli utenti. L’ingresso nel 5G delle reti Fwa può portare un’accelerazione in tempi rapidi. “Ci sono le condizioni per un cambio di paradigma – sottolinea Rota – Stiamo spegnendole nostre antenne 4G sostituendole con quelle di quinta generazione: il 4G è una tecnologia di 7-8 anni fa, pensata per un mondo che consumava molti meno dati di oggi. Il 5G è la tecnologia dei prossimi anni. Oggi la banda ultralarga per le utenze residenziali tra fibra fino a casa e Fwa ha meno di 4 milioni di utenti: 2,1 per la fibra, 1,6 milioni per l’Fwa. Ma sono convinto che in 5 anni le oltre 14 milioni di linee tra Adsl e Fttc (misto fibra-rame), avranno concluso la migrazione sulle nuove reti superveloci”.

Sempre secondo Davide Rota, l’Fwa 5G è una svolta, sia per portare connessioni di qualità comparabile alla fibra anche dove la fibra non può arrivare perché sarebbe antieconomica, sia perché abiliterà una nuova generazione di oggetti connessi: “Oggi la maggior parte di oggetti connessi è in ambito urbano: contatori, videocamere di sistemi di sicurezza. Oppure, fuori dai perimetri delle grandi città, in singole situazioni molto strutturate: i grandi centri di logistica, i grandi impianti industriali. Ma pensiamo a tutti i servizi di monitoraggio e gestione del territorio, dalla qualità delle acque alle rilevazioni meteo, dall’agricoltura 4.0 alla e-mobility, con le auto connesse anche quando viaggiano fuori delle città, fino al futuro delle auto a guida autonoma. La fibra non coprirà mai una pineta dove si sversano rifiuti e che va controllata, o una diga tra le montagne. Tutto questo ha bisogno di connessioni in banda ultralarga: non tanto come capacità di traffico. Non si tratta qui di far viaggiare giga di dati per vedere un film o una partita in diretta streaming, quanto piuttosto di connessioni stabili, affidabili e soprattutto di tempi di latenza istantanei”.

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