Fra gli obiettivi del Pnrr, uno dei prioritari è quello di ridurre drasticamente gli adempimenti burocratici per creare nuove imprese e attivare progetti di sviluppo. Una sensibile riduzione è prevista già entro il 2024. Si occupa dell’argomento Mila Fiordalisi, in un suo editoriale pubblicato lo scorso 18 febbraio su Cor.Com – Il Corriere delle Comunicazioni: Partiamo dalle imprese: in una classifica appena pubblicata da Money.co ci piazziamo all’ultimo posto fra 35 Paesi presi in esame. Gli italiani hanno bisogno di lavorare in media per 11 settimane, 4 giorni, 5 ore e 42 minuti per avere i soldi necessari per avviare una nuova attività. Agli inglesi – primi classificati – bastano 1 ora e 21 minuti. Al secondo e terzo posto Danimarca e Irlanda rispettivamente 6 ore e 6 minuti e 1 giorno, 1 ora e 47 minuti. Tempi che ci lasciano a dir poco stupiti. Per avviare una start up in Italia servono infatti 3.941 euro contro i 14 euro del Regno Unito. Un gap allarmante che resta elevato persino con il penultimo Paese classificato, il Belgio con 2.144 euro. La strada, dunque, per il nostro Paese è lunga, lunghissima. E la burocrazia, parliamoci chiaro, resta il nemico numero uno sul cammino del Pnrr: il rispetto della roadmap è la conditio sine qua non imposta dall’Europa per l’erogazione dei fondi. E sarà molto complesso arrivare a traguardo considerati gli iter amministrativi necessari anche per attività a dir poco banali.
Come si precisa nell’articolo, se allarghiamo l’orizzonte alla vita quotidiana, quella dei cittadini comuni, basta guardare al semplice rilascio di una carta d’identità nella capitale, Roma, per farsi un’idea della situazione: possono essere necessari alcuni mesi. Commenta ancora Mila Fiordalisi: Fra gli obiettivi del Pnrr c’è proprio il forte abbattimento delle procedure amministrative. Il ministro della PA Renato Brunetta ha annunciato l’avvio di una consultazione pubblica per coinvolgere cittadini e imprese, le stesse pubbliche amministrazioni e associazioni, enti e chi altro voglia dire la sua. “Facciamo semplice l’Italia. Le tue idee per una PA amica”, questo il nome dell’iniziativa. Lodevole, per carità, come qualsiasi iniziativa votata a venire incontro alle esigenze della società, matremano i polsi all’idea che ci sia bisogno di una consultazione e che si debba chiedere alla società tutta quali siano le cose che non vanno, che sono da anni, da decenni, sotto gli occhi di tutti.