Smart working e digitale fanno più green le aziende

Lo specifico studio The European House Ambrosetti, condotto con Microsoft, evidenzia l’importanza di continuare con saggezza ad applicare il telelavoro.

Aziende più efficienti con smart working e digitale: sembra questo il mix ideale per continuare in quella evoluzione che la pandemia Covid aveva accelerato nel 2020. Ma ora, con maggiore tranquillità, c’è bisogno di strategie caratterizzate da una integrazione funzionale tra lavoro in presenza e telelavoro. È quanto emerge dallo specifico studio The European House Ambrosetti, condotto con Microsoft. Curato da Patrizia Lombardi, Prorettore del Politecnico di Torino, propone le linee guida di uno scenario virtuoso: la cultura digitale e quella ambientale, che spesso viaggiano separati, devono incontrarsi. Dedica attenzione al tema il quotidiano La Repubblica in un articolo a firma di Aldo Fontanarosa, pubblicato lo scorso 3 settembre: Lo studio (“Digitalizzazione e sostenibilità per la ripresa dell’Italia” realizzato in collaborazione con Microsoft) ragiona sulle scelte del Paese ora che la pandemia sembra sotto controllo. E tra le righe prende di mira i “pentiti” dello smart working. Sono le aziende – non poche – e gli uffici pubblici che hanno fretta di riportare i loro dipendenti e manager nelle sedi fisiche perché le riunioni – pensano alcuni – vanno fatte guardandosi negli occhi, come una volta.  “D’altra parte – spiega proprio Patrizia Lombardi – l’Italia deve fare i conti con un presente che la pone agli ultimi posti della classifica europea nel campo delle perfomance digitali. (…) Dice Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia: “Se da un lato la pandemia ha mostrato la capacità di molte organizzazioni di adattarsi alla situazione, adottando rapidi cambiamenti per abbracciare nuovi modelli operativi, dall’altro ha messo in evidenza le grandi sfide globali: l’impatto del cambiamento climatico, la necessità di modelli di business sostenibili e digitali, l’inclusione sociale, il benessere condiviso”.

Del resto, come si ricorda nell’articolo, i dati dello studio evidenziano che le aziende ben digitalizzate hanno una produttività del lavoro superiore del 64% rispetto alle non digitalizzate. Lo studio ha anche sentito 212 imprese per capire se fossero consapevoli di quanto un approccio green possa migliorare il rendimento dei dipendenti, il conto economico, il rapporto con i clienti. Su questo specifico punto sottolinea l’articolo: I dati della Commissione europea, che lo studio rielabora, sono d’altra parte inequivocabili. La sensibilità ambientale è ormai parte della nostra società, al punto che: – il 64,3% dei cittadini europei chiede di ridurre l’uso della plastica; – il 61% è preoccupato del cambiamento climatico; – il 59,7% chiede di ridurre lo spreco di cibo. In questo scenario, gli imprenditori più illuminati – forti dell’esperienza pandemia – vogliono conservare la rotta più giusta.

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