Smart city: abitazioni mini, ma grandi servizi

Le tecnologie sanno trasformare le abitazioni in ecosistemi integrati, per rispondere a esigenze per fasce d’età. Un esempio significativo: Chorus Life a Bergamo.

Nel corso del tempo le abitazioni cambiano, in sintonia con lo sviluppo della società e con le conoscenze tecnologiche disponibili. Sulla base dei trend del momento, riassumibili oggi nel binomio “ambiente e tecnologia”, si può ipotizzare come saranno le case del futuro. Ci sono anche esempi pratici molto significativi, come gli edifici che stanno sorgendo a Bergamo nel nuovo quartiere a vocazione “smart” Chorus Life. Dedica attenzione al tema il quotidiano Il Sole 24 ore con un articolo a firma di Maria Chiara Voci pubblicato lo scorso 3 ottobre: Non solo il luogo fisico in cui “trovare riparo” esclusivo. Sempre di più una “piattaforma” su cui poter contare per ottenere servizi utili alla gestione del quotidiano, risparmiare tempo libero, sostenere la socialità, facilitare la conduzione della famiglia. La casa del futuro non è più uno spazio, ma un servizio. Una nuova dimensione che, nelle metropoli come Milano, caratterizza sempre di più le forme luxury e short term-rent, ma è destinata a diventare predominante anche per il patrimonio immobiliare in locazione di lungo periodo o in proprietà, soprattutto a fronte di una popolazione sempre più anziana.

Come sottolineato nell’articolo, le tecnologie trasformano le abitazioni in ecosistemi integrati che vanno oltre la palestra e la lavanderia in comune per rispondere a esigenze private, di lavoro e per fasce d’età. Il nuovo lusso è la vivibilità della casa non solo nell’ampiezza e bellezza di spazi e arredi, ma soprattutto per l’offerta dei servizi che riesce ad erogare in esterno. Le nuove abitazioni propongono condizioni simili a quelle che si troverebbero in hotel. La proposta riguarda anche l’assistenza medica o infermieristica; quella per l’intrattenimento dei figli; per la cura della persona o di tipo logistico. Ancora nell’articolo de Il Sole 24 ore: «La casa in prospettiva si trasformerà in una piattaforma per la fornitura di servizi fisici e digitali per l’abitare – afferma l’architetto Joseph Di Pasquale, che dal 2015 ha avviato una ricerca sui comportamenti abitativi emergenti nei contesti urbani, propedeutici allo sviluppo di nuovi quartieri, come Chorus Life a Bergamo –. L’abitazione sarà una grande app, un ecosistema di servizi che integrano l’esperienza abitativa e si collocano su tre livelli, uno più intimo e collegato alla sfera privata e nell’unità immobiliare. Un secondo, sulla scala dell’edificio, che comprenderà aree co-working o per l’ospitalità, dove poter lavorare a casa senza restare a casa o poter accogliere amici, senza davvero riceverli. Un terzo, che riguarda la facility di quartiere. Il condominio da “dominio condiviso” si trasformerà in luogo in cui condivivere, cioè vivere insieme».

In questo scenario, anche il mondo dell’edilizia e del real estate dovrà imparare a mutare. Le imprese di costruzioni non potranno più limitarsi a pensare alla progettazione o alla costruzione. L’imprenditore appaltatore dovrà diventare lui stesso uno stratega di opportunità e di nuovi servizi.

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