In diverse città, in tutto il mondo, stanno crescendo i progetti per realizzare Smart City di nuova generazione, caratterizzate da intelligenza artificiale che gestirà le connessioni fra tecnologie e utenti. Progetti pilota ambiziosi, che in prossimo futuro potrebbero diventare un modello da imitare per avere città smart ed ecosostenibili. Dedica attenzione all’argomento il magazine Affari&finanza de La Repubblica, in un articolo a firma Stefania Aoi pubblicato lo scorso 31 maggio: Ma anche nelle vecchie città si lavora per dotare di “cervello” case e interi quartieri, persino scuole, ospedali eliminando sprechi e inefficienze. Non mancano gli esempi di palazzi privati smart. Mentre ministeri, case comunali, caserme, spesso sono ancora strutture obsolete e costose. “Soprattutto negli edifici pubblici, viene ignorato se, per esempio, la giornata è calda o fredda e se l’attivazione del riscaldamento è necessaria o meno, così capita spesso che i dipendenti debbano aprire le finestre perché la temperatura è troppo alta”, scrivevano i ricercatori dell’università di Scienze applicate di Stoccarda in un loro studio del 2018 dedicato agli edifici pubblici intelligenti. Gli accademici portavano anche ad esempio le buone pratiche seguite nel mondo.
Oltre agli edifici pubblici, i dispositivi connessi entreranno sempre più a far parte delle vite di tutti. Stefania Aoi ricorda infatti come entro il 2030, la società di ricerca inglese Wgsn ha previsto che ne utilizzeremo 50 miliardi in tutto il mondo, creando reti intelligenti dentro e fuori casa. Ci lavorano già i colossi della tecnologia. E ancora: …secondo la società di ricerche Mordor Intelligence nel suo report ‘Smart Building Market: growth, trends, Covid impact and forecast’ il valore del business legato agli edifici di questo tipo aumenta del 18,50% l’anno e arriverà nel 2026 a valere 229 miliardi di dollari, mentre nel 2020 valeva 82,5 miliardi. Previsioni simili quelle pubblicate da Data Bridge Market Research Report che parla di un +20,59% all’anno da qui al 2027. (…) Il governo sta lavorando per incentivare innovazione ed ecosostenibilità. E un aiuto in questa direzione dovrebbe arrivare dal PNRR. Tanto che dei 248 miliardi complessivi che dovrebbero spettarci, circa 50 miliardi di euro saranno destinati alla digitalizzazione, competitività e cultura. Circa 68 alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, di cui una trentina di miliardi saranno destinati proprio all’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici privati e pubblici, a partire da quelli scolastici. L’incremento dell’efficienza energetica sarà perseguito tramite corposi incentivi fiscali volti alla ristrutturazione di massa, al ritmo di circa 50mila edifici potenzialmente smart per anno, per una superficie totale di 20 milioni di metri quadri. Le intenzioni sono buone, adesso bisognerà passare ai fatti.