La risalita dei mercati globali che ha caratterizzato il 2021 ha fatto da trampolino per l’impiantistica italiana. In particolare i settori del packaging, della gomma/plastica e delle macchine per elementi costruttivi hanno infatti raggiunto risultati da record. Ma l’ottimismo della situazione generatasi nello scorso anno potrebbe essere compromesso dalle attuali tensioni sui mercati, determinate dalla carenza di materie prime e componenti, nonché dal prezzo dell’energia. L’argomento è motivo di attenzione da parte del quotidiano Il Sole 24 ore, con un articolo a firma di Luca Orlando, pubblicato lo scorso 3 giugno: Per la prima volta oltre i 50 miliardi di euro. Tra Covid, strozzature logistiche e persistenti difficoltà di spostamento di tecnici e reparti commerciali, pareva impossibile che in un solo anno il settore dei macchinari potesse ricucire il gap con il periodo pre-crisi. Il rimbalzo del 2021, tuttavia, è andato oltre ogni attesa, consentendo al comparto dei costruttori di impiantistica di migliorare il fatturato di quasi 22 punti, portando i ricavi aggregati a 50,4 miliardi di euro, oltre il precedente record raggiunto nel 2018. Rimbalzo corale, che ha toccato più categorie, tra macchinari di packaging e forni per piastrelle, macchine utensili e impianti per grafica, legno e gomma-plastica. I dati elaborati da Federmacchine registrano così incrementi a doppia cifra per tutti i principali indicatori economici.
Come sottolineato all’interno dell’articolo, grazie all’accelerazione dei ricavi l’industria di settore ha più che recuperato il terreno perso nel biennio precedente, grazie ad una ripresa interna ma anche internazionale. Le esportazioni, cresciute del 18,1% a 32,9 miliardi di euro sono tornate sui livelli pre-pandemici ma a trainare le imprese è stato soprattutto il mercato interno. Protagonista di una crescita senza precedenti è stata infatti la domanda espressa dal mercato domestico, cresciuta del 29,7% rispetto all’anno precedente e andata oltre i 27 miliardi di euro, valore mai raggiunto in precedenza.
Di questa situazione hanno beneficiato i costruttori italiani, le cui consegne sul mercato interno hanno raggiunto il valore di 17,5 miliardi di euro, pari al 28,6% in più rispetto al 2020. Guardando alla situazione attuale, nell’articolo si sottolinea come l’eredità del 2021 è comunque ancora visibile nei carnet di ordini delle aziende, a livelli che sono sopra le medie storiche. Le difficoltà, come evidenziano gli stessi imprenditori, sono però nel produrre. Fare previsioni diventa un azzardo. In particolare la componentistica continua ad essere una incognita. Difficoltà negli approvvigionamenti per cui la categoria continua a richiedere un intervento di sistema, così come un calmiere al prezzo dell’energia. Nel suo articolo, Orlando ricorda inoltre come Nel medio termine, invece, la richiesta è quella di stabilizzare gli incentivi 4.0 oltre l’orizzonte del 2025, rendendo quindi strutturali le misure, riducendo eventualmente le aliquote del credito di imposta attualmente in vigore.