Riguardo ai fondi necessari per fare crescere le potenzialità TLC nel Paese, era stata chiara l’indicazione di Asstel, associazione delle principali aziende del settore “servizi per infrastrutture”, alla quale aderisce anche Valtellina: almeno 10 miliardi del Recovery Fund dovrebbero essere destinati a questo obiettivo, molto di più di quanto prevedeva il primo piano del Governo Conte. Draghi rimodulerà i fondi? La questione non è da poco, perché la disponibilità di risorse pubbliche è importante per spingere le coperture, abbattere i divide e anche per mettere a punto un progetto che guardi in avanti, la famosa politica industriale per le TLC.
Inoltre: chi sarà chiamato nel nuovo governo ad assumersi la responsabilità di occuparsi di un tema così strategico come reti e digitalizzazione? Alcune idee le esprime Mila Fiordalisi, direttrice di COR.COM – Il corriere delle comunicazioni, in uno specifico editoriale dello scorso 15 febbraio: …la Lega, secondo quanto risulta a CorCom intende avere un ruolo forte proprio relativamente ai dossier TLC. Il deputato Massimiliano Capitanio è quello che più da vicino segue le tematiche sul fronte dell’infrastrutturazione e che nei mesi scorsi ha evidenziato più volte la necessità di dare priorità alle azioni necessarie: completamento del piano aree bianche, piano banda ultralarga per le scuole, spinta all’Fwa per colmare i digital divide sui territori, reti veloci per le imprese. Il tutto anche in deroga, se necessario, alla normativa esistente per superare le impasse burocratiche. E anche sul 5G la Lega ha cercato di sgombrare il campo dalle fake news per arginare l’ondata delle ordinanze e dei provvedimenti comunali che hanno già rallentato la macchina operativa.
Ricordiamo che Il ministero della Transizione Digitale è stato affidato a Vittorio Colao, ex numero uno di Vodafone. Sempre secondo COR.COM la nomina di Colao avrebbe già fatto drizzare le antenne a più di qualcuno. Resta il fatto che i compiti sul terreno sono imponenti: portare la banda ultralarga nelle aree grigie, completare il piano aree bianche, accelerare la roadmap 5G e venire a capo del dossier rete unica Tim-Open Fiber: sono questi i dossier caldi nel settore delle TLC sul tavolo del nuovo Governo Draghi.
Sottolinea ancora Mila Fiordalisi: Il precedente Governo Conte ha mostrato tutta una serie di debolezze sul fronte della governance: al Mise di Stefano Patuanelli lo sdoppiamento delle competenze – 5G a Mirella Liuzzi e banda ultralarga fissa a Gian Paolo Manzella – certamente non ha aiutato il coordinamento né l’execution. Liuzzi e Manzella saranno confermati? E se sì, esattamente nel ruolo “sdoppiato”? Per non parlare dalla presidenza del Cobul, il Comitato banda ultralarga, affidato all’ex ministra dell’Innovazione Paola Pisano. Una governance “tricefala” inspiegabile quanto inadatta a spingere le politiche di infrastrutturazione. È evidente dunque la necessità di una “regia” unitaria, magari con un Sottosegretario alle Comunicazioni o alle TLC che dir si voglia. E altrettanto importanti saranno figure quali il Capo di gabinetto e il capo della Segretaria tecnica, figure operative determinanti. Giorgetti ha chiamato come capo di gabinetto al Mise Paolo Visca, che aveva guidato l’ufficio di Matteo Salvini ai tempi della vicepresidenza del primo governo Conte.