Rete unica TLC: governo e Cdp sembrano propensi

Si moltiplicano le dichiarazioni sul tema dell’opportunità di avere una rete unica nazionale in fibra.

La banda larga è sempre più al centro delle attenzioni, un argomento reso ancora più d’attualità grazie ai fondi PNRR in arrivo, dove le TLC sono fra gli aspetti chiave. In questo clima si parla di rete unica sia da parte governativa, sia da Cdp. Al recente forum di Bloomberg, il consigliere economico della Presidenza del Consiglio Francesco Giavazzi ha dichiarato: “È uno degli obiettivi del governo e succederà”. E l’Ad di Cassa Depositi e Prestiti Dario Scannapieco: “Non ha senso duplicare gli investimenti sulla rete”. Anche da parte sindacale sono stati espressi giudizi favorevoli ad una rete unica. Dedica attenzione al tema Mila Fiordalisi, Direttore di Cor-Com – Il Corriere della Comunicazioni, in un suo editoriale dello scorso 23 marzo: Secondo Fistel Cisl la rete unica nazionale – ossia il progetto di integrazione degli asset con Open Fiber – “resta la scelta industriale necessaria nel riassetto complessivo delle reti in fibra”. La partecipazione di Cdp come azionista di riferimento “garantisce gli interessi di sicurezza nazionale ed è aperta al co-investimento di tutti gli operatori del mercato. Questo modello, inoltre, di rete nazionale sarebbe caratterizzato dall’assenza di legami di integrazione verticale rispetto ai servizi di accesso alla rete, avrebbe una Governance indipendente e, un nuovo regime regolatorio, dovrebbe assicurare la parità di accesso e spingere il coinvestimento con un elevato standard qualitativo del servizio”. Sulla stessa linea Fabrizio Solari, segretario della Slc Cgil: “L’esigenza di mettere mano all’azienda era nota da tempo, noi da parte nostra siamo ancora favorevoli al memorandum tra Tim e Cdp sulla rete unica del 2020. La via maestra è quella di un intervento di Cdp che metta assieme la prospettiva di una grande azienda di sistema e di una rete unica.

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