Sono ripartiti i tavoli di trattativa voluti dal governo per arrivare a un’intesa sul progetto della rete unica in fibra. In particolare lo scorso 26 gennaio si è tenuta una riunione presso il Mimit (Ministero delle Imprese e Made in Italy) per fare il punto sulle agevolazioni che lo Stato è disposto a mettere sul piatto per il settore delle Tlc. L’appuntamento ha dato spazio al tema della rete unica, anche perché lo stesso Ministro Adolfo Urso si era espresso recentemente ribadendo la volontà del governo di arrivare ad un controllo pubblico della rete. Come riportato dagli organi di stampa, all’incontro del 26 gennaio erano presenti Vivendi, rappresentato da Daniele Ruvinetti (che nella sostanza ha preso il posto dell’AD dei francesi Arnaud De Puyfontaine), con Rothschild a fare da advisor, e Cdp, con Credit Suisse come consulente, il capo di gabinetto del ministero delle imprese e del made in Italy, Federico Eichberg, a fare le veci del ministro Urso, e l’ad di Cdp Equity, Francesco Mele. Dedica attenzione al tema proprio nella giornata del 26 gennaio il Corriere della Sera, con un articolo a firma di Gabriele de Rosa: Riparte il tavolo di confronto tra Vivendi e Cdp sul futuro della rete Tim. Oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy i due grandi azionisti del gruppo telefonico si rivedranno per valutare se è possibile trovare un punto di incontro tra le reciproche posizioni, in modo da arrivare a portare la rete di Tim sotto il controllo della Cassa. “Il punto fermo è la rete nazionale a controllo pubblico e quindi a guida di Cassa depositi e prestiti. Questo significa che anche altri attori possono partecipare a realizzare questo progetto” ha ribadito ieri il ministro Adolfo Urso da Bruxelles.
Sempre gli organi di stampa hanno sottolineato come al momento resta questa la strada principale che Cassa e ministero del Made in Italy intendono percorrere, anche se la distanza tra la valutazione di Cdp, intorno ai 18 miliardi, e quella di Vivendi (primo azionista di Tim) che ne chiede almeno 31, sembra troppo ampia per poter essere coperta con gli incentivi di Stato di cui si è parlato. Ecco perché l’altro percorso, quello preferito da Vivendi e che porta alla cosiddetta scissione proporzionale in una NetCo e una ServCo che lascerebbe al mercato il compito di stabilire il valore della rete, non è affatto morta. C’è la possibilità che le parti possano aggiornarsi a breve, addirittura ai primi di febbraio. Ricordiamo inoltre che le misure a sostegno del settore Tlc sul tavolo delle trattative tra governo e privati riguardano in particolare il limite delle onde elettromagnetiche per il 5g, il taglio dell’Iva sui servizi di telefonia e sui dati. Il complesso della proposta è quello illustrato più volte nei mesi scorsi: taglio dell’Iva al 10 o addirittura al 5% sui servizi, voucher, status delle aziende energivore, switch off da rame a fibra, innalzamento dei limiti elettromagnetici ritenuto fondamentale per il 5g.