Rete unica: riparte il dialogo tra Cdp e i soci TIM

Si è tenuto presso Ministero delle Imprese e del Made in Italy un incontro "tecnico" sul tema della rete unica e sul futuro di TIM.

Come hanno sottolineato tutti gli organi di stampa, c’era grande attesa per la riunione del consiglio di amministrazione e l’incontro tecnico al tavolo istituito dal governo – entrambi in programma per giovedì 15 dicembre – tra Cassa depositi e prestiti e gli altri principali soci di TIM, con l’intento di trovare entro fine anno una soluzione per creare un’infrastruttura di telecomunicazioni nazionale.
Subito dopo l’incontro ha rivolto attenzione al tema La Repubblica con un articolo a firma di Sara Bennewitz pubblicato lo scorso 16 dicembre: Il primo tavolo tecnico tra gli esponenti del nuovo governo di Giorgia Meloni e gli azionisti di Telecom Italia per assicurare il controllo della rete di telefonia fissa e dei cavi sottomarini di Sparkle in mani pubbliche, si è svolto al ministero dello Sviluppo economico in un clima definito “costruttivo”. Tant’è che è stato già convocato un nuovo incontro per martedì prossimo, e pre-allertata una seconda riunione tra Natale e Capodanno. C’è la voglia da parte delle istituzioni di accelerare, e anche l’azienda quotata, gravata da 25 miliardi di debito, non ha certo tempo da perdere.

Come ricordato nell’articolo, era la prima volta i due soci forti di Tim, vale a dire la Cassa Depositi Prestiti (con il 9,9% del capitale) controllata dal Tesoro, e la francese Vivendi (23,8%), si sono incontrati per discutere su nuove basi, diverse da quelle del progetto di rete unica per intrecciare le infrastrutture di Tim e di Open Fiber, cha ha la Cdp come primo socio. Prosegue l’articolo: Anche se la strada è ancora lunga: il nuovo governo non ha ancora assunto in via formale un advisor per assisterlo in questa partita, mentre il precedente governo Draghi aveva dato mandato a Lazard come advisor finanziario del Tesoro nell’operazione.

Nello stesso 15 dicembre c’è stato poi un consiglio di Tim, che all’ordine del giorno aveva l’approvazione del budget e la sostituzione del consigliere Frank Cadoret, in quota Vivendi che si è dimesso un mese fa. Su indicazioni di Vivandi è stato eletto all’unanimità Massimo Sarmi, già AD di Poste Italiane, manager dichiaratamente stimato anche dal ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, che essendo presidente dell’Asstel e della rete secondaria di Tim (Fibercop) non ha potuto avere i requisiti di indipendenza. Classe 1948, Sarmi ha iniziato la sua carriera professionale in Sip, diventando nel 1995 direttore generale della divisione mobile, e tre anni dopo della capogruppo Telecom, da cui se n’è andato nel 2000 per andare a guidare Siemens Italia. Prosegue Sara Bennwitz: Sarmi è quindi un consigliere non esecutivo di Tim, ma dopo mesi di discussioni sulla sua nomina, tutte le riserve di Cdp al riguardo della candidatura di Sarmi sono venute meno: il presidente della Cassa, Giovanni Gorno Tempini è tra i membri del cda di Telecom che ieri ha votato a favore alla sua nomina di consigliere non esecutivo. Infine ora che è stato approvato il budget del 2023, l’ad di Tim Pietro Labriola potrà affinare il nuovo piano industriale da presentare al mercato il 14 febbraio, tenendo a mente che gli investimenti delle aree grigie delle gare del Pnrr aggiudicate a luglio accumulano già tre mesi di ritardo e hanno costi superiori al budget, a causa del caro materie prime.

Sempre nell’articolo si ricorda infine che ora che è stato approvato il budget del 2023, l’AD di Tim Pietro Labriola potrà affinare il nuovo piano industriale da presentare al mercato il 14 febbraio.

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