I Consigli di Amministrazione straordinari di TIM, Open Fiber e Cassa Depositi e Prestiti (CDP), quest’ultima azionista sia di TIM che di Open Fiber sarebbero pronti a dare il via libera alla firma del Memorandum of Understanding (MoU) per l’integrazione della rete di TIM con la rete di Open Fiber. Open Fiber dovrebbe diventare la società unica della rete. Secondo Federico De Rosa del quotidiano “Corriere della Sera”, nell’articolo dal titolo “Rete Unica, TIM verso la vendita a Open Fiber di tutta l’infrastruttura” pubblicato il 29 maggio, sul tavolo ci sarebbero al momento due opzioni ed entrambe prevedono che la rete di TIM, dal backbone (la dorsale che corre lungo tutto il Paese) fino all’ultimo miglio contenuto in FiberCop, venga venduta a Open Fiber. Su questo tema si è concentrata anche l’attenzione del quotidiano Il Sole 24 Ore, con un articolo a firma di Andrea Biondi e Marigia Mangano, pubblicato lo scorso 27 maggio. Una indicazione sarebbe arrivata agli ad di Tim e Open Fiber anche sulle sinergie: un range compreso fra 4,5 e 5 miliardi come benefici in termini di capex e opex secondo i risultati dello studio frutto del lavoro di consulenti privati che hanno rimesso mano alle risultanze cui era approdato, un anno fa, il lavoro dei due advisor tecnici (Italtel per Tim e Altman Solon per Open Fiber). Numeri, questi, alla base di un’operazione di unione degli asset di Tim e Open Fiber che è complessa, di cui si parla da anni fra vari stop and go e che lo scorso anno si è arenata nonostante la firma di un memorandum of understanding fra le parti.
L’operazione di separazione della Rete dalla società di servizi era stata immaginata in prima battuta da Tim come una scissione, a cui avrebbe fatto seguito l’automatica quotazione della società in cui sarebbero confluite le reti di Tim e Open Fiber. In base alle informazioni di cui dispone il Sole 24 Ore, starebbe ora prendendo piede la convinzione che una strada di questo tipo comporterebbe una serie di complessità difficili da gestire in tempi stretti. Così nell’articolo di Biondi e Mangano: I dettagli e i valori dell’operazione sono ancora in via di definizione, così come il coinvolgimento del fondo americano che nella creazione della società della Rete Unica potrebbe dunque giocare un doppio ruolo: venditore, in quanto socio dei Fibercop, la società della rete secondaria di Tim, ma anche compratore del nuovo gruppo in cui confluiranno le infrastrutture chiave delle telecomunicazioni. Del resto il fondo americano, fin all’annuncio dello scorso novembre in cui aveva comunicato la volontà di rilevare l’intero gruppo con una Offerta pubblica di acquisto, non ha mai scartato del tutto il progetto di integrazione tra le reti Tim e Open Fiber. Piuttosto aveva sollevato perplessità sugli aspetti più regolamentari e sul rischio che Tim potesse essere costretta a dismettere asset chiave. Cambia tutto, ovviamente, in questo scenario dal momento che Kkr entrerebbe direttamente nella società della rete Tim-Open Fiber. E rappresenterebbe anche uno dei più importanti finanziatori dell’operazione di acquisto della rete Tim.