Come era stato preannunciato nei giorni scorsi, il 9 giugno Kkr e Cdp-Macquarie hanno presentato a TIM le loro offerte migliorative rispetto a quelle sottoposte – e bocciate dal Cda Tim – a metà aprile. Potrebbe arrivare fino a 23 miliardi l’offerta di Kkra Tim per Netco. Il fondo americano non ha svelato completamente il contenuto della proposta. I rumors degli analisti economici parlano però di un margine di rialzo fino a 2 miliardi rispetto alla precedente offerta, legato a variabili dell’accordo da definire. L’offerta sarebbe comunque ancora al di sotto di una valutazione di oltre 30 miliardi di euro ricercata dal principale azionista di TIM, Vivendi.
Rivolge attenzione al tema il Sole 24 ore, con un articolo a firma di Andrea Biondi pubblicato lo scorso 10 giugno: A quanto risulta al Sole 24 Ore, infatti, a puntare a una mossa del cavallo, anche a offerta già presentata, sarebbe il fondo australiano Macquarie. Negli ultimi giorni vari interlocutori governativi e istituzionali sarebbero stati sondati su un’operazione che il fondo australiano avrebbe tirato fuori dal cilindro per portare a casa il risultato pieno. No comment da parte di Macquarie, ma a quanto ricostruito dal Sole 24 Ore il fondo avrebbe reso nota agli interlocutori politici la sua disponibilità ad acquisire le aree nere di Open Fiber, società ora controllata al 60% da Cdp e al 40% dagli australiani. In questo modo, a quanto spiegato, l’idea sarebbe di lasciare a Cassa Depositi e Prestiti le aree grigie e bianche, oltre a una dote derivante dall’acquisto da parte di Macquarie. Risorse e dotazione delle aree dei bandi pubblici, grigie e bianche, dovrebbero servire poi a Cdp per farsi motore dell’operazione su Netco, con Macquarie che a quel punto sarebbe fuori dalla partita, ma proprietaria in toto di Open Fiber (con le sole aree nere, lasciando le altre aree in una newco che diventerebbe di proprietà della Cassa).
Nelle concitate giornate del 10 e 11 giugno, si sono susseguite altre indiscrezioni, fra cui quelle che hanno rinnovavano la insoddisfazione del socio francese di TIM, Vivendi. Che la trattativa sia complessa e in una fase delicata lo confermano anche le dichiarazioni di Dario Scannapico, AD di Cdp, che commentando la situazione ha affermato: “I tempi saranno probabilmente più lunghi di quello che uno immagina, vedremo quello che accade ma non drammatizzerei. Ci sarà bisogno di tempo e lo scenario è in evoluzione”. Tornando alle evoluzioni dell’offerta, una novità rispetto alla proposta precedente sarebbe quella di dare a TIM la possibilità di rimanere nel capitale di Netco. Ora la parola passa al Cda Tim. Come sottolinea lo stesso Andrea Biondi nel suo articolo, ecco perché gli occhi sono puntati ora sulle giornate del 19 e 22 giugno. È in queste due date che il board Tim – cui nel frattempo il 14 giugno dovrebbe unirsi Luciano Carta, indicato da Vivendi per prendere il posto del dimissionario Arnaud de Puyfontaine – si è dato il compito di decidere sul destino del dossier Netco (rete e Sparkle) sulla cui vendita si discute ormai da oltre un anno e mezzo, fra vari stop and go.