Recovery Plan e Smart City: 11 miliardi in arrivo

Uno studio Asvis (Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile) presenta il piano dettagliato delle infrastrutture e calcola i fabbisogni aggiuntivi. Si punta su Metrò, FS e Bus a basso impatto ambientale.

Fra gli obiettivi concreti e misurabili che può centrare il Recovery Plan, si collocano sviluppi infrastrutturali importanti nel campo della mobilità. Città più sostenibili grazie a un piano organico e dettagliato d’investimenti nella mobilità green, in sintonia anche con i progetti europei: metrò, ferrovie locali, rinnovo del parco autobus con mezzi elettrici, treni a idrogeno dove non c’è elettrificazione della linea.
Ne parla il quotidiano Il Sole 24 Ore in uno specifico articolo, pubblicato lo scorso 2 febbraio a firma di Giorgio Santilli: Lo studio Asvis si sofferma sugli interventi infrastrutturali: 14,3 miliardi previsti dal contratto di programma Rfi 2017-2021 per città metropolitane e stazioni (6,1 tendenziali e 8,2 aggiuntivi); 8,8 miliardi previsti dai Piani urbani per la mobilità sostenibile (Pums) dei comuni (7 tendenziali e 1,8 aggiuntivi). In tutto servono dieci miliardi di risorse aggiuntive.

Il piano prevede, ad esempio, forti investimenti di upgrading e nei Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile (PUMS): 1,6 miliardi RFI per upgrading infrastrutturale e tecnologico del nodo di Milano, i raddoppi delle linee ferroviarie Milano-Mortara prima fase e Tavazzano-Lodi. Nei PUMS 1,35 miliardi per il potenziamento delle metropolitane/tram e l’estensione della rete. A Napoli 710 milioni RFI per upgrading infrastrutturale e tecnologico del nodo di Napoli e 770 milioni del PUMS per potenziamento metropolitane/ferrovie ed estensione della rete metropolitane/tram. A Firenze 583 milioni per l’estensione della rete tramviaria. A Bologna 511 milioni per la linea 1 del tram, a Torino 334 milioni per l’estensione della rete metropolitana.

Nell’articolo è inserita una dichiarazione di Andrea Gibelli, presidente di Asstra, che argomenta le proposte. «Il Covid – dice – ha posto al settore cinque questioni che andranno affrontate con una riforma complessiva: 1) un nuovo modello di città che consenta un uso più razionale del trasporto pubblico; 2) l’integrazione di filiera con i fornitori del settore elettrico; 3) le piattaforme digitali per incrociare in modo più efficiente domanda e offerta; 4) il leasing operativo come nuovo modello di finanziamento del TPL; 5) il nuovo ruolo delle imprese di TPL».

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