Rapporto Ucimu: aiutare le PMI all’evoluzione 4.0

In base a quanto emerge dall’indagine, tante delle aziende di minori dimensioni fanno fatica ad investire in tecnologie evolute: servono ancora incentivi.

È uno scenario a luci e ombre quello che emerge dall’indagine Ucimu sullo stato di innovazione tecnologico delle imprese Italiane, report recentemente presentato in un’apposita conferenza stampa. L’indagine “Il parco macchine utensili e sistemi di produzione dell’industria italiana”, è stata ideata da Ucimu-Sistemi per produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, in collaborazione con Fondazione Ucimu, con il contributo di Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, di Ice agenzia e Unioncamere.
In base ai dati rilevati emerge che sono ancora tante, troppe, le aziende di minori dimensioni che continuano a mantenere in attività sistemi obsoleti ma funzionanti. Il parco macchine utensili e sistemi di produzione installato nell’industria italiana risulta più vecchio di quello di cinque anni fa. Non solo: nel 2019, l’età media dei macchinari di produzione presenti nelle imprese metalmeccaniche del paese è risultata la più alta mai registrata. Di contro cresce il grado di automazione e integrazione degli impianti, segno che le misure di incentivo alla competitività in materia 4.0 hanno avuto i primi effetti.
Dedica all’indagine uno specifico articolo Il Corriere della Sera, con una pagina a firma Dario Di Vico: Un test importante per capire il grado di ammoderamento delle nostre fabbriche e orientare le scelte dei policymaker. Ma stavolta, visto i provvedimenti di Industria 4.0 e il carattere disruptive della digitalizzazione, l’Ucimu ha scelto di tagliare i tempi e di lanciare una nuova indagine a soli 5 anni dalla precedente.
L’indagine, effettuata con cadenza decennale e giunta alla sesta edizione, arriva infatti ad appena cinque anni dalla precedente, con l’obiettivo di misurare i primi effetti della politica inaugurata dall’allora ministro Carlo Calenda. Condotta su un campione rappresentativo di oltre 2mila imprese (con più di 20 addetti), l’indagine fornisce il quadro su numerosità, età media, grado di automazione/integrazione, composizione e distribuzione (per settore, dimensione di impresa, aree territoriali) del parco macchine utensili e sistemi di produzione dell’industria del paese, al 31 dicembre 2019. Continua ancora l’articolista: Per chiudere il gap grandi/piccoli è necessario che le imprese minori sappiano di poter adottare in serenità piani di investimento a media gittata.
In questo senso, ha commentato Barbara Colombo, presidente Ucimu – emerge la tendenza all’allargamento della forbice tra imprese che investono e crescono in competitività e imprese che restano ferme. I provvedimenti per sostenere l’ammodernamento del parco macchine e per incentivare la transizione 4.0 del manifatturiero del Paese hanno prodotto effetti interessanti ma non ancora sufficienti ad assicurare la trasformazione digitale del metalmeccanico. Per questa ragione occorre che le misure attualmente operative, quali il credito di imposta, per gli acquisti in nuove macchine tradizionali e con tecnologia 4.0, proseguano oltre il 2022.

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