PNRR: i progetti “guida” delle Regioni

Gli enti locali hanno indicato i loro progetti "simbolo", che dovrebbero avere una corsia preferenziale nell'assegnazione dei fondi, suscitando interesse ma anche alcune perplessità.

Le Regioni hanno presentato al Governo i progetti che reputano prioritari e caratterizzanti nell’ambito PNRR, vale a dire quei progetti che dovrebbero avere una corsia preferenziale nell’assegnazione dei fondi. Molto diversificati fra regione e regione i temi guida, che hanno suscitato anche alcune perplessità. Vi è da dire però che la maggior parte dei governatori ha deciso responsabilmente di puntare sulla transizione ecologica, con undici progetti del valore complessivo di circa 4,3 miliardi.
Ne parla anche il quotidiano La Repubblica, con un articolo a firma di Serenella Mattera, pubblicato nella versione on line il 2 aprile e replicato poi il giorno successivo nella versione cartacea: Le proposte inviate al ministro Gelmini sono in fase di valutazione, non è detto che tutte vengano accolte. La Sardegna punta sulle onde gravitazionali, l’Emilia Romagna su un centro di supercalcolo. L’Abruzzo, la Calabria e il Molise vogliono riparare i loro acquedotti, la Toscana si preoccupa dell’erosione delle sue coste. E poi si annunciano cinque Hydrogen Valley, poli dell’idrogeno, una struttura di medicina computazionale in Liguria, un hub antipandemico in Lombardia e “10 km di scienza” nell’area Sud-Est di Roma. Eccoli i “progetti bandiera” del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ventuno investimenti simbolo, uno per ogni Regione, per un totale di circa 9 miliardi. I territori li hanno scelti e proposti al ministero degli Affari regionali, ora sono in fase di valutazione e non è detto che tutti passino il vaglio. La maggior parte dei governatori ha deciso di puntare sulla transizione ecologica, con undici progetti del valore complessivo di circa 4,3 miliardi.

Come ricordato nell’articolo, lo scopo dell’indagine era quella di individuare il programma che può avere più importanza strategica per ciascun territorio e poi stabilire un protocollo tra il ministero degli Affari regionali e gli altri ministeri, da attuare con accordi bilaterali. Ancora nell’articolo: C’è chi vuole cogliere l’occasione del Pnrr per affrontare emergenze finora irrisolte e chi vuole sfruttare i fondi europei per porsi all’avanguardia. Alla voce “passato” sembra iscriversi la richiesta di fondi per contrastrare la dispersione idrica e per la depurazione delle acque: ‘rattoppare’ le condotte che perdono, dotare gli acquedotti di tubi nuovi, ottimizzare pure le reti fognarie, installare nuove ramificazioni. (…)  Sulla transizione energetica puntano invece la Basilicata, la Puglia, l’Umbria, il Friuli Venezia Giulia e anche il Piemonte, che annunciano ognuna la sua Hydrogen Valley (…). Sul digitale investono le province di Trento, con “Trentino distretto digitale 2026”, e Bolzano, con “Simply digital” e la Valle d’Aosta. L’intenzione comune è potenziare la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Alla voce sanità rispondono Liguria e Lombardia. La prima vuol sviluppare un centro nazionale di medicina computazionale nel Parco Erzelli di Genova. La seconda localizzare l’hub antipandemico, con “la creazione di un nuovo centro per la prevenzione e controllo delle malattie infettive”, per approfondire “la conoscenza della salute umana, animale e ambientale”, nonché per preparare la “risposta a eventi epidemici e pandemici“.
Da sottolineare inoltre come il Lazio vuole creare un’area transnazionale di alto profilo tecnologico che coinvolgerà l’università Tor Vergata ed enti di ricerca residenti entro 10 km, tra cui Cnr, Enea, Infn, Inaf, Asi, tutti con sedi nell’area sud-est di Roma. Mentre l’Emilia Romagna vuole rafforzare gli ecosistemi di innovazione regionale, creare un fondo per un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione, ma soprattutto vuol far evolvere il Centro Marconi HUB e “sviluppare un ecosistema completo” per il pieno sfruttamento dei sistemi di supercalcolo Hpc (High Performance Computing).

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