Il Governo italiano ha un piano che prevede di dirottare buona parte dei fondi del Recovery Plan sui progetti di efficientamento energetico, come Repower-Eu. Ciò sarebbe possibile soltanto con una clausola approvata da Bruxelles, che dovrebbe arrivare entro la fine di agosto. In tal senso, il ministro degli Affari Europei, Raffele Fitto, ha fatto il punto della situazione a Bruxelles con il Commissario all’economia, Paolo Gentiloni. L’accordo sulla terza tranche dei finanziamenti del PNRR, 19 miliardi di euro legati agli obiettivi raggiunti a fine 2022, non dovrebbe tardare. Anche per queste risorse le infrastrutture energetiche hanno un posto di rilievo. Dedica attenzione al tema il Corriere della Sera con un articolo a firma di Mario Sensini, pubblicato lo scorso 30 giugno: il governo italiano, fiducioso di poter ottenere in tempi brevi un’intesa sul pagamento della terza rata dei fondi del Pnrr, ha già trasmesso a Bruxelles, per una valutazione preliminare, una lista degli investimenti che dovrebbero confluire nel Repower-Eu, il fondo destinato a finanziare la transizione energetica che nascerà con la riprogrammazione degli interventi del Piano. Progetti che valgono da un minimo di 10 a 20 miliardi di euro e che, dopo le verifiche della commissione Ue, saranno identificati in agosto dal governo, con la revisione del Pnrr nazionale.
Come ricordato nell’articolo, gli obiettivi finali che il Piano nazionale di ripresa e resilienza si pone sono tanto ambiziosi quanto fondamentali: realizzare la transizione green del Paese favorendo la diffusione di fonti di energia rinnovabile, l’economia circolare e lo sviluppo sostenibile. Si tratta di questioni che già nel pieno della pandemia la Commissione europea aveva indicato come temi chiave da affrontare, in linea con gli obiettivi UE in materia di energia e clima. Obiettivi che si rivelano decisivi ancora di più ora, nel pieno di una crisi energetica che ha portato prepotentemente alla ribalta il ruolo chiave della transizione green per rendere il Vecchio Continente autonomo sotto il profilo energetico. In linea con quanto previsto da Next Generation EU, il Recovery italiano prevede non a caso che il 37% dei finanziamenti europei vadano a progetti green, una cifra che sfiora i 60 miliardi di euro. Nell’articolo di Sensini si sottolinea inoltre come Per centrare gli obiettivi di spesa, che restano determinanti, Fitto lavora su tre fronti, il Pnrr, i fondi europei di coesione ed il Fondo nazionale complementare al Pnrr da 30 miliardi. Tre vasi comunicanti: il finanziamento dei progetti Pnrr che stentano potrà essere spostato sui fondi europei cofinanziati dall’Italia, che hanno un orizzonte temporale più lungo, liberando nel Pnrr spazio per le nuove misure del Repower-Eu.