Piano 5G: nuove alleanze

Secondo alcune fonti giornalistiche, Iliad e WindTre sarebbero pronte ad unire le loro forze per uno sviluppo nello scenario 5G italiano in vista del piano nazionale.

In base a quanto ha comunicato l’agenzia di stampa tedesca Reuters, WindTre e Iliad si starebbero preparano ad un’alleanza sulla rete mobile. L’accordo prevederebbe la creazione di una joint venture finalizzata a condividere i costi di implementazione delle reti 5G nelle aree remote. Dedica attenzione all’argomento Cor.Com – Il Corriere delle Comunicazioni, in un articolo pubblicato lo scorso 18 marzo: WindTre porterebbe in dote alla jv circa 7mila siti mobili esistenti che servono circa il 27% della popolazione italiana. Iliad, che attualmente possiede 9mila siti mobili, acquisterebbe una quota del 50% della società congiunta, il cui valore è stimati tra 600 e 900 milioni di euro. La compagnia guidata da Benedetto Levi ha attualmente un accordo di roaming per utilizzare i siti Wind Tre nelle aree remote italiane. L’accordo, se finalizzato, potrebbe consentire ai due operatori di presentarsi insieme ai bandi del Piano Italia 5G che dovrebbe essere presentata in questi giorni, come annunciato dal ministro per la transizione digitale, Vittorio Colao.

Sempre nell’articolo di Cor.Com, viene ricordato come tramite il Piano di intervento pubblico Italia 5G, il Governo vuole incentivare la realizzazione delle infrastrutture di rete per lo sviluppo e la diffusione di reti mobili 5G nelle aree a fallimento di mercato su tutto il territorio nazionale. Si tratta del primo Piano di investimenti pubblici, con una dotazione di 2,02 miliardi di euro, approvato a sostegno dello sviluppo del mercato mobile in Italia. Così specificatamente nell’articolo: Il Piano ha infatti l’obiettivo di incentivare la diffusione di reti mobili 5G in grado di assicurare un significativo salto di qualità della connettività radiomobile mediante rilegamenti in fibra ottica delle stazioni radio base (SRB) e la densificazione delle infrastrutture di rete, al fine di garantire la velocità ad almeno 150 Mbit/s in downlink e 30 Mbit/s in uplink, in aree in cui non è presente, né lo sarà nei prossimi cinque anni, alcuna rete idonea a fornire connettività a 30 Mbit/s in tipiche condizioni di punta del traffico.

Sempre nell’articolo vengono evidenziate le tappe del piano, sottolineando che lo scorso 1 febbraio, in base al riscontro ottenuto dagli operatori nell’ambito della consultazione pubblica effettuata, il piano italiano è stato notificato alla Commissione europea per la richiesta di aiuto di stato. Nei prossimi giorni prenderà il via la gara con un importo di circa due miliardi.

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