Open Fiber rilancia i lavori sulla rete

Il Ministro per le imprese Adolfo Urso conferma i contatti con Intel per gestire l’importante investimento che l’azienda prevede in Italia.

Open Fiber porta anche sul fronte finanziario le strategie sul suo futuro. I dati aggiornati riguardanti l’operatività indicano in oltre 5 miliardi gli investimenti, 13,6 milioni di connessioni in fibra tra case, aziende e sedi della pubblica amministrazione. Complessivamente Open Fiber ha realizzato oltre 100.000 km di infrastruttura di cui 46.000 km nelle Aree Nere (le città e le aree più densamente popolate) e circa 67.250 km nelle Aree Bianche (zone interne meno popolate del Paese). Con questi dati è il primo operatore italiano in termini di sviluppo di infrastruttura FTTH. Le dinamiche connesse alla digitalizzazione del Paese, sulla spinta anche dei fondi provenienti dal PNRR, chiedono però all’azienda una accelerazione notevole dell’operatività. Dedica attenzione al tema La Repubblica, con un articolo a firma di Sara Bennewitz pubblicato lo scorso 22 luglio: Open Fiber avvia i colloqui preliminari con le banche per ridiscutere le condizioni di un maxi prestito da 7,1 miliardi, e il suo primo azionista Cassa e Depositi e Prestiti prende carta e penna e scrive al governo chiedendo un aiuto a sostegno dell’azienda. Con una lettera indirizzata al ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, al ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, e alla presidenza del Consiglio, e quindi ai sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Alessio Butti, e al capo di gabinetto Gaetano Caputi, Cdp chiede al governo un aiuto concreto a sostegno dell’azienda. Nella lettera, firmata dal presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini e all’ad Dario Scannapieco, Cdp ricorda poi le disavventure di Open Fiber, che nonostante il Covid, l’inflazione e il caro materie prime, sta costruendo una rete in fibra ottica per il Paese.

Sempre restando negli interventi giornalistici sul tema, secondo quanto riportato dal Il Sole 24 Ore Open Fiber avrebbe deciso di rinviare al termine dell’estate l’approvazione del piano industriale, dando priorità al rifinanziamento del gruppo. Sempre secondo Il Sole 24 Ore, nelle trattative sarebbe stati coinvolti un pool di 32 istituti di credito, compresi i principali gruppi bancari italiani. Secondo indiscrezioni riportate dal principale quotidiano economico italiano, il finanziamento dovrebbe collocarsi tra un miliardo e i 3 miliardi di euro, “a seconda dell’avverarsi o meno di alcune condizioni, fra cui programmi di investimento e possibili interventi dello Stato per supportare il settore TLC e quindi e quindi anche la società”.

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