Ocse: la pubblica amministrazione italiana deve digitalizzarsi di più

Questa sollecitazione spicca nello studio “Economic policy reforms 2021: Going for growth” che punta in particolare alla sinergia tra banda larga e crescita delle competenze digitali.

Lo studio “Economic policy reforms 2021: Going for growth”, radatto dalla Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) punta decisamente a sollecitare gli stati membri, attualmente 37 in tutto il mondo, fra cui l’Italia, affinché attivino al più presto politiche più ampie e concrete rispetto all’evoluzione digitale e allo sviluppo delle reti in banda larga. Ne parla COR.COM Il Corriere delle Comunicazioni in uno specifico articolo pubblicato lo scorso 14 aprile a firma di Patrizia Licata: La ripresa economica dell’Italia passa necessariamente da una pubblica amministrazione più efficiente, ovvero digitalizzata e gestita in modo trasparente, con una governance capace di guardare al controllo della spesa pubblica e al coordinamento efficace tra le strutture amministrative a livello centrale e regionale. Una PA più efficiente è essenziale per utilizzare al meglio i fondi europei per la ripresa (European recovery and resilience facility, Rrf, i fondi del Next Generation Eu) che andranno anche a finanziare il nostro Recovery Plan. Senza una PA digitale non riusciremo a realizzare i benefici delle riforme strutturali.
Nella scheda sull’Italia dal rapporto “Going for Growth 2021” l’Ocse indica in modo esplicito che l’efficienza della PA è priorità essenziale per la ripresa. Questo sarà possibile a patto però che lo sviluppo digitale si muova di pari passo ad una reale innovazione digitale, che comprende anche l’aggiornamento delle competenze professionali nel settore. Sottolinea a questo proposito nell’articolo Patrizia Licata: L’Ocse riconosce i passi in avanti compiuti dall’Italia, ma le nostre sfide strutturali restano, anzi sono state acuite dall’emergenza Covid-19. Tra queste, l’elevato debito pubblico, la lentezza del sistema giudiziario, gli alti livelli di disoccupazione e il sistema formativo che ancora non è in grado di dare al Paese in modo omogeneo le competenze digitali. L’Ocse sottolinea che l’Italia ha solo il 20% di laureati nella fascia di popolazione del 25-64enni contro una media Ocse che si avvicina al 40% (dati del 2019). Rendere la macchina pubblica più digitalizzata aiuterà a sanare molte di queste criticità. L’innovazione riduce gli elementi di opacità e informalità, contrasta l’evasione fiscale per recuperare entrate utili per lo Stato e migliora la capacità di portare i benefici delle iniziative pubbliche alla società, scrive l’Ocse.
Le raccomandazioni dell’Ocse per la modernizzazione dell’Italia non trascurano la centralità delle nuove reti TLC: l’Italia dovrebbe rimuovere gli ostacoli per consentire un roll-out più rapido dell’infrastruttura di telecomunicazione. Tra le altre indicazioni che vengono fornite: accelerare l’uso degli strumenti e dei servizi digitali per imprese e cittadini; migliorare la progettazione e la diffusione dei corsi di formazione continua; puntare sulla formazione che prepara al lavoro, potenziando lo studio delle materie Stem e la diffusione delle competenze digitali; migliorare i sistemi di ricerca del lavoro e formazione gestiti tramite l’Anpal; rimuovere gli ostacoli legali allo smart working; alzare il livello di consapevolezza e le competenze dei manager per dare sostegno alla diffusione della tecnologia e dell’innovazione e migliorare la valorizzazione dei talenti.

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