Nuovo piano 4.0 collegato al Recovery Plan: più digitale e meno aiuti sui beni tradizionali

I cambiamenti allo studio del Governo dovrebbero entrare nel decreto legge previsto per la fine di gennaio. Ci dovrebbe essere anche una clausola, ritenuta indispensabile dal ministero dello Sviluppo economico, per evitare incertezze tra le imprese: le maggiorazioni allo studio per l’acquisto di beni digitali saranno retroattive, scatteranno cioè per investimenti effettuati a partire dal 16 novembre 2020.

Nell’articolo pubblicato su Il Sole 24 ore del 6 gennaio, a firma Carmine Fotina, si sottolinea come:
“Appena entrato in vigore con la legge di bilancio 2021, il piano Transizione 4.0 già si prepara a cambiare pelle. L’esigenza di rimodulare le spese a carico del Recovery Plan determinerà infatti una revisione dei crediti d’imposta: meno agevolazioni per i beni strumentali tradizionali (l’ex superammortamento), aiuti più generosi sui beni funzionali alla digitalizzazione delle imprese (l’ex iperammortamento). In questo modo, il governo intende recepire le osservazioni della Commissione europea che chiede per il Recovery Plan interventi che siano veramente legati alla svolta digitale dell’industria e non siano meri sostegni al ricambio di vecchi macchinari, veicoli commerciali o arredi per ufficio, per fare alcuni esempi. Solo in questo modo del resto si eviterà un vero autogol, cioè il blocco degli investimenti da parte delle imprese che senza retroattività potrebbero preferire attendere incentivi più generosi rispetto a quelli già in vigore…”.

Ricordiamo che la rivisitazione allo studio incide anche sulle cifre del Recovery Plan. Il pacchetto Transizione 4.0 era già passato da 24,8 a 21,7 miliardi. L’ex superammortamento esce dal perimetro delle coperture europee e, per il solo 2021, sarà finanziato da risorse statali. Anche le maggiorazioni allo studio per i beni digitali dovrebbero essere finanziate con coperture alternative a quelle targate Next Generation Eu. Scrive ancora Fotina:

“Il credito d’imposta per i beni strumentali materiali digitali (ex iperammortamento) vedrà confermata la maggiorazione al 50% anche nel 2022, e non solo per il 2021, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni (fruizione del credito in tre quote). Per i beni strumentali immateriali 4.0, principalmente i software, l’aliquota salirà al 25% dal 20% previsto dalla manovra (per il 2021 e 2022, con fruizione in tre quote). Cambierà anche l’agevolazione per i software di base, non 4.0, che salirà dal 10 al 15% al pari dei dispositivi per lo smart working, sia per il 2021 sia per il 2022 con massimale a 1 milione di euro. Modifiche riguarderanno anche il credito di imposta per investimenti R&S e innovazione. Il tax credit per ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale passerà dal 20 al 25% con tetto a 4 milioni; per innovazione tecnologica finalizzata alla digitalizzazione 4.0 o alla transizione ecologica si salirà dal 15 al 20% con limite a 2 milioni”.

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