In uno scenario socio-economico complesso per il mondo delle Tlc, il Governo prova ad accelerare sul dossier rete unica. A Palazzo Chigi si sarebbero svolte diverse riunioni nelle ultime settimane, stando alle ricostruzioni del quotidiano Il Sole 24 Ore, per finalizzare un’offerta da parte di Cdp concorrente o complementare a quella avanzata dal fondo americano Kkr. Ricordiamo che il piano già presentato dal fondo il 1° febbraio scorso prevede di far evolvere la rete di telecomunicazioni sul modello Terna: dal controllo privato al pubblico, passando per il mercato azionario. Il fondo americano infatti entrerebbe inizialmente con il 51%, lasciando al MEF (Ministero Economia e Finanze) e TIM il restante 49% per completare il piano di ammodernamento della rete (le sole aree nere). Al termine del Piano, gli americani consegnerebbero l’infrastruttura al mercato tramite un’offerta pubblica iniziale (IPO) ed al MEF che manterrebbe quindi la rete in mano pubblica. Dedicano attenzione agli sviluppi del nuovo assetto proprietario della rete Tim tutti i principali organi di stampa, in un susseguirsi e rincorrersi di notizie che hanno caratterizzato l’intera settima dal 13 al 19 febbraio. Il 16 febbraio il quotidiano La Repubblica titolava: Cdp accelera sull’offerta per la rete Tim, aprendo un articolo a firma di Sara Bennewitz: Cassa Depositi Prestiti accelera verso l’offerta per la rete di Telecom Italia (Netco) e in proposito si appresta a convocare un consiglio di amministrazione straordinario per domenica, in cui discutere i dettagli dell’offerta non vincolante che intende presentare insieme al fondo australiano Macquarie. Il ministero del Tesoro, che con l’88 per cento del capitale è il primo azionista della Cassa depositi e prestiti resta in attesa, prima di dare il suo placet definitivo all’operazione vorrebbe, prima di tutto, conoscerne meglio l’architettura e i dettagli finanziari.
Dopo solo tre giorni lo stesso quotidiano, sempre con articolo a firma di Sara Bennewitz, titolava: Il governo Boccia la prima offerta Cdp sulla rete unica. Lapidario il commento di esordio dell’articolo: Cassa Depositi Prestiti cancella il consiglio di amministrazione straordinario programmato per oggi. E proverà a riformulare l’offerta per rilevare Netco, l’infrastruttura di Tim che comprende la rete primaria, la rete secondaria di Fibercop e i cavi sottomarini di Sparkle. D’intesa con Palazzo Chigi, il ministero del Tesoro non avrebbe infatti dato il via libera alla prima proposta, chiedendo nuovi approfondimenti sulla bozza di offerta che il cda di Cdp avrebbe dovuto approvare quest’oggi. Sempre nell’articolo si passa ad un approfondimento più concreto delle condizioni d’offerta: Stando a fonti finanziarie la bozza di offerta di Cdp (socia di Tim al 9,9% e della rivale Open Fiber al 60%) sarebbe leggermente superiore a quella ricevuta da Tim lo scorso febbraio da parte di Kkr (il fondo di investimenti socio al 37,5% della rete di Fibercop, controllata al 58% da Telecom). La bozza presentata da Cdp – che ora andrà rivista – parte da una valutazione di Netco di oltre 18 miliardi, ma con una maggior componente in contanti rispetto ai 10 miliardi messi sul piatto da Kkr. Detto questo sarebbe comunque stata un’offerta non vincolante e quindi ancora tutta da negoziare. Ma anche questa nuova bozza della Cassa non ha incontrato il favore dell’esecutivo di Giorgia Meloni.