Metaverso: opportunità per l’immagine Italia

Il Metaverso potrebbe rappresentare una grande occasione di crescita per l’Italia, rafforzando la conoscenza e l’appeal del suo straordinario patrimonio culturale.

Lo sviluppo tecnologico nel campo digitale progredisce in maniera estremamente rapida. In questo sviluppo un posto di rilevo sta assumendo il concetto di Metaverso. In realtà si tratta di un termine già esistente da qualche anno, coniato infatti nel 1992 da Neal Stephenson nel suo romanzo cyberpunk Snow Crash per indicare un mondo completamente virtuale. Quello che intendiamo oggi come Metaverso è il prossimo passo per una connessione sociale continua, con spazi virtuali in cui sarà possibile interagire senza essere fisicamente presenti. Si potrà dunque partecipare a riunioni o persino fare la spesa in un supermercato virtuale. Così come effettuare visite a siti archeologici e Musei in modo virtuale ma con una qualità di visione senza precedenti. Per l’Italia, che raccoglie oltre il 60% del patrimonio artistico mondiale, si tratta di una sfida e di una opportunità. Ne parla Il Corriere della Sera in un articolo firmato Luca Josi, pubblicato il 23 gennaio: Lo scorso aprile Mark Zuckerberg, alla vigilia dei Natali di Roma, passeggiava per Roma. Stando a Palo Alto. Inforcando i suoi occhiali per la realtà virtuale, in realtà camminava nella nostra capitale di duemila anni fa, poi di cinquecento, trecento, duecento anni or sono. Fino a quella del novecento.
Cosa incuriosiva tanto una persona che ha chiamato le sue due figlie Maxima e August? Probabilmente la prospettiva che Roma antica regalò al futuro. L’oggetto del suo interesse era il Mausoleo di Augusto – digitalmente riprodotto da TIM nelle sue varie vite – costruito per un uomo che ha dato il suo nome a un dodicesimo dell’anno in cui viviamo, agosto, e che unì, organizzò e sviluppò un impero complesso. Perché il
Metaverso potrebbe rappresentare una grande occasione di crescita per l’Italia? Da queste parti, nel diciannovesimo secolo, fu abbattuto un ostacolo preistorico appagando un interrogativo ancestrale: il poter domandare, con la nostra voce, alle persone che amiamo, ma distanti da noi, “come stai?” (logistica emotiva). Oggi, in un pianeta che oltre ai suoni trasporta le immagini, siamo prossimi a ricostruire spazi tridimensionali in cui calarci (logistica emotiva e spaziale).

Le riflessioni di Josi sottolineano le prospettive che il Metaverso apre a un Paese che ha nel suo destino le relazioni: Siamo un popolo scaturito dall’incrocio di moltitudini di genti che, per le ragioni più variegate della storia, si sono trovate e poi hanno scelto di vivere questa terra così delicata, multiforme e accogliente che è l’Italia. Forse, ancora una volta, possiamo candidarci ad accogliere le migliori fantasie della creatività umana, come è già stato in molte epoche precedenti. Perché il genius loci non sta, appunto, in una genia speciale ma, probabilmente, nel luogo che ci accoglie per la sua luce, il suo clima e i suoi sapori, che consentono al device più raffinato con cui ci confrontiamo, il nostro corpo, di produrre da queste nostre parti le cose migliori, riconosciute nel tempo e nello spazio, della nostra breve civiltà.

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