Mercato TLC: la iper competitività riduce i ricavi

La rincorsa alle offerte per conquistare clienti riduce i ricavi anche sul fisso e aumenta la pressione sui bilanci delle compagnie.

La guerra al ribasso tariffario nel settore delle telecomunicazioni sembra che dal mobile si stia trasferendo anche al fisso. La dinamica è orma ben nota: contendersi i clienti sulla base di politiche di sconti e di offerte, mai così favorevoli per gli utenti finali. Ma in economia non sempre fare new business significa generare utili. “Fotografa” la situazione il quotidiano Il Sole 24 Ore, con un articolo a firma di Andrea Biondi pubblicato lo scorso 5 marzo: Negli ultimi 10 mesi si è così assistito a un drastico calo dei prezzi e di pari passo a un aumento della velocità nominale delle offerte. Tutto questo unitamente all’avanzata della fibra ottica e della sua copertura sul territorio. Stando ai numeri dell’Osservatorio di SOStariffe.it, la voce di costo che più è andata giù è l’attivazione (-43%). Da una media di circa 82 euro si è scesi a 46 euro. Più allettante ora è anche il canone mensile standard delle offerte per i nuovi clienti. Se a maggio 2021 servivano almeno 29 euro al mese per un servizio Internet da rete fissa, ora di euro ne bastano 27 (-8,3%). Anche i canoni promozionali stanno subendo una flessione (-7,8%): da una media di 27 euro al mese si è passati a poco più di 25 euro mensili. Inoltre, come ulteriore vantaggio per gli utenti, il periodo promozionale ha ormai una durata indeterminata. Di pari passo con la riduzione dei prezzi è invece raddoppiata la velocità nominale inclusa nei pacchetti Internet casa. Se 10 mesi fa si aggirava su circa 599 Megabit al secondo ora è pari in media a oltre un Gigabit (il dato rilevato è 1.167 Megabit).


Nel suo articolo Biondi sottolinea come l’aumento della velocità nominale sembra legato al fatto che le offerte in fibra ottica stanno gradualmente aumentando sia la propria copertura sia le prestazioni, in termini di velocità massima di connessione, messe a disposizione agli utenti. In conclusione l’articolista de Il Sole 24 Ore commenta: Insomma, margini di intervento non ce ne sono poi tanti. Piuttosto si può sperare in un bilanciamento fra abbassamento dei prezzi e crescita della customer base. Una scommessa. Di sicuro la guerra dei prezzi sulla fibra dopo quella nel segmento mobile non è il migliore dei viatici.

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