Manifatturiero: più IT per il 90% delle aziende

La grande maggioranza delle aziende italiane dichiarano di voler investire in tecnologia IT e in digitalizzazione anche nei prossimi anni.

Le aziende italiane desiderano continuare ad investire in tecnologia, con un tasso maggiore rispetto al resto delle aziende europee. Dedica attenzione al tema Il Sole 24 Ore, con un articolo a firma di Andrea Biondi, pubblicato lo scorso 11 novembre: E questo trend, che in realtà fin dallo scorso anno punta verso l’alto, in fondo consegna un messaggio positivo e altamente auspicabile in una fase come l’attuale: l’esistenza di una consapevolezza da parte delle imprese italiane – e non si parla solo delle aziende più strutturate – che la tecnologia è un valore di business e serve per aumentare la produttività. Se ne è discusso ieri a Bologna nel corso del Nuovamacut Live 2022: “Sostenibilità & Trasformazione Digitale. Il futuro è qui”, organizzato da Nuovamacut, azienda del Gruppo TeamSystem. Un appuntamento annuale che ha al centro il tema della trasformazione digitale delle imprese e che quest’anno si intreccia, inevitabilmente, con gli scenari aperti dal PNRR e i miliardi di euro con i quali si punta a favorire non solo la ripresa, ma anche l’accelerazione necessaria per agganciare in modo stabile le economie degli altri Paesi europei.

Una significativa parte della ricerca è rivolta agli sviluppi in ambito IT. Sempre dallo studio emerge come quasi il 90% delle aziende manifatturiere italiane abbia in essere piani di aumento di spesa in questo campo. Di questi, quasi la metà prevede un aumento di più del 5%, con punte di più del 10% per un totale di 12 aziende su 100. Ma a cosa serviranno questi investimenti, si chiede Andrea Biondi nel suo articolo? Più di due terzi di questo budget andrà a progetti volti a innovare l’infrastruttura IT, e sarà distribuito in modo omogeneo tra progetti innovativi già avviati anche prima della pandemia, nuovi progetti innovativi volti a colmare le lacune digitali emerse durante la crisi e progetti volti ad accelerare la ripresa post-crisi e rendere l’organizzazione più competitiva nel futuro. Più nel dettaglio i target di questi fondi saranno orientati all’adozione di tecnologie pulite (quasi 60% delle aziende Italiane, in linea con la media europea), all’adozione dell’infrastruttura cloud e alla connettività digitale e servizi a banda larga (57% entrambi). È comunque evidente come questi ultimi due punti sottolineino l’italico gap da colmare sulle infrastrutture tecnologiche rispetto alla media europea, che si attesta al 41% e 45% rispettivamente. Come sottolinea lo stesso articolista de Il Sole 24 Ore, il cambio di passo verso la trasformazione digitale appare evidente. Con tante aziende che vivono una trasformazione nei processi e nei prodotti non solo trainata dalla pandemia, ma anche accelerata dalla necessità di adeguare la propria offerta al mondo emergente del green e di riuscire a operare in un contesto reso più insidioso e complicato da mancanza di materia prime, interruzioni nella catena di fornitura, alto costo dell’energia e mancanza di skills adeguate.

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