L’innovazione digitale cuore della mobilità sostenibile

La digitalizzazione si sta sempre più confermando il driver principale per lo sviluppo di una mobilità sostenibile.

La mobilità sostenibile è una delle principali sfide che si sono date le istituzioni europee e si è compreso ampiamente che si potrebbe tramutare in tante opportunità sia per i cittadini sia per le aziende fin dai prossimi anni. La sinergia tra digitalizzazione, innovazione e mobilità è talmente importante da rientrare tra i punti cardine delle prossime riforme, anche in Italia. Il Ministero dell’Innovazione e delle Tecnologie proporrà un piano nazionale di che sfrutterà le potenzialità della tecnologia per migliorare la mobilità sostenibile. Sarebbe utile che le aziende, specie le piccole e medie imprese, siano sempre più consapevoli dell’importanza della digitalizzazione nel contesto della mobilità sostenibile. La transizione energetica e l’accelerazione verso la trazione elettrica sta trasformando la geografia dell’automotive. Importante notare come il cambiamento non riguarda solo le case costruttrici ma anche i fornitori di componenti. Dedica attenzione al tema il quotidiano Il Sole 24 Ore, con un articolo a firma di Mario Cianfone, strutturato con un’intervista ad Alessandro De Martino, amministratore delegato di Continental Italia, multinazionale che si trova coinvolta nella rivoluzione elettrico-digitale a 360 gradi dai pneumatici all’infotainment, dalle soluzioni per la guida assistita e la mobilità del futuro fino ai sistemi per le vetture a ioni di litio. Prospettive incoraggianti, non senza però degli ostacoli da superare: Nel percorso evolutivo dell’auto, verso digitalizzazione, elettrificazione e guida assistita, si è però posto l’ostacolo del chip shortage, cioè la carenza di semiconduttori che ha rallentato produzione e consegne. Secondo De Martino questo choc ha portato ad accelerare una revisione della cultura ingegneristica che ora punta alla progettazione di auto dove il numero dei chip è ridotto perché si tenderà a usare poche centraline/unità centrali che svolgono un maggior numero di compiti. Questo cambiamento è agevolato anche dalla semplificazione insita nelle auto elettriche. La rivoluzione delle vetture a zero emissioni, e la spinta delle case verso il premium con strategie che privilegiano i margini e non i volumi, implica che nei prossimi anni si venderanno meno macchine. «È vero – dice De Martino – si venderanno meno auto ma a più alto valore e in ogni caso bisogna considerare che stanno cambiando i modelli di consumo con la diffusione dello sharing e di varie forme pay per use. E qui secondo me nei canoni andrà inserito anche il costo della ricarica». Insomma un costo d’uso generale e questo potrebbe essere un cambiamento epocale nella mobilità con un modello di consumo più simile a quello degli smartphone o di Netflix e forse più vicino anche alla cultura delle nuove generazioni.

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