Il manager che ha preso il testimone di Gubitosi sta preparando il piano industriale che sarà presentato in CdA il prossimo 2 marzo. Le indiscrezioni della stampa parlano apertamente della possibilità di arrivare ad una separazione della rete dai servizi. Resta da capire se accadrà con l’appoggio degli attuali soci di maggioranza (Vivendi-Cdp) o con la partecipazione anche del fondo USA Kkr. Fra le molte testate che dedicano spazio al tema il Corriere della Sera, con un articolo a firma Federico De Rosa pubblicato lo scorso 27 gennaio: Labriola sta definendo un percorso che attraverso il rilancio dei singoli business punta a far emergere valore da Tim e a riposizionare l’attività dividendo i destini della rete da quello degli asset “di mercato”, i servizi. Nel corso della riunione, il manager «ha evidenziato come sia necessario intraprendere un percorso di trasformazione delle offerte e dei servizi alle persone e alle famiglie e sviluppare i servizi alle imprese nell’ambito del Cloud, IoT, Cybersecurity» ha spiegato Tim in una nota, in cui si sottolinea «l’importanza di assicurare all’infrastruttura di rete una prospettiva industriale di crescita, che sia stabile e duratura nell’interesse di tutti gli stakeholder». Una strada che passerebbe per una scissione. Il consiglio ha dato mandato a Labriola «di esplorare possibili opzioni strategiche mirate a massimizzare la creazione di valore per gli azionisti, con specifico riferimento agli asset infrastrutturali del Gruppo, anche attraverso soluzioni che comportino il superamento dell’integrazione verticale». Il board apre dunque a una scissione della rete da Tim, per «esplorare opzioni strategiche» che con ogni probabilità inizieranno con Open Fiber. Il nuovo piano strategico passa anche per la valorizzazione delle attività destinate alla cosidetta ServiceCo, la società in cui resterebbero le altre attività di Tim una volta separata la rete, tra cui la parte commerciale del business su rete fissa e mobile, Tim Vision, Olivetti, Tim Brasil e Inwit.
Come sottolineato nell’articolo de Il Corriere, nei vertici del Consiglio TIM si è parlato anche di Kkr ma senza prendere decisioni. Il board ha ribadito che la proposta di Opa del fondo Usa sarà messa a confronto con «le alternative strategiche destinate ad esser considerate nel quadro del piano». Gli advisor stanno proseguendo con le verifiche e per il momento non sono in vista accelerazioni.