La riforma degli ITS è legge:

La Camera dei deputati ha approvato la riforma degli Istituti Tecnici Superiori: fra le nuove regole, almeno il 60% dei docenti dal mondo del lavoro e i tirocini salgono al 35%.

La riforma degli ITS, il percorso post-diploma di formazione tecnica parallelo alle lauree universitarie triennali e gestito da Fondazioni insieme alle imprese, ora è legge. È passata alla camera lo scorso 12 luglio all’unanimità. Un cambiamento epocale per l’istruzione tecnica post-diploma. Rivolge attenzione alla riforma il quotidiano Il Sole 24 Ore, con un articolo a firma di Claudio Tucci pubblicato lo scorso 13 luglio: D’ora in avanti, i finanziamenti agli Its avranno sempre più «carattere di stabilità», legati ad una programmazione triennale dell’offerta formativa (nasce un fondo per l’istruzione tecnologica superiore da 48,3 milioni a decorrere dal 2022). Le risorse previste dal Pnrr, 1,5 miliardi in 5 anni (di cui i primi 500 milioni in arrivo entro l’estate), dovranno andare ad incrementare il numero dei percorsi formativi, e quindi a vantaggio degli studenti (e non distribuiti a pioggia). Le imprese poi saranno perno degli Its. Almeno sotto quattro punti di vista. Primo: la docenza dovrà arrivare «per almeno il 60% del monte ore complessivo» dal mondo del lavoro. Secondo: stage e tirocini aziendali, quindi “pratica sul campo”, dovranno rappresentare «almeno il 35%» della durata del percorso, e potranno essere svolti anche all’estero e sostenuti da adeguate borse di studio. Terzo: la presidenza della Fondazione Its è, di norma, «espressione delle imprese fondatrici e partecipanti» (gli Its a guida imprenditoriale sono da sempre i più performanti). E quarto: per le aziende che investono negli Its è previsto un credito d’imposta del 30%, che sale al 60% se l’erogazione è fatta nelle province con maggior tasso di disoccupazione.

Come si ricorda nell’articolo, soddisfazione è stata espressa da tutto l’arco parlamentare, ad esempio dalla storica responsabile scuola di Forza Italia, Valentina Aprea, che ha commentato : «L’Italia, per la prima volta nella sua storia, definisce un sistema terziario professionalizzante in cui, finalmente, alle imprese si riconosce di svolgere una funzione pubblica. Gli Its sono uno strumento concreto per colmare il mismatch ad alta specializzazione per favorire la competitività delle aziende e l’occupabilità dei giovani tecnologici 4.0».

Sempre nell’articolo si sottolinea come: Con le nuove norme gli Its si chiameranno Its Academy (il termine Academy richiama il ruolo dei centri di innovazione e di ricerca delle aziende, ndr) e saranno il fiore all’occhiello formativo nelle aree tecnologiche più rilevanti per la nostra manifattura made in Italy, e in linea con 4.0 e Pnrr, dalla mobilità sostenibile all’efficienza energetica, alle nuove tecnologie per il made in Italy, agro-alimentare, meccanica, moda, servizi alle imprese, sistema casa. Gli Its si confermano percorsi a doppia uscita: di norma quinto livello Eqf se di durata biennale (4 semestri), e, per specifiche esigenze formative, di sesto livello Eqf se triennali (6 semestri).

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