Si precisa il percorso di trasformazione della rete TIM come piattaforma che abilita nuovi modelli di business per accelerare lo sviluppo di servizi digitali innovativi. Il tema è stato affrontato dall’AD Pietro Labriola durante il “Tim hitech tomorrow telco: focus Italia”, l’evento durante il quale sono state presentate le evoluzioni nell’edge cloud, sul 5G stand alone, sulla connettività in fibra ad altissima velocità fino a 50 Giga e sulle tecnologie quantistiche per la cyber security. Per essere sempre un passo avanti bisogna “trasformare la rete in una piattaforma aperta, network as a service, per accelerare l’innovazione tecnologica e abilitare nuovi modelli di business per le Telco” ha affermato Labriola. Rivolgono attenzione al tema diversi organi di stampa, fra cui il Corriere della Sera nell’ambito dell’Agenda Economia pubblicata lo scorso 14 luglio: “I modelli di business delle tlc stanno cambiando, occorrerà distinguere tra la componente dell’infrastruttura passiva e l’intelligenza di rete. Per questo quello che Tim sta facendo sulla propria rete, con la separazione, non sarà un unicum”, ha detto l’Ad di Tim, Pietro Labriola, ribadendo come nel mercato mobile la traiettoria vada verso un consolidamento degli operatori per mettere a fattor comune le frequenze.
Il Network as a Service che ha in progetto Tim punta a trasformare la rete in una piattaforma aperta con il coinvolgimento dei principali attori del settore. Dovrebbe essere un modello flessibile di utilizzo dell’infrastruttura di rete che permette al mondo degli sviluppatori di realizzare nuovi servizi digitali, rivolgendosi in modo mirato a tutti i target: cittadini, aziende e pubblica amministrazione. Il Network intende portare l’intelligenza della rete e il cloud in modo capillare utilizzando le centrali Tim sul territorio, ciò avverrebbe utilizzando le Network Api, interfacce digitali che consentono diverse applicazioni e servizi di scambio dati.
Nell’articolo del Corriere si cita quanto affermato a questo proposito da Labriola durante l’evento Tim: “Bisogna capire quale è il futuro dei telco operator, perché prima o poi si dovrà convergere verso un consolidamento del mercato e la necessità di accorpare le frequenze diventerà un must have per gestire i volumi. E se aumenti le frequenze significa che gli operatori si riducono e a quel punto bisogna capire quali sono i nuovi modelli di competizione”. Labriola prevede un mercato che si spaccherà in due tra quello dei grandi clienti che compreranno sempre più connettività e cloud, e quello delle famiglie un segmento questo su cui Tim è fortemente presente con il suo canale commerciale, ha rilevato l’Ad. “Il segmento consumer è il nostro punto di forza, i clienti sono l’asset che ci permetterà di avere successo” sottolinea. E così per Tim Enterprise “quello che abbiamo sempre detto è ci poteva essere la cessione di un minority stake, ma è sempre stata la parte dell’azienda che ha maggiori prospettive di crescita, quindi sarebbe un peccato alienare parte di quell’asset”.