La distribuzione regionale dei fondi PNRR

Si comincia a prospettare come potrebbe essere la distribuzione dei fondi PNRR sul territorio nazionale. Un tema complesso sul quale alcune regioni hanno già espresso perplessità.

La macchina dello Stato comincia a mettere in moto il piano organizzativo destinato a distribuire i fondi che arriveranno all’interno del PNRR. Una sfida non facile e che già fa discutere. Ne parla il quotidiano La Repubblica in un articolo a firma Valentina Conte e Conchita Sannino pubblicato lo scorso 8 ottobre, sottolineando come si sta prospettando un confronto serrato fra le Regioni: …ora che arrivano i primi bandi – infrastrutture e asili nido – alcune Regioni del Sud rifanno i conti. E scoprono che quel 40% viene calcolato non sul totale delle risorse messe a disposizione dall’Europa all’Italia. Ma solo su una parte di queste, ovvero su 206 miliardi “ripartibili secondo il criterio del territorio” anziché 222 miliardi, frutto della somma tra PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza – e piano complementare che segue le stesse regole del PNRR anche se si tratta di fondi nazionali. Al Sud dunque andranno 82 anziché 89 miliardi: meno del 40%. Sette miliardi che creano malumore.

La stessa articolazione delle componenti che caratterizzano la distribuzione dei i fondi è motivo di acceso dibattito, come puntualizzato ancora nell’articolo: A scavare poi nelle 6 missioni che compongono il PNRR, si scopre che solo 2 missioni rispettano il criterio del 40%, anzi lo superano: Infrastrutture (53%) e Istruzione (46%). Una sola missione – Lavoro e Inclusione sociale – sfiora l’obiettivo, con il 39%. Le altre tre – Rivoluzione digitale, Verde e Salute – sono al di sotto. La media delle sei missioni fa però 40%. La questione è emersa anche ieri a margine dell’informativa del MIMS – il Ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili – sul decreto che destina 2,8 miliardi del Recovery a 159 progetti di rigenerazione urbana ed edilizia: il 40% va al Sud, ma nella missione Infrastrutture la percentuale dovrebbe essere del 53%. In ogni caso si potrà compensare e solo alla fine i conti torneranno. Anche se, ragionevolmente, c’è chi ne dubita.

In ogni caso, come ricordato ancora nell’articolo, sarà un’impresa ardua realizzare le opere previste, se non si opera una sburocratizzazione radicale nelle procedure: … il confronto, teso, non si gioca solo sul volume di quel denaro. Ma anche sull’esercito di tecnici e figure della pubblica amministrazione di cui troppi Comuni del Sud hanno un disperato bisogno per entrare realmente in partita sui progetti del PNRR. Un esempio su tutti: Gaetano Manfredi, sindaco (non ancora proclamato) di Napoli, ha già lasciato intendere che occorrerà più personale per l’esecuzione dei progetti. Sembra che su Napoli ne siano previsti poche decine. “Un numero totalmente insufficiente”, ha fatto sapere l’ingegnere. Ancor prima di indossare la fascia tricolore. “Perché non possiamo perdere tempo”.

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