Kkr: si riapre il tavolo per TIM

Il fondo statunitense sarebbe di nuovo disposto a lanciare un'offerta su TIM a patto di trovare un accordo con il Governo Italiano.

Il fondo statunitense Kkr sarebbe nuovamente disponibile a lanciare un’offerta su Tim ma solo se anche il governo Meloni “accetta di essere un partner nell’affare”. I rumors rilanciati dall’agenzia Bloomberg e ripresi da tutti i principali organi di stampa hanno fatto fare un balzo al titolo del 4%. Il fondo, secondo l’agenzia, vorrebbe creare una joint venture con una società o un veicolo partecipato dallo Stato. Dedica attenzione all’argomento anche Il Corriere della Sera, con un articolo pubblicato lo scorso 10 dicembre: Kkr ci riprova con Tim. Il fondo americano che un anno fa era pronto a lanciare un’Opa da 11 miliardi per l’intera società di telecomunicazioni, ieri si sarebbe fatta di nuovo avanti e starebbe valutando un’offerta, questa volta però solo per la rete e a condizione che il governo accetti di essere partner nell’operazione. L’indiscrezione di Bloomberg, piombata nel mezzo delle strategie dell’esecutivo Meloni sull’ex monopolista di Stato, ha sferzato il titolo, salito del 4% e attestatosi a 0,20 centesimi di euro a fine seduta. Kkr — che già possiede una quota di minoranza in Fibercop, la controllata di Tim specializzata in fibre ottiche, del valore di 2 miliardi di euro — avrebbe recapitato a Roma la sua disponibilità, ma solo come parte di una joint venture con un’azienda sostenuta dallo Stato o nel caso venisse creato un nuovo veicolo finanziario di proprietà pubblica.

Kkr sarebbe quindi interessato anche a soluzioni che il Governo stesso potrebbe proporre. Sempre secondo le indiscrezioni raccolte dagli organi di stampa, il fondo però avrebbe detto chiaramente che sarebbe pronto solo a valorizzare la rete, nessuna Opa all’orizzonte. Probabile che a rispondere a questi requisiti sia di nuovo Cassa Depositi e Prestiti, socia al 10% della telco, e nei giorni scorsi ritiratasi dall’offerta per acquisire l’infrastruttura di Tim e fonderla con Open Fiber creando così la rete unica. Nell’articolo del Corriere della Sera si sottolinea: L’esecutivo però avrebbe già manifestato chiaramente il suo orientamento, ovvero non cedere la maggioranza della società di Tlc ai fondi. Il memorandum of understanding che prevedeva l’offerta di acquisto della rete con Cdp al 35% e Kkr e Macquarie al 65% si sarebbe arenato anche per questi motivi. Il sottosegretario con delega all’Innovazione, Alessio Butti, ha confermato che «per ora» non c’è alcuna un’acquisizione completa di Telecom Italia. Secondo altre indiscrezioni riportate invece da Reuters, sarebbe la stessa Tim a sondare l’interesse degli investitori per i suoi asset e il ceo Pietro Labriola starebbe lavorando per la Netco in particolare con il fondo Usa, ma avrebbe preso contatti pure con Iliad e Poste.

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