Come ricorda e sottolinea Mila Fiordalisi, Direttrice di Cor.Com in un suo articolo pubblicato il 23 aprile scorso, le linee con prestazioni superiori ai 30 Mbit/s sono passate – dal 2016 al 2020 – dal 15% al 67,2%, e quelle con velocità pari o superiore ai 100 Mbit/s hanno superato il 50% del totale. L’articolo prende in esame quanto emerge dai dati dell’Osservatorio TLC di Agcom, aggiornati a dicembre 2020. Scrive la Fiordalisi: Significativi i cambiamenti sul fronte delle tecnologie utilizzate: se nel dicembre 2016 l’83,4% degli accessi alla rete fissa era in rame, dopo quattro sono scesi al 36,3% (con una flessione di 9,78 milioni di linee). Al contempo sono sensibilmente aumentati gli accessi tramite tecnologie qualitativamente superiori, in particolare quelle in tecnologia FTTC (+7,06 milioni di unità), FTTH (+1,38 milioni) e FWA (+0,69 milioni). Prosegue a ritmi sostenuti la crescita della larga banda mobile: il consumo medio unitario mensile di dati nel 2020 è stimabile in circa 9,7 GB/mese, in crescita di quasi il 50% su base annua, mentre nell’ultimo trimestre dello scorso anno oltre il 72% delle linee human ha effettuato traffico dati. Le sim complessive (103,9 milioni a dicembre 2020) risultano sostanzialmente invariate su base annua: quelle M2M sono cresciute di 2,1 milioni, mentre quelle “solo voce” e “voce+dati” si sono ridotte di oltre 2 milioni di unità. Tim risulta market leader (29%), seguita da Vodafone (28,9%) e Wind Tre (25,7%) mentre Iliad si attesta al 7%. Considerando il solo segmento delle sim “human”, ovvero escludendo le M2M, Iliad raggiunge il 9,3% con una crescita di 2,7 punti percentuali su base annua, mentre Wind Tre, nonostante una quota in calo di 2,2 punti percentuali, rimane il principale operatore con il 27,7% seguito da Tim con il 26,6% e Vodafone con il 23,9%.
Analizzando i dati di utilizzo di internet, nel mese di dicembre 2020, l’osservatorio Agcom indica che 45 milioni di utenti medi giornalieri hanno navigato in rete per un totale di 66 ore di navigazione mensile a persona. Particolarmente interessanti anche i dati nel settore e-commerce e postale, come viene sottolineato anche nell’articolo di Mila Fiordalisi: Nel 2020 i ricavi complessivi registrati nel settore postale sono cresciuti in media, su base annua, del 3,1%. Tale risultato deriva da due tendenze di segno opposto – flessione dei servizi di corrispondenza e crescita di quelli relativi alla consegna dei pacchi – ormai in atto da tempo ma che, per effetto della pandemia, si sono ulteriormente rafforzate: in particolare, i primi hanno registrato nell’anno una flessione del 25,6%, mentre i secondi risultano complessivamente in aumento del 20% (con quelli nazionali che evidenziano introiti in crescita del 29,6%). Le corrispondenti dinamiche dal lato dei volumi vedono una crescita del 34,6% nel numero di pacchi movimentati (+38,1% con riferimento alle sole consegne domestiche) ed una flessione del 19,8% per i servizi di corrispondenza.