IoT: la sfida dei brevetti

Un ruolo strategico per lo sviluppo del settore avranno i “patent” che proteggono tecnologie conformi a standard tali consentire la commercializzazione del prodotto.

Il crescente sviluppo dell’“Internet of Things” sta coinvolgendo sempre più settori e imprese. È prevedibile un’ulteriore, forte sviluppo complice l’implementazione su larga scala del 5G. Secondo le stime dell’associazione di operatori mobili GSMA verranno raggiunte 1,8 miliardi di connessioni globali entro il 2025. Gli operatori di mercato entro pochi anni dovranno quindi inevitabilmente adeguare i propri prodotti a standard di telecomunicazione wireless. Un ruolo centrale avranno gli “Standard Essential Patent” – SEP, ovvero brevetti che proteggono tecnologie che devono essere necessariamente implementate per conformarsi a uno standard tecnico e consentire così la commercializzazione del prodotto. Si pensi, ad esempio, agli standard di telecomunicazione (che regolano il “linguaggio” di due terminali che devono dialogare tra loro) ed in particolare alle reti cellulari, come 3G, 4G e 5G, alle reti fisse ADSL, al Wi-Fi o al Bluetooth. Dedica attenzione al tema Cor.Com, – Il Corriere delle Comunicazioni, con un articolo firmato da Lorenzo Battarino e Maurizio Santoro (entrambi dello Studio legale Trevisa&Cuonzo) pubblicato lo scorso 4 marzo: Tutte le aziende che vorranno implementare standard di telecomunicazione dovranno quindi concludere una licenza con i titolari dei brevetti essenziali rilevanti. In tale contesto, saranno avvantaggiate le aziende del settore delle telecomunicazioni che potranno agire sulla base della consolidata esperienza in materia di altri standard quali 2G, 3G e 4G, a fronte invece di aziende non avvezze a queste dinamiche che patiranno la mancanza di esperienza circa la negoziazione delle licenze sui brevetti essenziali, le logiche che li governano e più in generale il panorama brevettuale nel settore di riferimento. È dunque consigliabile per tutte le aziende non abituate ad affrontare questi temi adottare un approccio proattivo per affrontare efficacemente il cambiamento di paradigma in atto. In questo processo di apprendimento e adeguamento ai nuovi standard richiesti, è bene che le aziende tengano presente che il numero di brevetti dichiarati essenziali è elevatissimo ed in costante aumento: uno studio condotto da IPlytics calcola che per il solo standard 5G siano già stati dichiarati essenziali più di 95.000 brevetti e che gli stessi siano nelle mani di molti titolari, con alcune grandi società (Huawei, Samsung, ZTE, LG, Nokia, Eriksson e Qualcomm), a far la parte del leone.

Nel loro articolo i due legali sottolineano inoltre come sarà fondamentale per le aziende analizzare la condotta dei licenziatari di brevetti essenziali, tenendo presente che, per massimizzare il profitto, i titolari tendono a concedere licenze al produttore del prodotto finale più che al produttore di singole componenti. Si rimarca infine l’assenza di un database pubblico delle licenze concesse, che riduce la trasparenza nel processo di negoziazione.

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